Culture

Antidoti (letterari) ai complottismi

Perché le teorie cospirazioniste sono così diffuse? Perché tutti, almeno una volta, siamo caduti nella “tana del Bianconiglio”? Come possiamo combatterli? Ecco 3 libri per rispondere a queste domande e a molte altre

QAnon e l’11 settembre. Il Covid e la terra piatta. I rettiliani e la grande sostituzione etnica. Gli Illuminati e le scie chimiche. Lo sbarco sulla Luna e i vaccini. Il 5g e l’omicidio Kennedy. Il Piano Kalergi e la morte (e il clone) di Avril Lavigne (ma anche di Britney Spears e Pippo Franco). Redpillatori e Protocolli dei Savi di Sion. I complotti sono tantissimi, e sono tutto intorno a noi.

Possiamo riderne, esserne affascinati o conturbati, possiamo pensarci superiori o passare ore nei più remoti angoli del web per trovare conferma delle più improbabili teorie, possiamo credere che tutto sia un complotto o che niente lo sia, ma la realtà è che volenti o nolenti con le teorie cospirazioniste dobbiamo fare i conti. La loro capacità di coinvolgere e muovere le opinioni di milioni di persone, spesso con conseguenze anche drammatiche, sono qualcosa che non possiamo ignorare.

Dobbiamo conoscerli, capire come e perché nascono e si diffondono e cosa fa si che una semplice fake news si trasformi in un vero e proprio sistema di pensiero. Per farlo, oggi ti proponiamo 3 libri su complotti e teorie cospirazioniste: non solo per comprendere di cosa parliamo davvero, ma anche perché queste fantasie si sviluppano e vengono alimentate e perché, magari in fondo in fondo, c’è un complottista dentro ciascuno di noi.

Complotti. Da Qanon alla pandemia, cronache dal mondo capovolto, Leonardo Bianchi, Minumum Fax, 323 p., 18€

Quello del giornalista Leonardo Bianchi – che insieme a La Gente. Viaggio nell’Italia del risentimento e a un libro in lavorazione costituisce trilogia – è uno dei libri più approfonditi e documentati sul mondo dei complotti e dei complottisti, e una lettura immancabile per chi voglia capire i come e i perché che alimentano e rendono potenti queste narrazioni.

Le teorie cospirazioniste, come spiega Bianchi citando il professore di storia intellettuale Nicolas Guilhot, vanno a colmare la “mancanza di visione politica” e “costruiscono ponti” (magari non solidissimi) per attraversare un “presente catastrofico.” Tutti, nessuno escluso, siamo caduti almeno una volta nella tana del Bianconiglio: non solo i pazzi paranoici, quello dei complotti è un bisogno (sì, un bisogno) universale.

Il libro analizza non solo i complotti principali dipingendone un quadro organico, ma anche come il diffondersi delle teorie del complotto sia cambiato nel tempo - diventando progressivamente più partecipativo - e il modo in cui la pandemia si è trasformata in un boost a questo fenomeno, per cui oggi “ci troviamo in una contingenza storica in cui le teorie del complotto sono simultaneamente rigettate e accettate”.

La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema, Wu Ming 1, Edizioni Alegre, 592 p., 20€

Com’è stato possibile? Cosa ha permesso a QAnon di nascere e ingrandirsi? Quali bisogni ha intercettato?. Da queste domande muove il libro di Wu Ming 1, uno degli autori del collettivo bolognese che ha firmato con lo pseudonimo di Luther Blisset il romanzo storico Q, che con la teoria cospirazionista nata negli Usa sembra condividere ben più che la lettera iniziale.

Il suo, però, non è solo un appassionante excursus su come QAnon sia nato e si sia sviluppato ma anche, e soprattutto, su cosa intendiamo quando parliamo di complotti, partendo dalla definizione o, meglio dalle definizioni, per formulare quella corretta e per individuare le parole giuste per indicare questo fenomeno. Alla più comune “teoria del complotto”, infatti, Wu Ming 1 preferisce la “fantasia del complotto”, non solo perché l’espressione è un’infelice traduzione di un false friend inglese (“theory” viene utilizzato negli Stati Uniti per indicare una “congettura” e non una “teoria”) che ha portato a utilizzare un termine con maggior prestigio, ma anche perché l’obiettivo non è tanto screditare chi crede ai complotti ma quali sono i meccanismi che portano a farlo.

Perché, questo è il messaggio del libro, nessuno è al sicuro e tutti potemmo cadere in una di queste fantasie cospirazioniste. Tanto più che queste narrazioni “divisive” sono un potentissimo strumento (che il debunking e il fact checking paradossalmente rischiano di rafforzare) per screditare “gli altri” e, in ultima istanza, rafforzare il potere.

Menti sospettose. Perché siamo tutti complottisti, Rob Brotherton, Bollati Boringhieri, 320 p., 14€

Che nessuno sia esente dal rischio di cadere in una fantasia del complotto è il cuore del libro di Rob Brotherton, che studia da anni come funziona la mentalità complottista, la psicologia del complotto e i motivi per cui ci spingono a credere a teorie più o meno inverosimili.

Il libro smonta una dopo l’altra molte delle idee sbagliate che abbiamo sui complottismi: non sono aberrazioni psichiche di pericolosi sociopatici, non colpiscono solo le menti particolarmente paranoiche, né sono una delle cifre del nostro tempo, in crescita grazie ai social: sono invece “il prodotto del funzionamento del nostro cervello e la radice stessa del verbo credere”.

Più che smontare i complotti e svelarne le dinamiche, Brotherton scandaglia i meccanismi del cervello umano e, in particolare, quelli in grado di attivare pensieri di tipo complottistico, mostrando come siano presenti nella struttura mentale di ognuno di noi.

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