Ambiente

Giacimenti di metano: un’assicurazione contro i terremoti?

Uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Report, frutto della collaborazione tra ricercatori e geofisici italiani, ha incrociato dati sulla presenza di pozzi estrattivi e faglie sismiche. Con risultati sorprendenti
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7 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

Arriva una buona notizia per l’Italia, uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, grazie ai risultati di uno studio pubblicato dalla rivista americana Scientific Reports: la presenza di un giacimento di metano al di sopra di una grande faglia attiva indica che quella faglia difficilmente genererà forti terremoti, e viceversa.

I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), hanno analizzato un set di dati geologici e geofisici e hanno visto che la presenza di metano in giacimenti naturali costituisce una sorta di “assicurazione” contro eventi estremi come i terremoti. Grazie a 3 importanti banche dati geofisiche, ViDEPI, DISS e il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (CFTI), è stato possibile esaminare l’area che si estende dalla Pianura Padana occidentale all’Adriatico settentrionale e all’Abruzzo, storicamente considerata più̀ promettente per l’estrazione di metano in Italia.

Le banche dati hanno fornito informazioni di migliaia di pozzi per ricerca di idrocarburi perforati in Italia a partire dagli anni Quaranta, ma anche il censimento delle faglie del Mediterraneo centrale, in grado di generare forti terremoti, e il registro dei principali sisma accaduti nella stessa area di cui abbiamo notizie dalle fonti storiche. Sono state condotte relazioni spaziali di 18 faglie sismogeniche note e 1.651 pozzi perforati per lo sfruttamento del gas nella principale provincia di idrocarburi dell’Italia centro-settentrionale.

«Questo eccezionale insieme di dati è stato analizzato attraverso tecniche statistiche, che hanno permesso di rendere solida e quantitativa l’ipotesi di partenza: ovvero che la presenza di un giacimento di metano al di sopra di una grande faglia attiva indichi che quella faglia difficilmente genererà forti terremoti, e viceversa», ha spiegato Stefano Parolai, direttore del Centro di ricerche sismologiche dell’OGS.

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha sottolineano come sia noto che nelle aree sismiche più̀ importanti del settore studiato, ne è un esempio la costa marchigiano-romagnola o nelle zone della bassa modenese colpite dai terremoti del 2012, non esistono giacimenti produttivi. Lo studio permette di dare un apporto scientifico nella valutazione delle pericolosità sismiche del settore, sottolineando come i risultati siano validi per tutte quelle zone di estrazione di metano con caratteristiche simili, non solo in Italia ma in tutto il Mondo.