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Apo Whang-Od: la tatuatrice centenaria custode di una tradizione millenaria

Immortalata sulla copertina di Vogue Filippine, usa la tecnica del batok, che prevede l’uso della spina di una pianta di agrumi inserita in una canna di bambù
Credit: Via thetimes.co.uk
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 aprile 2023 Aggiornato alle 11:00

Sono pochi i centimetri ancora immacolati sulla pelle di Apo Whang-Od, che si presenta come una grande tela piena di tatuaggi che ne ripercorrono l’intera esistenza. Dalle vittorie agli insuccessi, dalle malattie fino agli amori e amanti ormai lontani nel tempo, non manca nulla sul corpo di questa donna straordinaria ma sconosciuta quasi a tutti, eccezion fatta per i cultori dell’arte che porta avanti.

Apo Whang-Od è una tatuatrice filippina di 106 che ancora oggi pratica la tecnica millenaria del batok, creando sulla pelle disegni unici, che trasformano le persone stesse che li portano in opere d’arte viventi.

A celebrarne la grandezza e a renderla finalmente nota al grande pubblico ci sta pensando Vogue Filippine, che le ha dedicato la copertina della rivista del mese di aprile.

È la prima volta che una persona così anziana appare su una rivista di moda di tale prestigio. Il record prima di lei apparteneva a Iris Apfel, modella e imprenditrice statunitense che lo scorso agosto ha spento 101 candeline e che campeggia spesso sulle pagine patinate dei magazine di tutto il mondo.

Ad alzare l’asticella, dell’età ma non solo, è quindi Apo Whang-Od, nota anche con il nome di Maria Oggay.

Potersi fregiare di avere un tatuaggio fatto da lei non è semplice, visto che vive e lavora nel remoto villaggio di Buscalan, nella provincia di Kalinga, a circa 12 ore di distanza da Manila.

Nonostante ciò ogni anno sono tantissime le persone che per conoscerla e affidarsi alle sua sapienti mani si avventurano nelle montagne filippine, sfidando strade impervie e ricche di detriti, tratti scoscesi, nebbia, camion che sbucano all’improvviso e una viabilità nel complesso non troppo sicura.

I tatuaggi batok si riconoscono perché solitamente si compongono di linee geometriche. Per realizzarli Apo Whang-Od traccia per prima cosa il disegno sulla pelle con un inchiostro composto da carbone e acqua, poi la incide usando la spina di una pianta di agrumi chiamata pomelo, inserita in una canna di bambù, aiutandosi anche con un piccolo martello, sempre in bambù.

Considerata l’unica mambabatok (persona che tatua seguendo questa tecnica) in carica, ha imparato l’arte del tatuaggio a mano a soli 15 anni dal padre, che la fece diventare la prima donna a praticare questa tecnica.

Nelle foto pubblicate dal magazine, l’icona probabilmente inconsapevole della sua aurea appare esile, elegante e truccata semplicemente con un velo di rossetto rosso. Su braccia e il decolleté i passaggi più significanti della sua vita e i simboli dei But but Kalinga, un popolo di guerrieri feroci, la cui cultura affonda le sue radici nell’animismo e che per primi sfoggiarono disegni sulla pelle realizzati con la tecnica del batok.

Per loro il il tatuaggio era uno strumento identitario, un modo per comunicare chi erano e quali fossero i valori della loro società.

Come spesso accade anche in altre tribù, come a esempio i Maori neozelandesi, averne uno sulla pelle rappresentava un rito di passaggio e crescita. Per gli uomini significava essere insigniti del ruolo di guerrieri cacciatori di teste, mentre per le donne, oltre a simboleggiare il passaggio all’età adulta e a essere usato come decorazione, farsi un batok era un modo per propiziare la fertilità.

Apo Whang-Od negli anni ha «impresso i simboli della tribù Kalinga - che significano forza, coraggio e bellezza - sulla pelle di migliaia di persone in pellegrinaggio a Buscalan», come spiega Vogue Filippine.

Un tempo viaggiava in villaggi lontani e vicini, convocata dalle comunità per imprimere i simboli sacri dei loro antenati sul corpo. Ora chi vuole farlo va da lei e anche se i giovani filippini sembrano discostarsi sempre più da questa tecnica per virare verso quella più moderna fatta con le strumentazioni apposite, negli ultimi anni si sta registrando una lieve inversione di tendenza e una voglia sempre maggiore di riscoprire le radici della propria cultura.

«La tradizione andrà avanti fino a quando continueranno a venire a farsi tatuare. E io smetterò solo quando la mia vista diventerà offuscata», ha spiegato Apo Whang-Od, guardando anche al futuro della pratica.

Quest’arte può essere tramandata solo tra consanguinei e Whang Od, non avendo figli, l’ha insegnata alle sue due nipoti, Elyang Wigan e Grace Palicas, incaricate di portarla avanti quando lei non ci sarà più.

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