Bambini

Per il 78% degli americani la qualità di vita dei figli peggiorerà

L’indagine, realizzata dall’istituto di ricerca Norc, ha fotografato il pessimismo economico generale diffuso negli States. Ma prima del crollo della Silicon Valley Bank…
Credit: Cottonbro studio
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 marzo 2023 Aggiornato alle 13:00

Sempre più americani dubitano che la vita dei loro figli sarà migliore della propria. Lo rivela il nuovo sondaggio riportato dal Wall Street Journal e realizzato da Norc, organizzazione di ricerca apartitica che monitora tendenze e cambiamenti sociali e ha sede alla University of Chicago.

Da 30 anni a questa parte, Norc realizza uno studio periodico riguardo la percezione degli statunitensi rispetto alla qualità della vita e alle prospettive di felicità delle generazioni future.

Quest’anno si è decisamente invertita la direzione di un trend storico: il 78% degli intervistati ha affermato di non essere sicuro che la qualità della vita dei propri figli sarà migliore rispetto al passato. È la percentuale più alta da quando il sondaggio ha incluso per la prima volta questa domanda, nel 1990. Tra l’altro, gli intervistati bianchi erano più propensi a dichiarare di non essere sicuri rispetto agli intervistati neri e ispanici.

La ricerca fotografa un crescente pessimismo economico e una diffusa sfiducia rispetto alle garanzie fornite da un buon titolo di studio: 4 intervistati su 5 hanno descritto lo stato dell’economia come non buono o addirittura pessimo, e quasi la metà ha affermato di aspettarsi che peggiorerà nel prossimo anno.

Solo il 12% si è descritto come “molto felice”, la quota più bassa mai registrata da quando Norc ha iniziato a chiederlo nel 1972, all’interno del General Social Survey. Appena 3 persone su 10 si definiscono “non molto felici”, la quota più alta mai registrata in mezzo secolo.

Il campione preso in considerazione quest’anno comprendeva 1.019 adulti, intervistati dall’1 al 13 marzo, la maggior parte prima del crollo della Silicon Valley Bank e delle successive turbolenze nel settore finanziario. Il 40% delle persone coinvolte nel sondaggio vive con grande preoccupazione le spese sanitarie e il pagamento di affitti e bollette.

Il mercato del lavoro, che fino a diversi mesi fa sembrava essere rimasta un’isola felice, oggi comincia a scricchiolare sotto il peso dell’insicurezza finanziaria e del costo della vita. Sull’onda lunga della pandemia, nei primi 2 mesi del 2023 le imprese hanno ampliato il personale, aggiungendo 800.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione era ai minimi storici. Tuttavia, l’inflazione rimane elevata e il 44% degli intervistati ha affermato che le proprie finanze versano in condizioni peggiori del previsto.

Inoltre, più di un terzo ha ammesso di non essere affatto soddisfatto di come se la sta cavando finanziariamente e meno di 3 su 10 concordano sul fatto che la propria famiglia abbia buone possibilità di migliorare il proprio tenore di vita.

Uno dei motivi per cui gli americani temono per il futuro delle prossime generazione è la sfiducia nelle opportunità sociali ed economiche offerte da un’istruzione universitaria. Circa il 56% degli intervistati ha affermato che una laurea di 4 anni non valeva l’investimento economico necessario: gli studenti, una volta laureati, non hanno competenze lavorative specifiche e, di contro, si indebitano fino al collo per permettersi gli anni al college. Il 42%, invece, ha comunque riconosciuto che ne è valsa la pena per le prospettive lavorative e di guadagno.

Un’altra inversione di tendenza: l’ultima volta che la domanda era stata posta, nel 2017, c’era ancora una maggioranza di persone che considerava l’istruzione universitaria degna dell’investimento.

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