Diritti

Poco e male: il racconto dell’Africa sui media italiani

In occasione dell’Africa Day, il report L’Africa MEDIAta indaga la rappresentazione del continente su quotidiani, Tg, programmi di infotainment e social in Italia. Quest’anno il focus è l’innovazione
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
25 maggio 2023 Aggiornato alle 12:00

Luoghi comuni, falsi miti, sottorappresentazione. Di Africa sui media italiani si parla poco e male. Quello che rimane fuori è soprattutto il volto più giovane e innovativo del Continente, che non trova spazio nel racconto che domina quotidiani, Tg, infotainment, testate online e social network.

È quello che emerge dalla quarta edizione de L’Africa MEDIAta, il rapporto curato dall’Osservatorio di Pavia e presentato oggi a Roma da Amref Health Africa-Italia in occasione dell’Africa Day, che nasce per analizzare come e quanto i media italiani raccontino l’Africa.

Quest’anno, il focus del dossier è proprio sull’innovazione, una tematica che è agli antipodi dei frame tradizionalmente associati al continente africano. Per questo, oltre all’analisi della rappresentazione complessiva di Africa, persone africane e afrodiscendenti nei media tradizionali, stampa e televisione, una parte del rapporto è interamente dedicata alla rappresentazione mediatica dell’innovazione e dello sviluppo africani, “ricercando nell’immagine dell’Africa restituita dall’informazione italiana ciò che rinvia ai concetti di nuovo, futuro, dinamismo e cambiamento, emancipazione e talento, creatività e competenza”.

L’analisi ha evidenziato una progressiva riduzione delle notizie legate all’Africa e una netta predominanza delle tematiche legate ai flussi migratori. Questo è vero sia per quanto riguarda i quotidiani (le notizie sulle prime pagine di Avvenire, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, La Repubblica, La Stampa sono state in media 13 al mese, -3 rispetto al 2021, e per l’84% riguardano fatti ambientati in Italia o in altri Paesi occidentali e nello specifico temi legati alla sicurezza e ai flussi migratori, per il 69,1%) che per i Tg di prima serata e i programmi di infotainment.

Sulla tv italiana, spiega il report, “prosegue e si accentua nel 2022 una tendenza già osservata a partire dal 2020: la riduzione progressiva delle notizie sull’Africa. Nell’insieme dei Tg analizzati si sono rilevate soltanto 1.174 notizie pertinenti, il 22% in meno rispetto al 2021, con una prevalenza netta di attenzione all’Africa “qui”, con un’attenzione prevalentemente ai flussi migratori e alla gestione dell’accoglienza (74% delle notizie)”. Nel 2022 sono diminuite le news su guerra e terrorismo a favore di notizie su viaggi istituzionali di Ministri italiani in Africa, forniture di gas, COP27 ed eventi di cronaca, come il caso Soumahoro.

La progressiva marginalità dell’Africa interessa anche i programmi di infotainment, su cui si trova un riferimento ogni 87 ore di programmazione. Il problema, però, non è solo la mancanza di notizie, ma anche la rappresentazione che viene veicolata: “una sola realtà, priva di specificità e caratterizzata uniformemente da un futuro senza speranza. Inoltre, a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina, si nota all’interno dei programmi la presenza di una narrazione delle migrazioni che distingue tra rifugiati veri in fuga da un’invasione e profughi ‘di comodo’, come sembrano essere considerati coloro che provengono dal continente africano”.

Invece che un continente animato da “multiformi realtà”, la narrazione mediatica italiana appiattisce ogni differenza, popolando il racconto dell’Africa di “echi di disperazione, morte, torture, accuse di opportunismo verso chi parte”. L’immagine, infatti, è quella di un luogo abitato esclusivamente da persone in fuga che, una volta raggiunta l’Europa, diventano genericamente ‘migranti’”.

La situazione non migliora stringendo il focus sul tema di quest’anno, l’innovazione. Nei programmi di infotainment il tema è marginale: su 829 puntate di 75 diversi programmi che nel 2022 hanno parlato di Africa, soltanto 50 (6%) hanno parlato del Continente con questo taglio. Il 92% di questi contenuti, però, era concentrato sulle reti Rai, con Rai3 che incide per il 70% grazie a programmi di informazione scientifica-culturale e di attualità internazionale. Programmi che vanno spesso in onda in tarda serata.

L’indagine ha analizzato anche il modo in cui è stato raccontato online e sui social il rapporto tra Africa e innovazione, utilizzando come chiave di ricerca il termine “Africa”, e tutti i nomi dei Paesi del continente, in unione con i termini “innovazione”, “tecnologia”, “laboratorio”, “scienza”, “sviluppo”, “cambiamento” e “progetto” nel corso del 2022.

A dare visibilità al tema sono quasi esclusivamente le testate specializzate, con una presenza limitatissima nelle testate online generaliste. Il focus, ancora una volta, non è sul continente africano ma sull’Africa-qui: l’attenzione alla cooperazione allo sviluppo, che è il principale tema economico, prevede un focus incentrato su progetti che partono dall’Italia, “un approccio che favorisce, dunque, la percezione di un continente quasi ‘sotto tutela’”, così come le notizie legate allo sviluppo di reti 5G o le iniziative legate all’approvvigionamento di fonti energetiche per sopperire alla mancanza (di nuovo, in ottica europacentrica). Ma anche il racconto dei fenomeni culturali e artistici è limitato quasi esclusivamente a eventi, mostre e festival al di fuori dell’Africa.

Eppure, negli ultimi anni il continente ha visto numerosi cambiamenti che hanno investito l’innovazione tecnologica, informatica e digitale; secondo i dati del Global Startup Ecosystem Report (Gser) del 2022, a esempio, gli investimenti nelle startup tecnologiche africane (esclusa la regione Mena - Medio Oriente e Nordafrica) nel 2021 hanno visto un aumento del 113% rispetto al 2020. Di tutto questo, nel racconto dei media italiani non c’è (quasi) traccia.

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