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Che cos’è l’ansia climatica?

Cresce, soprattutto tra giovani attivisti e adulti ambientalisti, il disturbo da stress legato al quotidiano allarmismo sul futuro del Pianeta. Lo denuncia la Climate Psychology Alliance, che negli Usa fornisce un elenco di terapeuti green
Credit: Gift Habeshaw
Tempo di lettura 3 min lettura
10 febbraio 2022 Aggiornato alle 11:00

Immaginate una giornata in cui, nonostante la vostra ferrea volontà di cambiare le cose per un mondo migliore, non riuscite a trovare al supermercato un prodotto non avvolto dalla plastica.

Oppure, mentre passeggiate su una spiaggia, non vi date pace per la quantità di rifiuti. O ancora, sono giorni che avete a che fare con piogge sempre più intense, grandinate improvvise, aria irrespirabile. A fine giornata poi le notizie vi raccontano di disastri climatici, inondazioni, ghiacci che si sciolgono. Dentro di voi - e questi sono soltanto esempi – potrebbe nascere un senso di colpa, di vergogna, d’impotenza, uno stato di difficoltà, come ha raccontato di recente il New York Times riportando storie di persone a cui è accaduto.

Quello che sentite potrebbe essere “ansia climatica”, chiamata anche “eco ansia” o con altri nomi, ma in sostanza generata da un senso di impotenza e di paura per quanto sta accadendo al Pianeta.

Capita sempre più spesso, dai giovani della generazione verde agli adulti preoccupati per il futuro: anche per questo, ormai da qualche anno, stanno nascendo sempre più percorsi terapeutici per affrontare il problema. A Portland per esempio, racconta il Nyt, da tempo lo psicologo Thomas J. Doherty si è specializzato nell’aiutare ad affrontare proprio l’ansia climatica o le paure legate al surriscaldamento globale.

Già oggi, soprattutto negli Usa, la Climate Psychology Alliance fornisce un elenco online di terapisti sensibili al clima e la Good Grief Network, rete di supporto, sostiene gruppi con programmi di certificazione professionale in psicologia del clima. Fra i pazienti, ha raccontato Doherty, ci sono giovani 18enni con attacchi di panico, geologi anziani che hanno paura per il futuro del mondo, persone che non riescono ad accettare le scelte consumistiche di amici e parenti e via dicendo.

Spesso il senso di impotenza legato a questi possibili disturbi è dato anche dall’impossibilità di cambiare le cose: sebbene nel quotidiano una persona si impegni a rispettare il Pianeta attraverso diverse azioni sostenibili, poco può fare rispetto al problema generale della quantità di emissioni climalteranti. L’inazione stessa dei governi nell’affrontare la crisi climatica, acuisce poi diverse sensazioni in chi è sensibile a questi problemi.

Sul tema sono stati realizzati anche sondaggi in 10 Paesi su 10.000 persone come campione, tutte di età tra i 16 e i 25 anni, con risultati pubblicati su The Lancet: il 45% degli intervistati ha affermato che la preoccupazione per il clima ha influito negativamente sulla propria vita quotidiana. Tre quarti hanno anche sostenuto di ritenere che “il futuro è spaventoso” e il 56% che “l’umanità è condannata”.

Sebbene sia un senso angosciante, secondo gli esperti l’ansia climatica è qualcosa di razionale e non implica malattie mentali o altro, ma è soprattutto legata a fattori di stress dovuti alle aspettative per il futuro. A livello emotivo si possono provare sentimenti come disperazione, senso di colpa, preoccupazione, paura, rabbia, dolore, vergogna.

Tutte condizioni che, già da oggi, stanno portando sempre più terapisti a cercare di documentarsi su quella che è la più grande emergenza del Pianeta, la crisi climatica, e a fornire ai pazienti gli strumenti per poter affrontare i timori che questa comporta.

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