Ambiente

Alluvione Emilia-Romagna: 14 vittime, 34.000 senza elettricità

I numeri non possono che essere provvisori. Si parla di circa 10.000 sfollati, ma alcuni ipotizzano anche 20.000. 23 fiumi esondati che non hanno retto la pioggia; 5.000 le attività agroalimentari colpite
Lugo in Provincia di Ravenna, 18 maggio 2023
Lugo in Provincia di Ravenna, 18 maggio 2023 Credit: ANSA/EMANUELE VALERI
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19 maggio 2023 Aggiornato alle 12:00

L’ultima alluvione così mortale, in Italia, risale a 14 anni fa. Nel 2009 nel messinese, tra nubifragi, inondazioni e crolli, morirono 37 persone. Oggi il primo e del tutto provvisorio bilancio (visto che ci sono ancora numerosi dispersi) delle inondazioni romagnole parla di 14 vittime.

In termini economici la situazione potrebbe essere devastante: le prime bozze di stime parlano di diversi miliardi di euro necessari per la ricostruzione, cifre che potrebbero superare quelle necessarie per far fronte al sisma che devastò l’Emilia nel 2012 e per le quali l’Italia sta chiedendo aiuto all’Europa per attivare il Fondo di solidarietà europeo, così come avanza l’ipotesi di utilizzare fondi del Pnrr.

Tracciare un primo bilancio di quanto è accaduto dal 16 maggio a oggi è ancora particolarmente complesso: in alcune zone della Romagna piove ancora, anche se su livelli ben lontani da quelli delle scorse ore. Cittadine come Lugo sono praticamente per metà sott’acqua e il problema sono le zone collinari, le campagne, le aree isolate: in certi territori non ci sono nemmeno stivali, pale, pompe e rifornimenti necessari per far fronte alla situazione.

Diverse abitazioni sono ancora senza luce (34.000 persone senza elettricità) e acqua corrente e il conto degli sfollati è salito (nelle province colpite di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) a circa oltre 10.000 persone, con altre stime che parlano addirittura di 20.000.

In totale ci sono stati 23 fiumi esondati che non hanno retto la pioggia caduta soprattutto tra il 16 e il 17 maggio: nell’arco di una giornata, stimano gli esperti, è caduta la pioggia che solitamente viene giù in una intera primavera. 2 fattori, gli effetti del cambiamento climatico che intensificano gli eventi meteo e la complessa e talvolta scarsa manutenzione dei fiumi, hanno completamente messo in ginocchio il territorio.

Aggravante non di poco conto, poi, legata al surriscaldamento globale, è la siccità che per quasi 2 anni ha colpito l’area e che ha fatto sì che i terreni, prima secchi e duri e incapaci di drenare acqua, poi bagnati dopo le alluvioni di inizio maggio e saturi di pioggia, non siano stati in grado di reggere.

A tutto questo ora si aggiunge un altro gigantesco problema che osserveremo con più chiarezza una volta passate le piogge: il numero delle frane, le strade distrutte e i danni all’agricoltura e alle aziende. A livello di smottamenti si parla di quasi 300 frane attive in oltre 60 Comuni e almeno 400 strade distrutte e interrotte. Come aziende agricole e non solo, 5.000 attività dell’agroalimentare sono state messe ko dall’alluvione.

Per gli oltre 1.000 vigili del fuoco e le migliaia di volontari e operatori della Protezione civile, ora è corsa contro il tempo a spalare il fango: quando tornerà il sole e le alte temperature, il rischio che questo si secchi potrebbe compromettere seriamente le attività.

In questa tragedia, una delle peggiori catastrofi che ha colpito l’Italia nell’ultimo secolo sicuramente per quantità di pioggia caduta in poco tempo, c’è poi il terribile conto provvisorio dei dispersi, specialmente nelle zone più isolate e nell’Appennino. In alcune aree, come nel forlivese, tra i 2 eventi di inizio e metà maggio, si stima che siano caduti oltre 500 mm di pioggia: ovvero una quantità d’acqua pari a quella che generalmente ci si attende in oltre metà anno.

A livello di circolazione solo oggi ci sono state le prime riaperture, come quella del tratto sulla A14 Bologna-Taranto tra Faenza e Forlì che era stato allagato e nel frattempo proseguono altri interventi di ripristino.

«Come per il terremoto ricostruiremo tutto: al Governo abbiamo detto che abbiamo bisogno di tante risorse, ma anche di norme speditive, c’è bisogno di un commissario straordinario, adempimenti per i lavoratori, per prorogare scadenze, mutui rate, tanti investimenti», ha spiegato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Si tratta di «un incubo, ma ci rialzeremo» aggiunge Gian Luca Zattini, sindaco di Forlì, una delle aree più duramente colpite.

In diverse regioni, per esempio nel Ravennate, sono stati istituiti ovunque centri di accoglienza: in frazioni come Piangipane e Santerno, anche oggi è stata disposta l’evacuazione immediata, dal momento che i rischi continueranno fino a cessata emergenza. Per chiunque, in generale in Emilia-Romagna, l’invito è non spostarsi e chiedere aiuto a protezione civile e autorità.

Anche se nel week-end potrebbero tornare a manifestarsi fenomeni meteo che comprendono piogge, il peggio per ora in Romagna sembra passato. Dalla prossima settimana inizieranno le operazioni di ricostruzione e bonifica e per martedì 23 maggio, alle ore 11:00, è stato convocato il Consiglio dei ministri che “sarà dedicato in larga parte ai primi urgenti provvedimenti relativi alla grave alluvione che ha colpito le popolazioni dell’Emilia-Romagna, e di alcune zone delle Marche e della Toscana”.

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