Economia

Nautica made in Italy: 7 miliardi di fatturato per il 2022

Per l’ufficialità dei dati bisognerà aspettare il Salone di Genova, eppure l’andamento del settore (che offre lavoro a quasi 188.000 persone) è evidente: lo Stivale è il secondo produttore mondiale di superyacht
Credit: Mohamed Masaau
Tempo di lettura 3 min lettura
10 maggio 2023 Aggiornato alle 12:15

Cresce in Italia il settore dell’industria e della cantieristica nautica: è quanto emerge da Monitor, il rapporto statistico realizzato da Confindustria Nautica in collaborazione con Fondazione Edison, che analizza l’andamento del mercato nautico.

La crescita del settore, dal 2001 a oggi, non è mai stata costante: dopo i picchi raggiunti nel 2007 e nel 2008, infatti, abbiamo assistito a una discesa fino al 2013, per poi riprendere la crescita con qualche “inciampo” nel 2020 a causa della pandemia.

Non c’è ancora l’ufficialità (per quella si dovrà attendere il Salone Nautico Genova, in programma dal 21 al 26 settembre 2023) ma secondo i dati raccolti dal rapporto, per il 2022 il fatturato previsto toccherà, e forse supererà, i 7 miliardi di euro, registrando un aumento rispetto ai 6,11 miliardi del 2021. Un valore mai raggiunto, che mostra come il settore nautico non sia stato colpito profondamente dalla crisi pandemica e dalla guerra in Ucraina, anzi.

In Italia, la filiera ha quasi 19.000 unità locali di produzione, per un valore aggiunto di oltre 11 miliardi di euro e quasi 188.000 occupati; per ogni addetto alla produzione si attivano 9,2 posti di lavoro e ogni euro di produzione ne attiva 7,5; ogni 3,8 posti barca generano 1 occupato nell’indotto turistico, per una media di 71 unità per approdo turistico. Dati non indifferenti.

A confermare la continua crescita del settore è il report The state of the art of the global yachting market, realizzato da Deloitte sempre per Confindustria nautica. I dati che emergono dalla ricerca fotografano una crescita del fatturato del settore della nautica da diporto, che si colloca tra il 15 e il 20% rispetto al 2021, quando si era comunque registrato un aumento rilevante (3,6 miliardi di euro, +34% rispetto al 2020). Il contributo del settore sul Pil italiano è pari al 2,9%.

In particolare, rispetto al mercato globale, l’Italia è in vetta per la produzione di imbarcazioni di grandi dimensioni (quindi superyacht da 30 metri): tenendo conto del Global Order Book, resoconto annuale sullo stato dell’industria dei superyacht, l’Italia ha raggiunto un record, rappresentando quasi la metà degli ordini annuali con una percentuale pari al 49,3%.

Complessivamente, il nostro Paese è il secondo produttore mondiale con una quota di mercato pari al 12%, preceduto soltanto dagli Stati Uniti (40%). Secondo le previsioni stimate dal rapporto Deloitte, nel futuro il mercato nautico continuerà a svilupparsi, a espandersi: a guidare la crescita a livello geografico saranno l’Europa e il Nord America.

Dati sorprendenti, che rendono la nautica uno dei settori trainanti del Made in Italy: infatti, «fra le economie del mare è il comparto che nel 2021 è cresciuto più di tutti gli altri, con il migliore incremento di fatturato di sempre registrando il record storico di export e un aumento del 10% degli addetti diretti», ha dichiarato Saverio Cecchi, presidente di Confindustria nautica.

Un settore che, per il momento, sembra non conoscere crisi, anzi. Secondo le previsioni, continuerà a crescere ancora nei prossimi anni, anche se non sono mancati problemi con il mondo politico. Fortemente penalizzata dal mancato riconoscimento da parte della politica, in realtà la nautica è un’industria capace di fornire posti di lavoro e trainare il turismo.

Leggi anche
Inquinamento
di Giacomo Talignani 4 min lettura
Ambiente
di Chiara Manetti 3 min lettura