Ambiente

Caro Presidente Mattarella

Ora che l’ambiente è entrato nella Costituzione, chi meglio del Capo dello Stato potrebbe garantire una svolta senza precedenti nella transizione ecologica della Repubblica? La lettera aperta del nostro opinionista
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11 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

Caro Presidente Mattarella,

l’8 Febbraio 2022 è stato un giorno bellissimo. Con la modifica dell’Articolo 9 e 41, la nostra Costituzione ha dimostrato la sua forza, la sua vitalità, la sua profondità. Un documento in grado di incarnare lo spirito del tempo e le sfide delle nostre generazioni e di quelle future, come esplicitamente menzionato nell’articolo 9 rivisto.

Riempie il cuore di fiducia leggere queste parole: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Parole che danno speranza a chi ogni giorno nella sua quotidianità, nelle imprese o nel cuore delle istituzioni lavora senza requie per cercare di rallentare emissioni di gas serra, inquinanti, degrado ambientale, perdita di biodiversità. Danno fiducia a chi fa ricerca o chi si adopera con spirito civico per la tutela ambientale del Paese. È una luce di speranza, che ho letto nei tantissimi commenti entusiasti di cittadini e lettori

La Costituzione, poi, con l’articolo 41 che garantisce la liberta dell’iniziativa economica privata, determina ora che questa non può svolgersi recando danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, e ora anche “alla salute, all’ambiente”. E invita il potere legislativo a determinare “i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Un invito e un monito per il nostro grande mondo industriale che in parte ha saputo abbracciare la sfida dell’economia circolare e della decarbonizzazione, che non costituisce un sacrificio ma una spinta gentile verso una modernizzazione inevitabile e che anzi favorirà sul medio e lungo termine il sistema Paese.

Il Suo settennato passato è stato segnato dalla pandemia e da un lavoro intenso e determinato per tenere uniti gli italiani, cercando di evitare divisioni politiche e ideologiche, ma di farsi “unita e solidale”, che più volte da Lei ricordato.

Come Presidente ha ribadito come “soprattutto nei momenti di grave difficoltà nazionale emerge l’attitudine del nostro popolo a preservare la coesione del Paese, a sentirsi partecipe del medesimo destino. Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica”. Oggi per l’Italia la grande sfida decennale – ora che la pandemia cede la sua dura morsa – è quella di affrontare la crisi globale della biodiversità e del cambiamento climatico. Questa è un momento di grave difficoltà, anche se spesso non interiorizzato o compreso nelle sue sfaccettature.

È una sfida per la sicurezza pubblica, per la salute delle concittadine e dei concittadini, per la tenuta della ripresa economica e per una prosperità duratura. I problemi ambientali non sono una questione meramente “per la natura”, ma una questione che interessa ogni membro della Repubblica, che tocca i suoi diritti e richiede nuovi doveri, spesso anche sacrifici.

Quest’anno si concluderanno i negoziati sulla biodiversità in Cina, nel disperato tentativo di un Accordo in linea con quello di Parigi sul Clima del 2015, un momento in grado di imprimere una svolta, un’accelerazione nei processi. La tutela di quella biodiversità, oggi finalmente protetta dalla nostra Costituzione che ci offre nutrimento, salute, ossigeno, acqua pulita, quei servizi naturali che ingegno umano e tecnologie, per quanto sofisticate, mai potranno sostituire.

Nell’Art. 3 della Costituzione si afferma che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Oggi la crisi ambientale e climatica si fanno sempre più un ostacolo a questo principio inviolabile.

Caro Presidente, come cittadino, fiero e umile davanti al grande sacrificio Suo e della Sua famiglia di essere, nuovamente guida morale di questo Paese e custode della Costituzione, auspico che questo settennato abbia, come mai nessuna Presidenza prima, come obiettivo principale la promozione e tutela di questi nuovi principi della Costituzione.

Come ha saputo ridare fiducia e unire gli italiani, sono sicuro potrà unire istituzioni, mondo economico e cittadinanza intorno alla sfida climatica e della biodiversità. Abbiamo bisogno di eroi in questa sfida, non siamo un popolo ancora così fortunato. Grazie alla sua guida morale, in linea con la visione di Papa Francesco della Laudato Sì e del mondo della scienza italiano e internazionale, si potrà accelerare il lavoro legislativo, culturale e politico per evitare una situazione che organizzazioni intergovernative di scienziati come i due panel intergovernativi di scienziati, l’IPCC sul clima e IPBES sulla biodiversità, hanno definito come “gravemente critica”.

Non sarà una sfida facile, ma gli italiani hanno fiducia in lei e l’ascoltano. Il suo impatto su questa crisi potrebbe essere senza precedenti, una vera svolta.

Il suo settennato si concluderà a un anno dal grande traguardo dello sviluppo sostenibile, il 2030, anno di bilancio sul clima, sulla lotta contro l’estinzione delle specie ma anche sugli obiettivi di lotta alla povertà, di inclusione, di diritti elencati nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Vogliamo poterla ricordare per il Presidente che ha impresso una svolta senza precedenti anche nella transizione ecologica della Repubblica. Le generazioni future, anche quelle che non avranno il pregio di conoscerla avranno per lei infinita e duratura gratitudine. Salvare l’umanità dalla catastrofe ambientale non è più un compito per eroine ed eroi di storie fantastiche, ma un dovere civile di ognuno di noi.

Le porgo i miei più cordiali e sinceri saluti,

Emanuele Bompan

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