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Adolescenti e sigarette elettroniche: un amore pericoloso

I minorenni che “svapano” sono sempre di più, in tutto il mondo. Questo, spiega un nuovo studio pubblicato su The Lancet, rischia di minare la lotta al fumo e ai prodotti del tabacco
Credit: Psk Slayer
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Massachusetts, Nuova Zelanda, Singapore, Malesia, alcune zone dell’Unione europea. Cosa hanno in comune? Un obiettivo: una generazione smoke free in pochissimi anni.

Eppure, tutti gli sforzi per tenere lontani i giovani da sigarette e prodotti del tabacco potrebbero essere vanificati dalla sempre più ampia diffusione delle e-cig e del vaping tra gli adolescenti, dice un nuovo studio appena pubblicato su The Lancet: “la crescente popolarità delle sigarette elettroniche mina seriamente gli sforzi di controllo del tabacco e mette in evidenza come le aziende di tabacco e sigarette elettroniche abbiano trasformato gli adolescenti in un dolce bersaglio per il profitto”.

Un trend che è particolarmente preoccupante nei Paesi dove c’è un’alta prevalenza di fumatori – come il Vietnam, dove 1 adulto su 2 fuma – ma che è diffuso a livello globale.

Nel 2022, l’11,3% degli studenti delle scuole medie e superiori negli Stati Uniti, oltre 3 milioni di bambini e ragazzi, ha riferito di aver fatto uso di prodotti del tabacco negli ultimi 30 giorni, con la stragrande maggioranza che utilizzava sigarette elettroniche. Tra i giovani consumatori di sigarette elettroniche, il 28% le usava quotidianamente, quasi l’85% usava quelle aromatizzate (es. frutta o caramelle) e più della metà quelle usa e getta.

I giovani hanno maggiori probabilità di sperimentare le sigarette elettroniche rispetto alle sigarette, ma questo non significa che le due cose siano alternative, spiega uno studio condotto nel Regno Unito: il 14,3% degli utenti di sigarette elettroniche, infatti, è passato al fumo di sigaretta un anno dopo.

Ma anche per chi non passa alle tradizionali “bionde” i rischi ci sono: “nonostante siano commercializzate come un’alternativa più sicura alle sigarette”, spiega lo studio, “le sigarette elettroniche creano dipendenza e sono dannose. L’alto contenuto di nicotina (anche in alcuni prodotti etichettati come “senza nicotina”) può portare alla dipendenza nel tempo, rappresentando un rischio unico per il cervello in via di sviluppo”.

Tra le possibili conseguenze delle sigarette elettroniche gli studi indicano effetti avversi sullo sviluppo a lungo termine della struttura e della funzione del cervello, oltre a potenziali cambiamenti nella neurocognizione e nel comportamento. I rischi sono anche per i polmoni, soprattutto se molto giovani, a causa delle sostanze chimiche presenti (particelle ultrafini, composti organici volatili, metalli pesanti), che possono dare problemi cardiovascolari, bronchite cronica, esacerbazioni dell’asma e danni ai tessuti polmonari.

Quello che rende particolarmente pericolosa questa tipologia di sigarette, però, è anche la difficoltà nel rilevarne l’utilizzo: secondo il Mott Poll Report del marzo 2023, oltre l’80% dei genitori ha affermato che avrebbe “sicuramente” o “probabilmente” saputo se il proprio figlio stava svapando. Contrariamente ai dati dei sondaggi sui giovani, però, erano pochissimi i genitori che credevano che i figli fumassero.

A rendere così difficile individuare questi prodotti, spiega lo studio, non c’è solo la mancanza di segnali “tradizionali”, come l’odore di fumo, ma anche “pratiche commerciali predatorie. I produttori hanno reso le sigarette elettroniche facili da nascondere, con design che ricordano oggetti di uso quotidiano come penne e unità Usb, e c’è anche un mercato in crescita di articoli di moda mimetici che consentono un uso discreto”.

Progettati per attrarre i giovani e gli utenti alle prime armi, i vaporizzatori aromatizzati e usa e getta – che acquistano popolarità anche grazie alla loro presenza costante sui social network – dovrebbero “essere un obiettivo prioritario per le autorità sanitarie”.

Vale forse la pena ricordare che, al pari delle sigarette tradizionali, è illegale vendere e-cig ai minori di 18 anni. La realtà, però, è che i minori possono accedervi con facilità.

Aumentare restrizioni e controlli relativi è quindi necessario. Limitarsi ai minori di 18 anni, però, non sarà sufficiente, conclude lo studio: “poiché lo sviluppo del cervello continua fino all’età di 25 anni, anche gli adolescenti più grandi devono essere protetti dagli effetti nocivi delle sigarette elettroniche”.

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