Ambiente

Raffineria Isab Priolo venduta per 1,2 miliardi (lavoratori compresi)

Il Governo ha dato l’ok alla cessione dell’impianto, ma 4 paletti: tutela dei 12.000 posti di lavoro, tracciabilità dei rifornimenti, riconversione green e gestione degli scarichi del depuratore
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13 aprile 2023 Aggiornato alle 12:00

La vendita della raffineria ISAB di Priolo, dal gigante russo Lukoil al fondo cipriota Goi Energy, passa attraverso il Golden Power del Governo, che dà l’ok e pone 4 condizioni. Tra le priorità ci sono l’ambiente e la salvaguardia dei 12.000 posti di lavoro dell’impianto più grande d’Italia. La struttura ha una capacità di raffinazione di 12 milioni di tonnellate di petrolio grezzo, circa il 25% del fabbisogno nazionale.

Stando alle ultime notizie, l’operazione andrà definitivamente in porto nelle prossime settimane con il versamento di 1,2 miliardi di euro, riporta Il Sole 24 Ore. Un primo paletto fissato dall’esecutivo verte sul fatto che i rifornimenti petroliferi siano tracciabili, sostanzialmente per evitare che provengano dalla Russia o da altri Stati destinatari di sanzioni ed embarghi.

Restano inevitabilmente sullo sfondo le implicazioni internazionali della guerra in Ucraina, le misure restrittive inflitte al Cremlino e la conseguente cessione di ISAB da parte di Lukoil. Tra l’altro, Mosca ha cercato di sfruttare i Paesi terzi e le aziende internazionali con sede legale fuori dall’Unione europea per aggirare le sanzioni imposte.

Riguardo alla tutela dei posti di lavoro, Goi dovrà garantire il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali esistenti. Nelle prescrizioni c’è poi un certo grado di attenzione per i temi ambientali: il fondo di Cipro ha già promesso che programmerà la riconversione green del sito, attraverso investimenti ad hoc, oltre che occuparsi di gestire al meglio gli scarichi del depuratore.

Le news sulla vendita arrivano dopo un lungo processo. Il 9 gennaio 2023 è stata siglata l’intesa tra Lukoil e Goi mentre il 4 febbraio la raffineria siciliana è stata dichiarata “sito di interesse strategico nazionale”. Poi il 17 marzo il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto hanno firmato un decreto ministeriale per la continuità dell’attività produttiva e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente. Da questa settimana, finalmente c’è il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ma solo dopo l’attivazione del Golden Power (i poteri speciali che il Governo può far valere nell’ambito di asset strategici, per dettare condizioni eccezionali anche nel caso di dinamiche societarie e finanziarie come acquisti di partecipazioni).

D’altra parte, le difficoltà presentate dall’operazione industriale sono state paragonate a quelle della vicenda dello stabilimento dell’ex Ilva di Taranto.

L’impianto ISAB del polo petrolchimico di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, nasce nel 1972 come Industria Siciliana Asfalti e Bitumi e oggi è uno dei più grandi siti industriali europei. Si occupa di raffinazione, gassificazione e cogenerazione di energia elettrica, creando un complesso che vede 3 punti diversi connessi tramite un sistema di oleodotti. È l’ultima raffineria costruita e avviata in Italia. Ora sarà un po’ cipriota.

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