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Scuole europee occupate per il clima

Dal Portogallo alla Germania, passando per Spagna, Repubblica Ceca, Belgio: gli studenti si uniscono alla causa End Fossil: Occupy barricandosi in università e istituti, per protestare contro l’inazione politica
Credit: Greenpeace
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 maggio 2023 Aggiornato alle 15:00

Un’ondata di occupazioni sta interessando scuole e università in tutta Europa; una nuova campagna di protesta giovanile contro l’inazione della politica rispetto al clima che potrebbe protrarsi per tutto il mese di maggio.

Sono 22 gli istituti coinvolti in tutto il continente. Per ora nessuno in Italia, ma sul profilo Twitter End Fossil: Occupy si legge che, oltre a quelle già in corso, arriveranno altre occupazioni.

In Germania, sono le università di Wolfenbüttel, Magdeburgo, Münster, Bielefeld, Ratisbona, Brema e Berlino a essersi rese protagoniste dell’iniziativa. In Spagna, gli studenti della Universitat Autònoma de Barcelona hanno organizzato seminari dedicati alla crisi climatica. In Belgio, 40 ragazzi e ragazze hanno occupato la Universiteit Gent; nella Repubblica Ceca, circa 100 giovani si sono accampati fuori la sede del Ministero del Commercio e dell’Industria. Nel Regno Unito si sono svolte occupazioni nelle università di Leeds, Exeter e Falmouth.

Le azioni più radicali hanno avuto luogo a Lisbona, in Portogallo, dove i ragazzi hanno occupato 7 scuole e 2 università: gli studenti della facoltà di lettere della University of Lisbona si sono persino barricati nell’ufficio del preside. Inoltre, alle occupazioni si sono aggiunti blocchi stradali (come avvenuto e avviene ancora oggi anche in Italia) nella capitale portoghese. In una scuola, però, un gruppo di insegnanti ha chiamato la polizia per sfrattare gli alunni che avevano iniziato le occupazioni la scorsa settimana.

Queste forme di protesta fanno parte di una campagna particolarmente estesa. Lo slogan è End Fossil: Occupy!, che punta a intensificare gli scioperi dei giovani per il clima dopo l’imperversare delle proteste del 2019.

Chiunque, in qualsiasi parte del mondo, voglia organizzare un’occupazione nella sua scuola o nella sua università è il benvenuto. L’unica cosa che conta è che vogliano contribuire al raggiungimento del nostro obiettivo e che seguano i nostri tre princìpi guida: le occupazioni devono essere guidate da giovani, devono essere finalizzate all’ottenimento della giustizia climatica e devono proseguire fino a quando l’obiettivo non sarà raggiunto” spiega il manifesto in nome del quale i giovani europei stanno occupano le classi e le aule di scuole e atenei.

Come riporta il Guardian, l’intento è quello di ricreare un’atmosfera non molto diversa dai moti del ‘68, in grado di diffondersi a macchia d’olio su tutto il territorio europeo, determinando un’effettiva spinta al cambiamento e un cambio di rotta nella percezione collettiva del climate change.

Per la seconda volta la campagna ha lanciato un appello forte e chiaro, che invita gli studenti a occupare. Sono ben 50 le scuole e università occupate tra settembre e dicembre dello scorso anno, di cui 3 sgomberate dalla polizia antisommossa. Gli organizzatori sostengono che la precedente ondata di manifestazioni abbia spinto l’università di Barcellona a rendere obbligatorio per tutti gli studenti un modulo per l’emergenza climatica ed ecologica.

«Iniziamo come studenti che occupano scuole e università, ma abbiamo bisogno che tutta la società intraprenda un’azione radicale con noi per porre fine ai combustibili fossili - affermano i portavoce della campagna - Solo con un movimento di massa che coinvolga tutta la società, assumendosi la responsabilità di fermare l’era dei combustibili fossili, possiamo veramente cambiare il sistema».

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