Ambiente

SOS grandi laghi: oltre il 50% sta scomparendo

Lo spiega un nuovo studio, pubblicato su Science, basato su più di 250.000 immagini satellitari degli ultimi 3 decenni. Crisi climatica e urbanizzazione le cause principali
Credit: Alexey Komissarov
Tempo di lettura 3 min lettura
19 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Negli ultimi 30 anni più del 50% dei 2000 grandi laghi e bacini di acqua dolce, presenti sul pianeta Terra, ha registrato un consistente calo del volume d’acqua. Questo è il preoccupante scenario che emerge dal nuovo studio intitolato Satellites reveal widespread decline in global lake water storage pubblicato sulla rivista Science, dove sono state analizzate le immagini satellitari delle riserve d’acqua degli ultimi 3 decenni.

Il team internazionale di ricerca ha basato le proprie analisi su oltre 250.000 immagini prodotte dai satelliti, in un periodo compreso fra il 1992 e l’anno 2020, ricostruendo l’evoluzione dei laghi attraverso una serie di modelli climatici. Dalle analisi è emerso che i laghi con una superficie superiore ai 100 km2, insieme ai bacini artificiali, hanno complessivamente perso annualmente circa 21,5 miliardi di tonnellate di acqua dolce.

Secondo lo studio scientifico questo trend generale sta comportando preoccupanti conseguenze per la popolazione residente intorno a queste grandi riserve d’acqua: “Questa attribuzione su scala globale delle tendenze degli stoccaggi d’acqua di lago ha importanti implicazioni per la gestione delle risorse idriche, dato che fino a 2 miliardi di persone (un quarto della popolazione mondiale nel 2023) risiedono in bacini con grandi corpi idrici che subiscono significative perdite di stoccaggio idrico. Molti di questi laghi prosciugati sono stati identificati come importanti fonti di acqua ed energia (energia idroelettrica) o elencati tra i siti Ramsar di importanza internazionale”.

La cause di questo fenomeno sono attribuite al peggioramento della crisi climatica-ambientale e all’utilizzo eccessivo delle risorse naturali grazie alla continua urbanizzazione. Soprattutto il primo fattore, quello climatico, è considerato il principale responsabile della scomparsa progressiva dei laghi, in quanto l’aumento delle temperature globali favorisce l’evaporazione, che in un ciclo perverso senza fine, favorisce a sua volta la diffusione dell’aridità nelle zone d’acqua dolce, contribuendo ulteriormente all’evaporazione degli stoccaggi rimanenti. Questi estesi cambiamenti finiscono per produrre effetti a cascata sull’ecosistema, con una diminuzione della qualità dell’acqua, un aumento della diffusione di alghe tossiche e una progressiva scomparsa della biodiversità acquatica.

I laghi occupano solo il 3% della superficie terrestre, ma rappresentano quasi il 90% delle riserve di acqua dolce e sono un elemento fondamentale per la fornitura di acqua potabile, per l’irrigazione agricola e per l’energia idroelettrica, oltre che essere un importante habitat per animali e piante. Per questo motivo il leader del team di ricerca Fangfang Yao ha sottolineato l’importanza di queste rilevazioni satellitari: «Un aspetto importante che spesso non viene riconosciuto è il degrado della qualità dell’acqua dei laghi a causa di un clima più caldo, che mette sotto stress l’approvvigionamento idrico per le comunità che ne fanno affidamento. Molti degli impatti umani e climatici sulle perdite d’acqua dei laghi erano precedentemente sconosciuti. Come i prosciugamenti del lago Good-e-Zareh in Afghanistan e del lago Mar Chiquita in Argentina».

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