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Giornata contro l’omofobia, bifobia e transfobia: come nasce?

Si celebra ogni 17 maggio da quasi 20 anni (precisamente dal 2004) ed è nata da un’idea dell’attivista Louis-Georges Tin. In quello stesso giorno del 1990, l’Oms eliminò l’omosessualità dalle malattie mentali
Credit: Edoardo Frezet
Tempo di lettura 5 min lettura
17 maggio 2023 Aggiornato alle 07:00

La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia, riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite, si celebra ormai da quasi 20 anni: precisamente dal 2004, ogni 17 maggio.

Da un punto di vista clinico, l’omofobia non è inserita in alcuna classificazione relativa alle varie fobie, quindi il termine è utilizzato con un’accezione generica più che medica, riferita a comportamenti discriminatori e non clinici.

Omofobia: che cos’è?

L’omofobia, bifobia, transfobia indicano la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità, a causa di un pregiudizio.

In particolare, l’etimologia del termine omofobia (che l’Unione europea oggi considera analoga al razzismo, xenofobia, antisemitismo e sessismo) deriva dal greco ὁμός homòs (stesso, medesimo) e φόβος fòbos (paura): “paura dello stesso”, quindi, dove la parola “omo” rappresenta l’abbreviazione di “omosessuale”, mentre il termine “fobia” indica una generica avversione, più che paura. Con omofobia, quindi, si indica un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti contro le persone omosessuali.

Tuttavia, il termine viene utilizzato con diversi significati. Ha un’accezione pregiudiziale, in quanto si considerano manifestazioni di omofobia anche tutte le convinzioni personali e sociali contrarie all’omosessualità, che la identificano come una condizione patologica, immorale e contro natura. In questo caso, non ci sono atti persecutori nei confronti della comunità Lgbtq+.

Nell’accezione discriminatoria rientrano tutti i comportamenti che ledono la dignità delle persone omosessuali a causa del proprio orientamento sessuale, come le discriminazioni sul posto di lavoro, nelle istituzioni, nella cultura o gli atti di violenza fisica e psicologica.

Infine abbiamo l’accezione psicopatologica che considera l’omofobia come una fobia vera e proprio, ovvero una irrazionale repulsione nei confronti delle persone Lgbtq+. A differenza delle altre 2 accezioni, in questo caso non c’è un pregiudizio negativo nei confronti dell’omosessualità, ma una dinamica irrazionale legata ai vissuti personali del soggetto.

Come nasce la Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia?

Questa giornata nasce con l’obiettivo di promuovere e coordinare, ogni 17 maggio, eventi di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e transfobia.

La prima Giornata internazionale si è tenuta nel 2004 grazie a un’idea di Louis-Georges Tin (scrittore, attivista per i diritti Lgbtq+, curatore del Dictionnaire de l’homophobie): il 17 maggio 1990, infatti, è stata il giorno in cui si è deciso di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Ma, per arrivare a questo risultato, il percorso è stato lungo e tortuoso. Nella prima versione del Dsm dell’American Psychiatric Association (Apa), manuale che raccoglie e classifica i disturbi (ovvero nel 1952), l’omosessualità risultava una condizione psicopatologica inserita tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”. Nel 1968, invece, era considerata una deviazione sessuale, come la pedofilia, catalogata tra i “Disturbi Mentali non Psicotici”; nel 1970, la comunità Lgbtq+ ha iniziato a rivendicare i propri diritti civili nei Paesi Occidentali.

Studi e cambiamenti

Nei decenni ci sono stati diversi cambiamenti riguardo l’opinione che le persone avevano nei confronti della comunità Lgbtq+; a questi cambiamenti, hanno contribuito ricerche statunitensi degli anni ‘50, ‘70 e ‘80. Si è così arrivati al 1990, quando l’Oms ha deciso di depennare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Ovviamente, per arrivare a questa tappa, è stata fondamentale la crescita delle pressioni politiche e sociali.

Ma oggi c’è ancora tanto da fare. Nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità Lgbtq+, l’Unione europea ha istituito ufficialmente la Giornata contro l’omofobia sul suo territorio, con l’approvazione di un testo che recita all’articolo 8: “Il Parlamento europeo […] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”. E ancora, all’articolo 10: “[…] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli”.

Nel 2009, la giornata del 17 maggio si trasforma, ponendo l’attenzione anche sulla transfobia e, in particolare, sugli atti di violenza contro le persone transgender. Il nome ufficiale diventa quindi Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia (International Day Against Homophobia and Transphobia) che, nel 2015, vede l’aggiunta anche della bifobia.

I movimenti sociali che si riuniscono oggi, le campagne di sensibilizzazione e, soprattutto, una corretta informazione, possono essere alleati di un cambiamento che si cerca da anni. L’obiettivo è avere una società che possa offrire gli stessi diritti a tutti e tutte.

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