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Preeclampsia in gravidanza: colpisce il 4% delle americane

La patologia (mortale in alcuni casi) è caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna ed è la forma più preoccupante di ipertensione nei mesi precedenti e successivi al parto. Ma viene ancora sottovalutata
Cottonbro studio
Cottonbro studio
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 maggio 2023 Aggiornato alle 14:15

Siamo abituati a pensare che alcune patologie, per esempio l’ipertensione, riguardino solo determinate fasce d’età, come le persone anziane. E invece, la mortalità delle donne incinte è a livelli allarmanti negli Stati Uniti e, non di rado, a incidere è proprio un problema di ipertensione: nel 2021, per ogni 100.000 bambini nati negli Usa sono morte 33 madri; inoltre, le donne native e nere hanno una probabilità da 2 a 3 volte superiore di morire per una condizione di salute correlata alla gravidanza rispetto alle donne bianche.

L’ipertensione può iniziare prima, durante la gravidanza o addirittura dopo e può manifestarsi in forme diverse. La preeclampsia è il tipo più preoccupante di ipertensione correlata alla gravidanza e colpisce circa il 4% delle donne incinte statunitensi. In questo caso, si registra una pressione sanguigna superiore al normale (massima 140 e minima 90). Potrebbe, inoltre, essere determinata da problemi legati alla placenta, che cresce insieme al feto all’interno dell’utero durante la gravidanza e fornisce ossigeno e sostanze nutritive filtrate dalla circolazione sanguigna della mamma.

Quando i vasi nell’utero non crescono nel modo giusto, la placenta “segnala” che non sta ricevendo il flusso sanguigno necessario. In risposta, il corpo della donna aumenta la pressione sanguigna, ma nella preeclampsia il ciclo di feedback non si completa mai: anche con un aumento della pressione sanguigna, la placenta continua a segnalare il deficit di flusso sanguigno.

Gli esiti di questo tipo di ipertensione correlata alla gravidanza sono i più gravi: circa il 16% delle morti materne nei Paesi ad alto reddito è causato proprio dalla preeclampsia. Si tratta di un’importante minaccia per la salute materna, ma non è l’unico tipo di ipertensione correlata alla gravidanza esistente. Esiste anche l’ipertensione cronica o gestazionale, che non ha le stesse cause della preeclampsia (ovvero non iniziano con la placenta): tuttavia, dal 25 al 35% delle persone con queste condizioni sviluppa la preeclampsia.

Questo pericolo non è inevitabile: monitorando l’ipertensione cronica durante la gravidanza si ha una probabilità 4 volte inferiore rispetto alle pazienti non seguite di sviluppare la preeclampsia.

Anche l’ipertensione cronica è in aumento ed è raddoppiata nell’ultimo decennio, colpendo dal 13 al 30% delle donne in età riproduttiva. Ciò rende importante non solo diagnosticare precocemente l’ipertensione nelle donne incinte ma anche diagnosticarla e trattarla eventualmente prima della gravidanza.

La nozione stessa di “ipertensione in gravidanza” non è semplice. Esiste una scarsa comprensione culturale delle cure pre-gravidanza, ovvero le cure che i futuri genitori ricevono prima ancora di concepire, che potrebbero includere lo screening per la pressione sanguigna, il diabete, il fumo e altri rischi.

L’accesso alle cure incide irrimediabilmente: gli ostacoli che si frappongono fra la paziente e l’assistenza sanitaria aumentano i fattori di rischio per la morte materna. Le persone a basso reddito che vivono nelle regioni rurali e Bipoc hanno meno probabilità di ricevere questo tipo di assistenza.

Esiste, poi, una diffusa tendenza a sottovalutare i rischi correlati all’ipertensione, identificata spesso come una patologia “blanda”, curabile con un semplice trattamento farmacologico. Ma il problema può insorgere o acuirsi dopo il parto: più del 60% delle morti materne dovute alla preeclampsia si verificano effettivamente dopo la nascita del bambino, di solito durante le prime 6 settimane di vita del neonato. Mal di testa postpartum o gonfiore alle gambe potrebbero essere alcuni dei sintomi legati a questa forma di ipertensione.

Negli Stati Uniti, le donne nere hanno maggiori probabilità di incorrere in gravi problemi di salute o di essere maltrattate durante e dopo la gravidanza. Questo aumenta i fattori di rischio dell’ipertensione, oltre al divario nell’accesso a un’alimentazione sana e alle opportunità di praticare una regolare attività fisica (fondamentale per prevenire l’obesità e di conseguenza l’ipertensione).

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