Diritti

Salario minimo: che cosa pensano i sindacati?

La commissione Lavoro della Camera ha audito Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulle proposte di legge depositate dalle opposizioni. Ti spieghiamo ciò che è emerso
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17 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

Possibilisti e contrari, differenze tra chi è disposto a discuterne e chi invece boccia l’idea in toto. I sindacati non hanno la stessa idea sul salario minimo. Del resto, nemmeno i partiti delle opposizioni hanno una proposta unitaria su un tema che vede la netta contrarietà del Governo Meloni.

La commissione Lavoro della Camera sta esaminando ben cinque proposte di legge diverse, presentate da Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. E proprio in quella sede lo scorso 12 aprile sono state audite le principali sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Possibilisti

Per la Cgil “ogni ragionamento sul tema del salario e della contrattazione ha necessità di ancorarsi al tema della rappresentanza”. Il principale sindacato italiano chiede un provvedimento per verificare rappresentanza e rappresentatività delle varie organizzazioni “ai fini della contrattazione collettiva” e una “soglia di legge” sotto la quale il salario “non può scendere”.

Sul salario minimo bisogna quindi “rendere complementari la funzione della contrattazione collettiva, con riferimento ai contratti maggiormente applicati nei diversi settori e la definizione di una soglia per legge”, si legge in una memoria presentata dalla Cgil. Nel corso dell’audizione in commissione Lavoro la segretaria confederale Francesca Re David ha spiegato che sulla retribuzione minima vanno considerati “tutti gli elementi retributivi con carattere generale e continuativi”.

Per la Uil la contrattazione rimane “uno strumento principe” ma una legge sul salario minimo può “rappresentare un passo avanti verso una legislazione di sostegno ai contratti nazionali maggiormente rappresentativi”.

La sigla sindacale si è dichiarata favorevole a valutare una “soglia minima di garanzia”, al di sotto della quale la contrattazione non dovrebbe scendere. La Uil ritiene i “contratti collettivi nazionali sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi” come “lo strumento essenziale per tutelare i salari nei diversi settori economici”, pur dichiarandosi disposta a “avviare un confronto di merito” sul tema sollevato dalle proposte di legge depositate dai partiti di opposizione.

Contrari

Invece la Cisl ha una posizione critica sul salario minimo. Nel corso dell’audizione in commissione Lavoro il segretario confederale Giulio Romani ha spiegato che «siamo radicalmente contrari a un importo minimo che non sia definito dalla contrattazione ma dalla legge». Questo perché «in un sistema di contrattazione diffuso e ben radicato come quello italiano un elemento di competizione attraverso il salario minimo significa allontanare le aziende che fanno fatica a stare in un contratto collettivo nazionale di lavoro dalla contrattazione collettiva stessa che è l’unico strumento attraverso il quale raggiungere una retribuzione dignitosa». Critiche sono arrivate anche dalla Ugl, che ritiene “non utile un intervento del legislatore per l’introduzione di un salario minimo legale orario, essendo sufficiente il ruolo della contrattazione collettiva”. Con quest’ultima “il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del suo lavoro e comunque tale da assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa, così come disposto dall’articolo 36 della Costituzione”.

Commentando con una nota le audizioni delle varie sigle sindacali la relatrice delle proposte di legge e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro Marta Schifone ha ribadito la posizione del Governo, spiegando che «a poco o nulla servirebbe imporre per legge un salario minimo», ritenuta una misura «poco incisiva».

Mentre il Movimento 5 Stelle ha accolto positivamente le aperture di Cgil e Uil. «Non abbiamo mai messo in discussione il ruolo e l’importanza della contrattazione collettiva. Al contrario, con la nostra proposta intendiamo valorizzare quella sana al fine di mettere in fuorigioco gli accordi pirata», hanno spiegato i deputati M5S Valentina Barzotti e Riccardo Tucci.

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