Diritti

Spagna: passa la legge contro l’aumento degli affitti

La “Ley de Vivienda” regola il diritto alla casa in vista delle elezioni regionali e comunali del 28 maggio. Deve ancora esprimersi il Senato, ma è probabile che venga approvata prima del voto
Credit: Fahad AlAni
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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1 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

La “Ley de Vivienda ha superato il primo step. Il Congresso dei Deputati spagnolo l’ha approvata giovedì 27 aprile. Si tratta della prima legge sulla casa con cui si intende regolamentare e contenere l’aumento dei prezzi degli affitti, un dibattito chiave in vista delle elezioni regionali e comunali chi si terranno il 28 maggio.

La norma, tra le altre cose, prevede anche limiti temporanei per i nuovi contratti nelle aree “tesnionadas” (che possiamo tradurre con “stressate”), la creazione di un indice di riferimento che determinerà gli affitti pagati per gli appartamenti e la protezione intorno agli sfratti di persone in situazioni di vulnerabilità. Il presidente del governo, Pedro Sánchez, l’ha definita una «pietra miliare» «per la maggioranza sociale», e in particolare per i «giovani», riporta il quotidiano spagnolo El País.

L’iniziativa, che era ferma da più di un anno all’iter parlamentare, ha ottenuto 176 voti favorevoli, 167 contrari e un’astensione. Ione Belarra, ministra degli Affari sociali, si è dichiarata «orgogliosa di difendere la prima legge sulla casa della democrazia». Raquel Sánchez, ministra dei Trasporti, co-promotrice della legge nel governo insieme a Belarra, ha precisato che questa legge «non va contro nessuno», ma «cerca di riorientare l’intera politica abitativa».

Uno dei temi più importanti della norma è il limite al costo dell’affitto, che determina un aumento massimo che i proprietari non dovranno superare quando aggiornano la cifra a carico degli inquilini. Attualmente il tetto è fissato al 2% per tutte le case in affitto, ma si tratta di una misura temporanea che ha l’obiettivo di mitigare gli effetti dell’inflazione. Sarà in vigore fino alla fine del 2023, poi salirà al 3% e dal 2025 entrerà in vigore una nuova aliquota, che riguarderà solo le zone definite “stressate”.

Per essere considerate tali dai governi regionali e locali, così da poter imporre un tetto sia ai contratti già sul mercato che a quelli sottoscritti ex novo, le aree dovranno soddisfare almeno uno dei due criteri fissati dalla nuova norma: il costo medio del mutuo o dell’affitto più spese di base e forniture supera il 30% del reddito medio delle famiglie della zona; il prezzo di acquisto o affitto dell’abitazione è aumentato di almeno tre punti sopra il CPI regionale - indice dei prezzi al consumo - negli ultimi 5 anni.

A proposito di CPI, per evitare aumenti incontrollati, presto ne verrà riformulato uno nuovo, che entrerà in vigore nel 2025. La norma, poi, sancisce anche una diversa ripartizione dei costi iniziali tra inquilino e proprietario - spetterà ai locatori e non più agli inquilini, per esempio, pagare i costi di gestione della proprietà e la provvigione dell’agenzia che affitta l’immobile - e degli incentivi fiscali rivolti ai proprietari per abbassare i prezzi.

Per quanto riguarda gli sfratti, la legge ne migliora la regolamentazione e protegge le famiglie vulnerabili, concedendo il tempo necessario ai servizi sociali per offrire soluzioni abitative alternative adeguate “tenendo conto delle loro condizioni di vulnerabilità sociale ed economica, nonché della loro situazione personale e familiare”, sottolinea la norma. Gli sfratti senza una data e un’ora prestabilite saranno vietati.

Sánchez, intervistato dai giornalisti dopo il voto, ha dichiarato che «ci stiamo lasciando alle spalle il modello neoliberista che ha portato speculazione e corruzione. Questa nuova politica è una risposta ai veri problemi dei cittadini e ci aiuta a rispettare la Costituzione, che afferma che l’alloggio è un diritto umano». L’opposizione conservatrice e molti nel settore immobiliare sostengono che la nuova legge, al contrario, porterà all’eliminazione delle proprietà in affitto dal mercato. Il disegno di legge deve ancora essere approvato dal Senato spagnolo, ma probabilmente passerà ed entrerà in vigore prima delle elezioni regionali di maggio.

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