Rinnovabili: l’accordo europeo che alza l’asticella
Dopo una lunga notte di trattative l’Europa si risveglia con una marcia in più per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Sono state necessarie quasi 15 ore di negoziati ma alla fine l’Unione europea ha raggiunto un accordo provvisorio su obiettivi più elevati per implementare le energie pulite utili a combattere la crisi climatica e a smarcarci dalla dipendenza dai combustibili fossili.
Punto chiave dell’accordo è che entro il 2030 l’Ue a 27 Paesi si impegnerà a procurarsi il 42,5% della sua energia da fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, con un potenziale aumento fino al 45%. L’obiettivo era del 32%.
In sostanza, ogni Paese dovrà aumentare la sua quota di energie pulite. Nel 2021 quella ottenuta da fonti rinnovabili nell’Ue era intorno in media al 22% con realtà come la Svezia che toccava quota 63% oppure come Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Irlanda con meno del 13%.
Per ridurre davvero le emissioni legate ai gas serra del 55% entro il 2030 è però ormai chiaro come ogni Paese debba incrementare i propri sforzi in tutti i settori: per questo gli Stati per esempio dovranno, dice l’accordo, puntare ad aumentare al 29% la quota di rinnovabili nell’energia utilizzata dal settore dei trasporti.
Nel testo poi ci sono riferimenti anche a edifici (almeno il 49% di quota entro il 2030), industrie (aumento ogni anno dell’1,6% di rinnovabili) e settori in cui la quota di energie pulite dovrà essere basata su sistemi a basse emissioni di carbonio.
Ovviamente per centrare gli obiettivi serviranno massicci investimenti e secondo la Commissione entro il 2030 saranno necessari ulteriori fondi per 113 miliardi di euro in infrastrutture per l’energia rinnovabile e l’idrogeno per esempio, ma soprattutto serve più velocità.
Altro punto cruciale dell’intesa è infatti l’idea di permessi più rapidi per i progetti (azione di cui necessita tanto la lenta Italia per esempio). Lo scopo è “accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nel contesto del piano REPowerEU dell’Ue per diventare indipendente dai combustibili fossili russi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina” fanno sapere dall’Unione, ricordando che la diffusione delle energie rinnovabili dovrà essere di “interesse pubblico prevalente”.
Ora l’accordo sarà prima sottoposto ai rappresentanti degli Stati membri dell’Ue nel Comitato dei rappresentanti permanenti al Consiglio e poi al Parlamento per l’approvazione: “La direttiva - si legge nella nota europea - dovrà quindi essere adottata formalmente dal Parlamento e poi dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore”.