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Elezioni Turchia, Erdogan: cala il consenso ma rimane in testa

Secondo i sondaggi riportati da Euronews, il Presidente in carica è al 32% mentre il principale candidato d’opposizione al 27%. Inflazione, dissenso, terremoti: cronistoria di come il leader dell’Akp ha perso popolarità
Credit: EPA/SEDAT SUNA.
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18 aprile 2023 Aggiornato alle 08:00

Il leader d’opposizione alle prossime elezioni Presidenziali turche del 14 maggio sarà Kemal Kılıçdaroğlu, segretario del Partito Popolare Repubblicano Chp.

Lo scorso mese (6 marzo), dopo 2 giorni di confusione, si è ricomposta la frattura che rischiava di far saltare il progetto di coalizione dei 6 partiti che si oppongono al leader dell’Akp - Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Erdogan, appunto).

In particolare, Meral Aksener del Partito nazionalista kemalista Iyi, inizialmente non convinta della scelta del frontman della coalizione, aveva abbandonato il tavolo dei 6 ma, successivamente, ha accettato un compromesso: candidare i sindaci di Ankara (Mahsur Yavas) e di Istanbul (Ekrem Imamoglu), entrambi esponenti del partito Chp, come vicepresidenti e che lei stessa aveva indicato come adatti alla leadership.

Le ragioni della sua iniziale ostilità sono radicate anche nell’identità curda (da sempre perseguitata in Turchia) di Kılıçdaroğlu, che professa inoltre la religione alevita.

Il “campo anti Erdogan” comprende, oltre ai 2 partiti principali già menzionati, il Deva di Ali Babacan (in passato ministro dell’Economia con Erdogan), l’esordiente Futuro di Ahmet Davutoglu (anche lui in passato ministro degli Esteri, ex premier dal 2014 al 2016), il Partito della Felicità Saadet (coordinato da Temel Karamollaglu) e, infine, il Partito Democratico di Gultekin Uysal.

«Non sono solo io - ha dichiarato Kılıçdaroğlu a una folla di migliaia persone riunita fuori il quartier generale del Chp (Ankara) a marzo - 84 milioni di persone sono candidate per questa posizione»

Come riportato da Balkan Insight, dopo l’annuncio ci sono stati segni di crescente fiducia da parte del resto dell’opposizione. Infatti, anche la sinistra guidata dal Partito democratico popolare filo-curdo Hdp ha suggerito che potrebbe astenersi dallo schierare il proprio candidato, per sostenere il leader del Chp.

Tra le promesse del principale avversario di Erdogan, la lotta alla corruzione e il ritorno nella Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza contro le donne.

A ridurre le chance di vittoria di Kılıçdaroğlu al primo turno (per cui è necessario ottenere più del 50% dei voti) c’è la decisione dell’ex membro del centrosinistra Muhammer Ince, presidente dell’Homeland Party, di unirsi alla corsa alle presidenziali.

Come riportato da Reuters, già prima dei catastrofici terremoti che hanno colpito il sud-est della Turchia, Erdogan aveva visto la sua popolarità dimezzarsi a causa dell’inflazione, salita ufficialmente al 64% nel 2022 secondo il Turkish Statistical Institute (Tuik).

“Secondo gli ultimi sondaggi di opinione condotti da 11 diverse società - scrive Euronews - l’Akp (di Erdogan, ndr) è in testa alla corsa con oltre il 32% dei voti, seguito dal Chp (Kılıçdaroğlu, ndr) che dovrebbe vincere intorno al 27,6%. Hdp - aggiunge - è al terzo posto con circa il 10,7%”.

Da quando il suo partito è stato eletto nel 2002, Erdogan non ha mai affrontato una seria minaccia elettorale; da quel momento, ha progressivamente plasmato la Turchia secondo la sua visione di una società più conservatrice e i suoi obiettivi di tornare a essere una potenza militare regionale imperialista, come dimostrato dagli attacchi alla popolazione curda nel nord della Siria e in Iraq.

La criminalizzazione del dissenso era già una pratica “normale” nei confronti della popolazione curda, ma con il Presidente in carica è diventata prassi anche verso tutte le altre forme di opposizione al suo operato: non è stata risparmiata nemmeno la copertura del più grave terremoto degli ultimi decenni. Infatti, oltre ai cittadini (puniti per la diffusione di post che criticavano i mancati aiuti del Governo), anche i giornalisti sono stati arrestati per aver diffuso notizie relative al terremoto.

Ma le proteste contro il Governo sono sempre più intense, anche all’interno di molti stadi e palazzetti sportivi. Il sentimento delle tifoserie potrebbe presagire quello che sarà il sentimento pubblico di fronte alle elezioni più importanti della storia turca.

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