Bambini

Usa: i figli condividono le opinioni politiche e religiose dei genitori

Per il Pew Research Center, gli adolescenti di famiglie repubblicane hanno lo stesso orientamento politico della madre e del padre nell’80% dei casi; si sale al 90% per i Dem. Situazione simile anche per la scelta della fede
Credit: Brett Sayles     
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18 maggio 2023 Aggiornato alle 14:00

La maggior parte dei giovani americani ha lo stesso orientamento religioso e politico dei genitori. Il nuovo studio del Pew Research Center ha dimostrato che i genitori hanno probabilità altissime di riuscire a trasmettere le proprie opinioni in questi ambiti ai figli adolescenti.

L’analisi del report si è basata su un sondaggio online realizzato nel 2019 con più di 1.800 coppie composte da un adolescente tra i 13 e i 17 anni e un genitore. In molti casi è stata intervistata la madre o il padre biologico, ma altre volte si è trattato di un genitore adottivo, il patrigno o la matrigna, un genitore affidatario, un nonno o tutore legale.

I risultati sono sorprendenti. Circa 8 genitori repubblicani su 10 o comunque con tendenze verso il Grand Old Party hanno adolescenti che si dichiarano repubblicani. E circa il 90% dei genitori democratici o che si orientano verso il Partito Democratico hanno figli che si identificano nello stesso modo.

Lo stesso livello di efficacia si riscontra nella trasmissione delle credenze religiose in famiglia. La ricerca ha evidenziato che l’82% dei genitori protestanti e l’81% dei genitori cattolici ha figli con la stessa fede religiosa e l’86% dei genitori senza una religione particolare (cioè atei, agnostici o senza preferenze) ha figli che hanno scelto di non avere una religione.

La ricerca non è stata abbastanza ampia da includere anche gruppi religiosi non cristiani (come gli ebrei e i musulmani), ma è riuscita a stimare ciò che avviene in alcune famiglie che appartengono a sottogruppi cristiani. A esempio, tra i genitori evangelici le percentuali di successo nel passaggio della fede alle generazioni più giovani sono le stesse (intorno all’80%).

Il motivo per cui il Pew Research Center non include altri gruppi oltre a quelli analizzati è che (come riportato sul sito dell’ente) protestanti, cattolici e coloro che non hanno una religione rappresentano, nel complesso, circa il 90% della popolazione americana e nessun altro gruppo religioso raggiunge il livello ritenuto minimo (il 2%) per avere una base numerica sufficiente che sia rappresentativa dei membri del gruppo di tutto il Paese.

La tenuta della tradizione familiare religiosa non è, però, così forte negli anni che seguono l’adolescenza. Molte persone si convertono a un’altra religione o abbandonano la fede tra i 18 e i 29 anni. Da un altro sondaggio realizzato dallo stesso istituto nel 2015, è emerso che la maggior parte delle persone cresciute da genitori con la stessa fede ha continuato a essere cattolica (per il 60%) o protestante (per il 79%) anche in età adulta. Lo stesso vale per le persone cresciute in un ambiente familiare non religioso, che tendono a rimanere senza una religione una voltata diventate adulte. Le variazioni più ampie si sono verificate tra gli adulti (1 su 5) che hanno avuto genitori con credenze religiose diverse.

I risultati dell’ultimo studio vanno abbinati anche a quelli di una precedente ricerca (Parenting in America Today), pubblicata all’inizio del 2023 sempre dal Pew, che aveva esaminato l‘importanza attribuita dai genitori americani alla trasmissione ai figli di certe opinioni, orientamenti e qualità. All’apice della piramide si trova il desiderio che i propri figli abbiano i valori dell’onestà e dell’etica: per il 66% dei genitori questo è estremamente importante e per il 28% molto importante. Subito sotto, che i ragazzi diventino grandi lavoratori.

Solo il 35% dei padri e delle madri americane ritiene estremamente o molto importante che i figli condividano la stessa religione o lo stesso orientamento politico. Eppure, i numeri riguardanti l’effettiva trasmissione di questi valori riportati dal nuovo studio sono di gran lunga superiori al desiderio teorico manifestato dai genitori. Questo è sicuramente un dato considerevole su come le opinioni familiari in campo religioso e politico si tramandino in modo molto più efficace di quello che gli sforzi e le aspirazioni degli adulti lascerebbero supporre.

Sul piano politico, nell’ala repubblicana del Paese si sta affermando il movimento dei cosiddetti Parents’ rights, che ha l’obiettivo di dare ai genitori con opinioni conservatrici il potere di controllare, limitare e dettare l’istruzione e le materie di insegnamento di tutta la comunità di studenti.

A marzo la Camera bassa del Congresso ha approvato il Parents Bill of Rights Act, con cui si vorrebbe obbligare a fornire ai genitori la lista dei libri e dei materiali di lettura disponibili presso la biblioteca scolastica, oltre a rendere pubblici i curriculum. Diversi Stati controllati dal Partito Repubblicano hanno già adottato o proposto leggi simili.

Alcuni commentatori hanno notato che non ci sono possibilità concrete che la proposta approvata dalla Camera passi nel Senato controllato dai Democratici, ma è un segnale evidente di come una certa corrente politica voglia dare ai genitori conservatori la possibilità di influenzare, se non indottrinare, i propri figli. Non solo tra le mura di casa, ma anche nelle scuole.

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