Economia

Inflazione e crisi climatica sono le principali preoccupazioni

Secondo il Global Risk Report, i pericoli più importanti nel breve e nel lungo periodo sono rispettivamente l’aumento del costo della vita e il climate change. La soluzione è cooperare
Credit: Cottonbro studio
Tempo di lettura 3 min lettura
30 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

Secondo il Global Risks Report 2023 del World Economic Forum (Wef), i conflitti di natura geopolitica continuano a dominare lo scenario globale (in primis, la guerra tra Russia e Ucraina, che non accenna a placarsi), generando difficoltà di approvvigionamento di risorse naturali, generi alimentari, energia, oltre che tensioni economiche.

L’aumento del costo della vita e del debito pubblico, insieme al crescente rischio di recessione, rischiano di compromettere gli sforzi fatti per contenere le maggiori minacce a lungo termine.

Infatti, se il principale pericolo da fronteggiare nei prossimi 2 anni sarà l’inflazione (seguita dai disastri naturali ed eventi meteorologici estremi), il cambiamento climatico (con conseguente perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi) rappresenterà l’ostacolo maggiore dei prossimi 10 anni. È quanto affermato da oltre 1.200 esperti di varie aree (tra cui accademici, politici e aziendalisti) nell’ultima edizione del rapporto del Wef.

Gestire questi pericoli sarà una grande sfida per il futuro, in primis per le aziende che dovranno imparare a trasformare il rischio in opportunità di trasformazione e innovazione, in uno scenario in continua evoluzione.

Le imprese dovranno perciò passare da un approccio di gestione dei rischi classico e statico (come il rischio finanziario e di business) a un approccio strategico e dinamico, al passo coi tempi. Questo, è l’unico modo vincente per prepararsi agli eventi futuri che possono verificarsi (e il Covid ce l’ha insegnato!)

Dall’altra parte troviamo i Governi, impegnati a gestire crisi che minacciano l’ambiente, la società, la sicurezza informatica, e l’economia. e il clima di chiusura e rivalità che spesso si stabilisce tra Paesi non fa altro che aggravare i rischi a breve e lungo termine. Se le tensioni tra gli Stati continueranno ad aumentare, potrà esserci un rischio di corsa agli armamenti e di rimilitarizzazione, anche attraverso possibili attacchi informatici. E tutto ciò potrebbe distrarre dal raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni.

Il report del Wef, però, suggerisce una soluzione: tornare a collaborare tra Stati sembra essere l’unica via per mitigare il riscaldamento globale ed evitare così il collasso eco-climatico nei prossimi 10 anni. Solo definendo azioni comuni, all’insegna della cooperazione, è possibile realizzare miglioramenti nei confronti di problemi globali.

È importante concentrarsi contemporaneamente sui problemi legati sia al costo della vita che alla crisi climatica. E per farlo, è necessario che i Governi e le imprese collaborino, investendo in istruzione, salute, infrastrutture, assistenza.

Raggiungere l’obiettivo di 1,5°C e affrontare l’emergenza climatica entro il prossimo decennio è possibile, anche mentre si combattono crisi socioeconomiche. Le tecnologie innovative nel settore dell’energia rinnovabile, inoltre, ci vengono incontro

Insomma, “cooperazione” sembra essere la parola chiave per ridurre e ottimizzare il rischio globale nel 2023. Bilanciando le prospettive di breve termine con i rischi a lungo termine.

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