Ambiente

Le Anziane per il Clima citano la Svizzera per inazione climatica

Sono almeno in 2.000, età media 73. Grazie a loro, la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo dovrà esprimersi, per la prima volta, sui piani climatici inadeguati di Berna
Credit: via Tvsvizzera.it
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29 marzo 2023 Aggiornato alle 18:00

Ci voleva un esercito di donne, nonne, pensionate con in testa il futuro delle nuove generazioni, più che il loro.

Per la prima volta in assoluto la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo dovrà esprimersi sui piani climatici inadeguati della Svizzera, Paese che circa 2000 signore hanno citato in giudizio per politiche in efficaci nell’affrontare l’emergenza clima che mette a rischio vita e salute.

Si fanno chiamare, simpaticamente, Anziane per il Clima: l’età media delle ricorrenti è infatti intorno ai 73 anni.

Sono sostenute da Greenpeace e appoggiate da molte associazioni ambientaliste: il loro scopo è accendere i riflettori sia sul problema del surriscaldamento globale, sia su quella inazione contro la lotta climatica” che da anni denunciano scienziati e milioni di giovani. Elisabeth Stern, una delle Anziane per il Clima, è chiarissima: «Alcuni dicono: perché vi lamentate, morirete comunque. Ma noi non vogliamo morire solo perché il nostro Governo non è riuscito a elaborare una politica climatica decente» spiega, ricordando insieme alle colleghe che «per la prima volta in assoluto la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo è chiamata ad accertare, nel corso di un’audizione pubblica, in che misura uno Stato come la Svizzera debba ridurre in modo più significativo le proprie emissioni di gas serra per tutelare i diritti umani della popolazione».

Ora siamo alle prime battute ma nel caso in cui la Cedu riconosca che la Svizzera sta violando l’articolo 2 (diritto alla vita) o l’8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Corte, allora il Paese alpino dovrà dare delle risposte concrete e si creerebbe un importante precedente.

Nel dettaglio le 2000 ricorrenti chiedono entro il 2030 un taglio delle emissioni svizzere “di oltre il 60%, invece del 34% previsto finora”.

Al fianco delle signore, con fiori e slogan, un centinaio di attivisti si sono presentati davanti alla Corte di Strasburgo. Appoggiano persone come Bruna Molinari, 81 anni e l’asma aggravata dalle ondate di calore, che si batte affinché una possibile sentenza possa aiutare le future generazioni. «Come nonna e madre, penso che abbiano il diritto di avere un clima migliore di quello che abbiamo noi», dice tossendo.

Altre, esprimono tutto il loro spirito battagliero: «Siamo state scambiate per donne anziane che non avevano un’idea chiara dei problemi… e penso che ora questo potrebbe ritorcersi contro di loro», ha detto abbozzando un sorrisetto Stefanie Brander, altra donna dell’associazione nata in un Paese, la Svizzera, che si sta riscaldando a più del doppio del tasso globale mentre i suoi ghiacciai si stanno sciogliendo rapidamente.

Per il Governo svizzero, il caso è inammissibile e secondo l’avvocato di Berna, Alain Chablais, qualsiasi misura prescrittiva emessa dalla corte rappresenterebbe «un’esagerazione, conferendole un ruolo quasi-legislativo».

Ma le Anziane per il Clima non mollano. Marie-Eve Volkoff, 85 anni, quando pensa al surriscaldamento innescato dall’uomo lo chiama “blocco climatico” perché è rimasta troppo a lungo ferme nel suo piccolo appartamento a Ginevra la scorsa estate per via delle tre ondate di calore che hanno colpito la città. «Ho dovuto limitare enormemente le mie attività, aspettare, con le tapparelle abbassate e l’aria condizionata accesa che l’ondata di caldo passasse, permettendomi di tornare alla vita normale», racconta Marie-Eve mostrando documenti medici che dimostrano come il suo battito cardiaco irregolare peggiora durante la stagione calda, costringendola a raddoppiare le sue medicine e sdraiarsi. «Sto combattendo per la mia vita e per la mia qualità di vita. Perché combatto? Perché non farà che peggiorare», aggiunge.

Le tempistiche sulla decisione di Strasburgo non sono certe, ma è probabile che possa volerci un anno prima di conoscere il verdetto. Nel frattempo, come già accaduto purtroppo ad alcune delle Anziane per il clima, alcune signore affermano di non avere più molto da vivere. «Potrei non essere più qui quando arriverà la decisione - chiosa anche Marie-Eve Volkoff - ma almeno ho fatto quello che potevo». La sua parte per lei, gli altri, e il Pianeta.

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