Bambini

Usa: i genitori neri iscrivono i figli in scuole afrocentriche

Negli Stati Uniti è in atto un progressivo esodo dei bambini afroamericani dalle scuole pubbliche. Le famiglie preferiscono l’istruzione a casa o istituti privati in grado di valorizzare il patrimonio culturale d’origine
Credit: Katerina Holmes
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
2 maggio 2023 Aggiornato alle 18:00

Negli ultimi anni, le black list dei libri banditi dalle scuole e dalle biblioteche scolastiche, predisposte dai leader politici conservatori di diversi Stati federali, sono andate aumentando. Spesso se ne sente parlare per quanto riguarda la teoria del gender, ma molti titoli depennati si occupano del concetto di razza e delle radici storiche del razzismo negli Usa.

Secondo un report condotto da PEN America, un’organizzazione senza scopo di lucro, sono oltre 5.000 gli istituti scolastici, in ben 32 Stati, che da giugno 2021 a giugno 2022 hanno deciso di non adottare volumi e manuali che affrontavano in modo più approfondito la questione afroamericana.

Anche, poi, laddove non sia sopraggiunto uno specifico divieto, le polemiche spingono spesso gli insegnanti a evitare argomenti particolarmente divisivi, ma che forse così divisivi non dovrebbero essere.

Un quarto degli insegnanti negli Stati Uniti afferma che le proposte di legge e l’acceso dibattito sul tema hanno finito per influenzare le loro scelte nell’ambito del programma didattico: lo rivela un rapporto della RAND Corporation, un think tank politico globale.

Come racconta il Washington Post, è in atto un vero e proprio esodo dei bambini neri dalle scuole pubbliche.

In base ai dati ufficiali, le iscrizione alla scuola pubblica da parte degli studenti neri, considerando il periodo compreso tra la scuola materna e le scuole medie, sono diminuite progressivamente ogni anno a partire dal 2007. Le famiglie afroamericane optano sempre più spesso per l’istruzione a casa o per scuole private in grado di valorizzare la loro identità e la loro cultura.

Ad Atlanta (Georgia), per esempio, c’è la Kilombo Academic & Cultural, una scuola privata, fondata 20 anni fa e che occupa il seminterrato della Hillside Presbyterian Church appena fuori Decatur, un ricco sobborgo prevalentemente bianco: a oggi conta 53 studenti, un terzo in più dall’inizio della pandemia e tutti gli alunni e gli insegnanti si considerano cittadini neri e bi-razziali.

Le aule sono tappezzate da mappe dell’Africa e figure di cartone che indossano dashiki, un vestito tradizionale africano. La musica e le proprietà fisiche del suono si studiano utilizzando i tamburi africani.

Secondo gli studi condotti sull’argomento, le differenze razziali si cominciano ad avvertire già nei primi 3 mesi di vita del bambini e i pregiudizi razziali si manifestano a partire dall’età prescolare.

Nel 2022, la Georgia ha approvato un disegno di legge, il Protect Students First Act, che vieta alle scuole di promuovere e insegnare concetti divisivi sulla razza. Ma anche altrove ci sono progetti di legge che limitano o vietano l’insegnamento su argomenti legati alla razza e al genere: per esempio, in Florida, Idaho, Iowa, Oklahoma e Tennessee. In altri Stati, come l’Arkansas, le restrizioni sono arrivate tramite ordini esecutivi.

L’idea è che si tratti di un tema che, per sua natura, accende polemiche, e che la cosa migliore da fare, per evitare di mettere in imbarazzo gli studenti per la propria razza e l’operato dei propri antenati, sia eliminare del tutto questi argomenti di discussione.

A Kilombo e in altri istituti simili, invece, l’istruzione include dibattiti aperti in classe sul concetto di razza e sulle sue implicazioni culturali.

Una scuola che non si limita a impartire nozioni, ma che cerca di infondere insegnamenti più ampi e profondi, legati alla cultura afroamericana e africana. Si tratta di un modello didattico nato proprio in concomitanza delle battaglie per i diritti civili, per contrastare “l’educazione da mezzadro”, cioè la formazione di livello inferiore che i neri americani ricevevano non molto tempo fa soprattutto negli Stati del Sud.

I corsi predisposti dalla Kilombo sono “afrocentrici”, focalizzati sulla Storia Afroamericana e includono lo studio di numerose figure escluse o tralasciate nelle scuole pubbliche tradizionali, per esempio l’attivista per i diritti civili Ella Baker, la giornalista Ida B. Wells e il pilota Bessie Coleman.

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