Futuro

La genetica determina le tue scelte?

In fatto di gusti e abilità, il tuo patrimonio genetico inciderebbe molto più del previsto. Così, preferenze alimentari, talenti e hobby sarebbero in parte scritti nei geni
Credit: Via medicalive.it
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
23 maggio 2023 Aggiornato alle 18:00

Cosa determina se ti piace il tè o il caffè? Se preferisci il dolce o il salato? Se ami il rock o la musica classica?

Pare che in tutto questo, centri la genetica. In fatto di gusti e abilità, il nostro patrimonio genetico (quello che ereditiamo dai genitori e una settantina di mutazioni spontanee) sembra incidere più di quanto fossimo disposti a credere in passato. Bastano, per esempio, minuscole variazioni a far sì che una persona sia, per l’appunto, più o meno sensibile al sapore amaro della caffeina. Lo stesso vale per chi preferisci gli sport di squadra a quelli in solitaria e viceversa.

Come racconta la Bbc, un gruppo di scienziati islandese ha fondato nel 1996 una società chiamata deCODE genetics, che ha sequenziato negli anni il numero più elevato al mondo di genomi completi: oltre 400.000.

Attraverso un lungo e delicatissimo processo, l’azienda ha contribuito in maniera rilevata alla comprensione dei rischi ereditari di molte malattie, come l’Alzheimer, la schizofrenia, le patologie coronariche, e varie tipologie di tumori.

Il Dna viene estratto dai campioni e inserito in macchine di sequenziamento. In un secondo momento, gli algoritmi di intelligenza artificiale collegano questo codice genetico a informazioni dettagliate conservate nelle biobanche.

Si tratta di un processo non solo utile dal punto di vista medico-sanitario, ma anche in grado di spiegare, entro certi limiti, la nostra personalità e le nostre scelte di vita. C’è per esempio una particolare variante genetica, scoperta dagli scienziati di deCODE, che determina la passione o meno per i cruciverba.

Un sondaggio condotto 15 anni fa su 2.000 adulti britannici ha fatto ipotizzare per la prima volta l’esistenza di “un gene dell’hobby”. La semplice osservazione dell’albero genealogico di una persona e dei passatempi preferiti dai propri antenati suggeriva una forte inclinazione verso certi tipi di attività. Molti dei partecipanti al sondaggio avevano scoperto che le proprie passioni - collezionismo di francobolli, giardinaggio, cucina etc. - erano le stesse anche a distanza di generazioni.

Diverse startup tecnologiche sono da anni alla ricerca dei cosiddetti geni del talento, varianti genetiche da ricollegare ad abilità particolari.

I genetisti del Max Planck Institute di Lipsia, in Germania, hanno recentemente cercato di dimostrare il legame tra un gene chiamato ROBO1 che controlla lo sviluppo della materia grigia in una parte del cervello coinvolta nella rappresentazione dei numeri e le capacità matematiche di un bambino. Ma finora che si tratti di doti di calcolo, musicali o atletiche, la genetica si è dimostrata solo una parte relativamente piccola di questa equazione.

Secondo Danielle Dick, professoressa di psichiatria alla Rutgers University nel New Jersey e autrice del libro The Child Code, la maggior parte degli elementi che caratterizzano la nostra personalità - l’essere estroversi o introversi, riflessivi o impulsivi - dipende, almeno in parte, dalla genetica.

Persone che svolgono un certo tipo di lavoro, imprenditori/imprenditrici, amministratori/amministratici delegati/e, atleti e atlete in sport estremi tendono ad assumersi, in modo più naturale, dei rischi. Allo stesso tempo, però, gli amanti del rischio hanno maggiori probabilità di sviluppare dipendenze, mentre le varianti genetiche responsabili della creatività e dell’estro sembrano favorire lo sviluppo di patologie psichiatriche, come la schizofrenia.

Le persone maggiormente impulsive potrebbero cogliere opportunità che altri non sfrutterebbero, ma possono anche essere più propensi a sviluppare forme di dipendenza dal gioco d’azzardo, all’abbandono della scuola o al licenziamento.

I sociologi della Yale School of Public Health hanno intrapreso uno studio su 178 coppie sposate, di età compresa tra 37 e 90 anni. A ciascun partner è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative alla propria felicità e al senso di sicurezza nella relazione e di fornire un campione di saliva che sarebbe stato utilizzato per analizzare determinati geni.

Gli scienziati concordano da tempo sul fatto che la genetica svolga un ruolo rilevante nelle nostre scelte in fatto di amicizie e partner romantici. In entrambi i casi tendiamo a stringere legami con persone che hanno caratteristiche fisiche simili alle nostre.

Non solo, ma i geni finiscono per incidere anche sulla nostra capacità di mantenere una relazione stabile e felice nel corso del tempo. Lo studio condotto dal team di Yale ha esaminato l’influenza dell’ossitocina, un ormone responsabile del benessere psicologico e che contribuisce a instaurare legami più saldi e profondi con il proprio partner, scoprendo che quando almeno uno dei componenti della coppia presentava una certa variante genetica che aumenta l’attività dell’ossitocina e rende il sistema nervoso più ricettivo e sensibile ai suoi benefici, il paziente in questione aveva meno probabilità di sviluppare forme di attaccamento ansioso, e la coppia risultava complessivamente più felice.

Leggi anche
Innovazione
di Ilaria Marciano 3 min lettura