Ambiente

Se gli studenti ridisegnano (in chiave green) i cavalcavia

Ridare vita a una vecchia e trafficata sopraelevata di Milano. È la missione di Reinventing Flyover Corvetto, la call to action globale a cui hanno aderito 180 universitari da tutto il mondo
Credit: Frank Chou
Tempo di lettura 4 min lettura
18 maggio 2023 Aggiornato alle 15:00

Chissà, magari un giorno potrebbe diventare come la High Line di New York, la lunga sopraelevata verde che permette di correre, passeggiare, fermarsi a fotografare la Grande Mela dove prima c’era una ferrovia abbandonata. Di certo, se oggi digiti su Google “cavalcavia Corvetto” ti ritrovi solo un lungo elenco di articoli che parlano della sua demolizione.

Perché questa opera urbanistica ancora in uso attraversa letteralmente la zona sud di Milano ed è da anni al centro di un acceso dibattito tra chi vorrebbe abbatterla e chi rilanciarla in chiave più sostenibile.

Costruito nel 1961, lungo 554 metri e largo poco più di 10, il “raccordo autostrada del Sole” faceva parte di un ambizioso progetto che negli anni ‘50 voleva creare una rete di ponti e tunnel che dalla periferia avrebbero dirottato auto e camion in pieno centro città.

La sete di costruire e l’incuranza verso i danni dello smog e del traffico portava a realizzare svincoli stradali monstre alla Fantozzi: chi non ricorda la celebre scena in cui il ragioniere Ugo scende direttamente dalla finestra di casa per prendere l’autobus, che passa ad altezza del primo piano?

La sequenza fu in realtà girata a Roma in via Prenestina, perché di infrastrutture di cemento così impattanti è piena l’Italia, ed è simbolo di una concezione urbanistica del boom economico che ha lasciato pesanti eredità alle città di oggi impegnate a diventare sempre più green.

Abbellito da murales ma anche ricovero per auto e rifiuti, il cavalcavia Corvetto potrebbe adesso rinascere in chiave sostenibile grazie a una call to action all’interno del concorso Students reinventing Cities di C40.

Più di 180 studentesse e studenti universitari di tutto il mondo, organizzati in 36 team, si sono candidati alla competizione Reinventing flyover Corvetto sostenuta dal Comune di Milano per ridare un nuovo volto alla sopraelevata.

La missione? Trasformare l’infrastruttura da barriera di cemento a elemento di coesione tra le diverse anime del quartiere, oggi divise appunto da questo imponente stradone che collega le tangenziali alla metropoli, con idee e progetti ispirati alla “città 15 minuti”.

Un modello che sta già facendo scuola in altre metropoli europee, come Parigi, e che prevede l’esistenza di servizi e infrastrutture di quartiere il più possibile autosufficienti, in modo da alleggerire gli spostamenti delle persone e vivere la città in modo meno frenetico.

Il termine per la consegna dei progetti non solo di “relooking” sarà l’8 giugno. Non ci saranno limiti alla creatività, ma andrà tenuta in considerazione la zona di intervento: un mix sociale con edilizia popolare già destinata dal Piano urbanistico milanese a interventi di rigenerazione urbana.

Le idee dovranno “rimodellare il traffico, migliorare la mobilità ciclabile e pedonale, ridurre l’esposizione all’inquinamento acustico e atmosferico e introdurre soluzioni innovative di adattamento climatico”, si legge nel bando.

Poco distante dal Cavalcavia c’è lo scalo ferroviario dismesso di Porta Romana, che ospiterà nel 2026 il Villaggio Olimpico, e Santa Giulia, dove invece sorgerà un’arena del ghiaccio, sempre per le olimpiadi invernali. Intorno, un’ampia area verde con i Parchi Cassinis e Alessandrini.

L’area da riprogettare sarà di 65.000 mq, per una popolazione di 36.000 persone con profili socioeconomici diversi: molti i giovani, gli stranieri e le famiglie che potrebbero ritrovare, anche grazie a un rilancio green del cavalcavia, una nuova modalità più “eco” di abitare Milano. Una città che in base al nuovo Piano PGT 2030 aspira a diventare sempre meno energivora, più attenta alla riduzione del consumo del suolo e sostenibile.

Leggi anche
rifiuti
di Cristina Sivieri Tagliabue 3 min lettura
Cambiamento climatico
di Pierfrancesco Albanese 3 min lettura