Diritti

A qualcuna piace l’ulcera

Lamentarsi o chiedere? Per ottenere davvero qualcosa è importante imparare - quando c’è bisogno - a domandare. In casa come in ufficio
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6 febbraio 2022 Aggiornato alle 08:00

Quali sono gli ostacoli che impediscono una vera e completa parità di genere sul lavoro e nella vita privata? Il problema è sicuramente sociale e politico (mancanza di infrastrutture, pregiudizi, politiche sociali inadeguate, ecc.), però per una volta vorrei puntare il dito su alcune caratteristiche del nostro sesso, che a mio parere minano la spinta propulsiva delle donne verso i traguardi non ancora raggiunti.

Mi riferisco a una perniciosa tendenza ancora purtroppo ben presente nei comportamenti di alcune (troppe) appartenenti al nostro sesso: “La vocazione alla lamentela”. Noi femminine siamo pericolosamente inclini al lamento e scarsamente predisposte alla richiesta assertiva. Piuttosto che chiedere esplicitamente preferiamo lamentarci noiosamente. Non riceviamo sufficienti aiuti nelle faccende domestiche? Ecco che ci incamminiamo sulla pericolosa china del “Devo fare sempre tutto io”, quando forse sarebbe più semplice un “Lo fai tu questo? Grazie”.

Il partner non ci presta sufficiente ascolto e comprensione? Ecco che ci lanciamo in contorte quanto inutili e tediose recriminazioni: “Lo sai caro, c’era una parte di me che amava una parte di te, che amava una parte di me, che amava una parte di te, che amava una parte di me che adesso non c’è più” E lui: “Chi è che parte?”.

I figli non ci aiutano in casa? Perché chiedere tranquillamente un aiuto? Meglio accumulare rabbia e frustrazione per giorni e giorni e infine esplodere in un urlo sovrumano che contribuirà a paralizzare definitamente la loro già scarsa inclinazione collaborativa.

Non dimentichiamo poi che se per caso riuscissimo a ottenere qualcosa dai famigliari, chessò, caricare la lavastoviglie, troveremmo totalmente inadeguato il loro modo di eseguire il compito e ci affretteremo a disfare il loro lavoro per rifarlo a modo nostro.

Il capoufficio non ci dà il meritato aumento di stipendio? Meglio uccidersi di straordinari lavorando fino a notte tarda, per dimostrare quanto sia brave ed efficienti, per poi vederci soffiare l’agognata promozione dal collega maschio che semplicemente ha avuto il coraggio di chiederla.

Lo sapevate che a fine carriera, a parità di mansioni e di stipendio iniziale, gli uomini hanno un patrimonio quasi doppio rispetto alle loro colleghe? Semplicemente perché hanno chiesto aumenti e promozioni. Le donne non chiedono, preferiscono l’ulcera.

Esorto dunque le appartenenti al mio genere, a uscire dal vizio della lamentela per passare alla virtù del saper chiedere. Come formatrice in ambito di leadership femminile, so che è tutt’altro che impossibile. Altrimenti finiremo tutte come quella mia amica in carriera che quando le chiesi: “Che cosa fai quando trovi il soffitto di cristallo?” Mi rispose: “Lo pulisco col Vetril”

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