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Perché i tuoi amici amano le note vocali?

Gli audio permettono di esprimere sentimenti complessi (fraintendibili nei messaggi) oltre che fare altro mentre li si registra. Ma se superano 1 minuto…
Clem Onojeghuo
Clem Onojeghuo
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
13 aprile 2023 Aggiornato alle 11:00

Messaggi scritti, telefonate, chat video, riunioni fiume su Google Meet, Microsoft Teams e Zoom. E poi, ci sono loro, quelli che apprezzano una forma diversa di comunicazione: le note vocali.

Se hai avvertito un brivido lungo la schiena nel leggere quelle 2 paroline accostate l’una all’altra, chiaramente non fai parte di questa categoria. I messaggi vocali, in effetti, o si odiano o si amano. Si tratta di brevi registrazioni audio che le persone si scambiano nelle app di messaggistica più diffuse come WhatsApp, iMessage e Telegram.

L’anno scorso proprio WhatsApp, che ha introdotto per la prima volta la funzione nel 2013, ha dichiarato che ogni giorno vengono inviati oltre 7 miliardi di messaggi vocali sull’app. Il 62% degli americani, scrive Vox, afferma di aver inviato almeno un messaggio vocale e circa il 30% comunica in questo modo quotidianamente, persino più volte al giorno, secondo un sondaggio condotto su 1.000 adulti statunitensi da YouGov per Vox.

I giovani utilizzano ancora di più i messaggi vocali: circa il 43% dei ragazzi di età compresa tra 18 e 29 anni, che hanno partecipato al sondaggio, hanno ammesso di utilizzare la funzione almeno una volta alla settimana.

C’è chi utilizza le note come alternativa a lunghe telefonate di aggiornamento, magari per mantenere i contatti con gli amici che vivono all’estero con fusi orari opposti. Con i vocali, in effetti, si possono fornire dei resoconti significati riguardo le novità della propria vita e della propria routine senza sovraccaricare i destinatari di messaggi scritti particolarmente lunghi e articolati.

Può richiedere più tempo ascoltare una clip audio di 2 o 3 minuti, piuttosto che scorrere un testo, ma d’altronde, in presenza di messaggi audio, c’è meno pressione per rispondere subito, e in genere lo si fa quando si ha tempo per ascoltare davvero, così da replicare in modo completo e profondo.

I messaggi vocali sono in grado di racchiudere e di esprimere sfumature che un laconico o sbrigativo messaggio scritto difficilmente potrà trasmettere. Il fatto che le persone stiano adottando uno strumento di messagistica diverso, se vogliamo più espressivo, per parlare tra loro può riflettere un fenomeno più profondo: il desiderio di rafforzare le relazioni e i rapporti umani che arricchiscono la nostra vita dopo un periodo di isolamento dovuto alla pandemia.

Diverse ricerche hanno dimostrato che ascoltando la voce di qualcuno, anche per pochi secondi, le persone possono cogliere quelli che vengono chiamati “segnali paralinguistici”, che nel testo naturalmente non è possibile individuare. Questi segnali, per esempio un tono di voce un po’ più alto quando si è nervosi o eccitati, aiutano chi parla a non essere frainteso, soprattutto quando si tratta di comunicare emozioni complesse come il sarcasmo o l’umorismo.

Per esempio, lo studio condotto da Juliana Schroeder, professoressa alla Haas School of Business di UC Berkeley, ha dimostrato che le persone hanno maggiori probabilità di essere empatici e di comprendere lo stato mentale in cui si trova l’interlocutore quando hanno la possibilità di ascoltarne la voce. In un esperimento che Schroeder ha svolto nell’ambito della sua ricerca, un gruppo di persone con idee liberali che ricevevano le opinioni di una persona che sposava ideali conservatori avevano una percezione meno negativa del comunicatore quando le ascoltavano parlare, rispetto a quando leggevano una trascrizione dello stesso identico audio.

In genere messaggi vocali si preferiscono quando occorre esprimere sentimenti complessi che possono confondersi tra le righe di un testo scritto: come, quando si è ricevuto un “ok” o un “va bene” piuttosto lapidari e si cerca di capire se l’altra persona possa essere arrabbiata. In sostanza, i messaggi vocali possono aiutare a chiarire errori di comunicazione.

I vantaggi nel mandare note audio piuttosto che messaggi scritti sono molti: per esempio, consentono di fare altro mentre li si ascolta, ma anche mentre li si registra. Al contrario, messaggi e telefonate condizionano molto di più, nei tempi e nelle modalità, entrambi gli interlocutori.

I messaggi vocali, poi, sono “universali”, perché rendono semplice, anche per una persona che parla con difficoltà una determinata lingua esprimersi ed essere compresa, cosa molto più complessa nella scrittura. Nel sondaggio YouGov, su 1.000 utenti americani, circa il 13% ha affermato di utilizzare i messaggi vocali proprio per tentare di superare le barriere linguistiche.

La messaggistica vocale tendenzialmente è più popolare in alcune parti del mondo rispetto ad altre: risulta particolarmente utilizzata, per esempio, tra gli utenti di WhatsApp in America Latina e Africa occidentale.

La domanda che occorre porsi, però, è: stanno davvero apportando un miglioramento significativo alle nostre interazioni? O si tratta piuttosto di una moda, come la meteora di Clubhouse?

Ascoltare minuti e minuti di note audio, fiumi di confessioni e dettagli può essere complesso: per questo, WhatsApp ha implementato le funzionalità per consentire agli utenti di ascoltare gli audio con velocità di riproduzione più elevate. L’azienda sta anche testando la trascrizione automatica per i messaggi vocali, un modo per carpire il contenuto dei messaggi vocali più rapidamente, ma che rischia anche comprometterne il fascino.

A dispetto di tutte queste funzioni ulteriori, i messaggi vocali possono essere più impegnativi, perlomeno per il destinatario, rispetto agli sms e non hanno gli stessi vantaggi della comunicazione “sincrona” come una telefonata o una chat.

Ma, è proprio questo il punto: i messaggi vocali non sostituiranno mai l’efficacia di un messaggio scritto o la conversazione in tempo reale, fatta di botta e risposta, di una telefonata vera e propria. Le note audio sono un compromesso interessante tra questi due mezzi.

Oggi che la comunicazione può declinarsi in tantissimi modi diversi ed è significativo che la scelta molto spesso ricada proprio sui messaggi audio. Segno che le persone, in particolar modo i giovani, non si limitano a utilizzare “di default” messaggi, chiamate o chat video, ma sperimentano invece nuovi modi per comunicare efficacemente.

Sfortunatamente, per chi sarà costretto ad ascoltare minuti e minuti di note vocali che descrivono minuziosamente i primi appuntamenti disastrosi dei propri amici, è probabile che il messaggio audio non sia solo una moda del momento.

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