Wiki

Riparare gli oggetti sarà un dovere?

La Commissione europea ha approvato la proposta relativa alla creazione di norme che facilitino il recupero dei dispositivi riparabili, per ridurre la produzione dei rifiuti e seguire gli obiettivi del Green Deal
Credit: Nic Wood
Tempo di lettura 4 min lettura
30 marzo 2023 Aggiornato alle 12:30

In Ue, gettare via prodotti che potrebbero essere riparati causa ogni anno 35 milioni di tonnellate di rifiuti, 30 milioni di tonnellate di risorse sprecate e 261 milioni di emissioni di gas a effetto serra.

Per cercare di ridurre i rifiuti e promuovere la riparazione come scelta di consumo più sostenibile, la Commissione europea ha adottato una nuova proposta sul “diritto alla riparazione”. L’idea è istituire una serie di norme comuni che facilitino il recupero di dispositivi tecnicamente riparabili secondo gli obiettivi climatici e ambientali del Green Deal, con un beneficio anche per le tasche dei consumatori. Riparare anziché sostituire un prodotto ancora funzionale, secondo le stime presentate a sostegno di questa misura, comporterebbe per i cittadini europei un risparmio di circa 12 miliardi di euro all’anno.

«La riparazione è essenziale per porre fine al modello “prendi, produci, rompi e getta” così dannoso per il nostro Pianeta, la nostra salute e la nostra economia. Non c’è motivo per cui un filo difettoso o un ventilatore rotto debbano costringerci ad acquistare un prodotto completamente nuovo. L’anno scorso abbiamo proposto norme per garantire che i prodotti siano progettati per essere riparabili. Oggi proponiamo di fare della riparazione un’opzione facile e interessante per i consumatori», ha detto Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, in occasione della presentazione della proposta.

Secondo quanto emerso dagli studi affrontati dalla Commissione, l’accesso alla riparazione è però spesso considerato difficile dai consumatori. Per questo, la Commissione vuole introdurre maggiori garanzie legali, chiedendo ai venditori di offrire a chi compra il servizio di riparazione dei dispositivi, tranne nei casi in cui questa opzione è più costosa della loro sostituzione.

I produttori avranno anche l’obbligo di informare i consumatori riguardo i prodotti per i quali sono tenuti a fornire la riparazione, che sarà resa più accessibile anche attraverso strumenti che vanno oltre la garanzia legale. Tra questi, la Commissione vuole creare una piattaforma online per la riparazione che consenta di mettere in contatto gli acquirenti con i riparatori e i venditori di beni soggetti a ricondizionamento presenti sul territorio.

La proposta, che ora deve essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, prevede anche la diffusione di un modulo europeo che i consumatori potranno richiedere a qualsiasi riparatore per ricevere informazioni relative alla trasparenza delle condizioni di riparazione e del suo prezzo. Il criterio di riferimento sarà una nuova norma di qualità europea per i servizi di riparazione che dovrebbe aiutare i consumatori a individuare i riparatori che si impegnano a offrire una qualità di servizio superiore.

Il “diritto alla riparazione facile” intende integrare e rafforzare la direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde e spingere i produttori a sviluppare soluzioni sempre più sostenibili che riguardino l’intero ciclo di vita di un prodotto, come indicato anche dal piano d’azione per l’economia circolare.

Nella stessa direzione va la direttiva relativa alla progettazione ecocompatibile: “durabilità, riutilizzabilità, possibilità di upgrading e riparabilità del prodotto” sono solo alcuni dei requisiti stabiliti dall’Ue per quasi tutte le categorie di beni fisici ammessi nel mercato europeo.

Leggi anche
Innovazione
di Simone Cosimi 5 min lettura
Roma
di Alexandra Suraj 2 min lettura