Diritti

Africa: discriminazioni e stregoneria contro gli albini

In Tanzania, Kenya e Malawi spesso alle persone con albinismo vengono negate istruzione e lavoro. A causa del colore della loro pelle, in alcune regioni vengono uccise per rituali mistici
Credit: Antonio Dillard
Tempo di lettura 4 min lettura
19 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

È in Paesi come la Tanzania, il Kenya e il Malawi che gli albini sono maggiormente discriminati, essendo la loro presenza relativamente elevata a causa dei matrimoni tra consanguinei.

Proprio in questi territori, gli albini sono visti da alcuni come una maledizione, da altri come persone dotate di poteri in grado di procurare ricchezza o curare le malattie.

In Africa, molte persone ripongono la propria fiducia nella stregoneria, che infatti conserva grande forza e potere, essendo più economica dell’intervento di un medico. Gli incantesimi più richiesti dai politici e dai cercatori d’oro più avidi sono quelli che permettono di ottenere buona salute e fortuna.

Tuttavia, queste persone ben sanno che le loro richieste saranno esaudite a discapito di altri esseri umani. Gli albini sono a tutti gli effetti vittime di una superstizione omicida.

Molti di loro sono subiscono violenze, i neonati vengono mutilati, i bambini aggrediti e le parti dei loro corpi vengono tagliate e scambiate per centinaia di dollari per poi essere utilizzate per compiere rituali magici.

Gli stregoni sostengono che gli albini possiedano dei poteri soprannaturali e per questo motivo, per compiere i riturali, richiedono alcune parti dei loro corpi: un braccio piò essere scambiato per più di 500 dollari e l’intero corpo per più di 70.000.

In Tanzania, le autorità hanno intrapreso una lotta contro la stregoneria, arrestando un gran numero di sedicenti “maghi”: questo però non è l’unico problema. Gli albini subiscono anche quotidiane discriminazioni e limitazioni all’accesso all’istruzione, alla possibilità di sposarsi e lavorare.

Le associazioni di albini rivendicano il proprio diritto alla dignità, chiedendo solo di potere vivere come tutti gli altri: liberi di studiare e di lavorare a prescindere dal colore della pelle.

In effetti, l’alto livello di povertà nelle regioni più sottosviluppate dell’Africa è in parte responsabile di questo vergogna, poiché la discriminazione è una conseguenza diretta del basso livello di istruzione e delle condizioni di vita che alimentano questi comportamenti nella popolazione.

Les albinos, un stigmate qui dure toute la vie

C’est dans des pays comme la Tanzanie, le Kenya et le Malawi que les albinos sont le plus stigmatisés, car ils sont relativement nombreux dans ces pays en raison des mariages entre consanguins, et sont considérés par certains comme une malédiction et, par d’autres, comme ayant des pouvoirs qui peuvent les rendre riches ou guérir des maladies.

En Afrique, la sorcellerie garde force et puissance, elle est surtout beaucoup moins chére qu’un médecin, les incantations qui permettent d’obtenir bonne santé et fortune sont très demandées par les politiciens et les chercheurs d’or auprès des féticheurs ; cependant ces hommes le savent, que d’autres vont le payer de leur chairou de leur vie, les albinos sont victimes d’une supertision meurtrière.

Beaucoup d’albinos sont victimes de violences, de bébés mutilés, d’enfants attaqués et de parties de leur corps coupées et èchangées contre des centaines de dollars pour de la sorcellerie.

Les sorciers prétendent que les albinos ont des pouvoirs surnaturels, de sorte que pour un rituel le sorcier réclame une partie de leur corps : un bras peut être èchangé pour plus de 500 dollars et pour le corps entier pour plus de 70.000 dollars.

En Tanzanie, les autorités ont participé à la lutte contre la sorcellerie en arrêtant plusieurs sorciers, mais cette lutte n’est pas la seule. Les albinos souffrent ègalement de discrimination quotidienne, ils ont un accès limité à l’éducation, au mariage et à l’emploi.

Les associations d’albinos revendiquent un droit à la dignité, à vivre comme les autres, à être libre d’étudier et de travailler sans tenir compte de la couleur de leur peau.

En effet, la grande pauvreté qui règne dans les régions sous-développées d’Afrique est en partie responsable de ce massacre : car la discrimination est première conséquence du bas niveau d’éducation et de conditions de vie, qui alimentent ces attitudes dans la population.

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