Economia

Superbonus e villette: a un passo dalla proroga

Le votazioni in Commissione non sono ancora giunte al termine. Fra i nodi principali da sciogliere c’è la questione dei crediti incagliati, e nel frattempo emergono nuove truffe miliardarie
Credit: Kevin Kunstadt
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24 marzo 2023 Aggiornato alle 15:00

Fra i circa 90.000 cantieri in bilico dopo il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il Superbonus - equivalente secondo i dati dell’Ance (Associazione nazionali costruttori edili) a oltre 15 miliardi di euro di crediti bloccati nei cassetti fiscali di 25mila aziende edili – figurano anche quelli delle villette.

Depennata l’ipotesi - mai veramente abbracciata dal Ministero delle Finanze - di far compensare i crediti incagliati attraverso gli F24, ossia attraverso uno sconto sulle tasse riservato alle imprese di costruzione, come anche la possibilità di convertirli in titoli di Stato, il Governo punta sulla residua capienza fiscale delle banche, che potrebbero riprendere gli acquisti per un importo tra i 5 e 6 miliardi di euro.

Subito dopo l’emanazione dello stop varato dall’Esecutivo a Febbraio, la possibilità di trascinare il comparto edilizio nel fallimento aveva spinto alcune regioni e province (prima fra tutte Treviso) a entrare nel mercato dei crediti fiscali per diventarne acquirente e aiutare le imprese a disincagliare i crediti bloccati “in pancia”, annunciando operazioni di acquisto soprattutto da banche.

Ciò creava però problemi di bilancio pubblico, con forte rischio di indebitamento da parte delle pubbliche amministrazioni. Il Governo, dunque, ha deciso di bloccare le cessioni introducendo un divieto secco. Rimane comunque solida la probabilità che il Governo allunghi il tempo di utilizzo dei crediti fiscali a dieci anni, nell’attesa che le commissioni competenti trovino nuove soluzioni che ammorbidiscano le decisioni del Governo in modo tale da garantire una transizione più flessibile e aiutare le imprese edili in difficoltà.

La situazione risulta più chiara invece per le villette, cioè immobili unifamiliari e unità autonome soggette a lavori di ristrutturazione con il bonus edilizio, che potrebbero beneficiare di uno slittamento della data ultima entro cui detrarre il 110% delle spese dal 31 marzo al 30 settembre.

Per ora è solo una ipotesi quella avanzata dal deputato Fdi Andrea de Bertoldi alla commissione Finanze della Camera, ma avrebbe già ricevuto il benestare di maggioranza, opposizione – che già a Gennaio proponeva di estendere il superbonus anche alle case popolari per tutto il 2024 - e persino del Mef. L’emendamento intende infatti fornire maggiore respiro ai cantieri, oltre alla possibilità di portare in detrazione circa 2 miliardi per tutti i cantieri che alla data del 30 settembre 2022 presentavano un iter dei lavori completo almeno al 30%.

A inizio febbraio, durante un’audizione in Commissione, il direttore generale delle finanze del Mef Giovanni Spalletta aveva indicato con 110 miliardi il costo complessivo dei bonus, il 37,7 miliardi in più quanto previsto ai tempi in cui la misura fu varata. Durante gli anni in cui il superbonus ha fatto fiorire cantieri e ha dato uno scossone all’economia barcollante del post-covid, sono fioccate anche casi di truffe ai danni dello Stato, vera e propria spada di Damocle della cifra stimata da Spalletta.

Preventivi gonfiati a dismisura, lavori non realizzati e soldi comunque incassati.

L’ultima frode scovata dalla Guardia di Finanza ha una dimensione “inimmaginabile” secondo la nota del giudice del tribunale di Asti Federico Belli: tre miliardi e duecento milioni di crediti d’imposta falsi connessi a diversi tipi di bonus edilizi (come Ecobonus, bonus facciate e lo stesso superbonus) ma legati a cantieri mai iniziati, per la maggior parte dei casi riferiti a immobili inventati e case situate in Comuni inesistenti, intestate a persone diverse dai proprietari o addirittura decedute.

Una maxitruffa scoperta da due filoni di indagini separati, con circa quaranta indagati tra Avellino e Asti: millantavano migliaia di immobili per presentare progetti fittizi oppure realizzavano preventivi milionari per stalle e depositi agricoli con valori di mercato di poche migliaia di euro. Il bilancio delle vittime non è dei migliori, con decine di milioni di euro incassati e spariti nel nulla, prelevati a poco a poco dai conti correnti e spostati in remote banche cinesi.

Oltre alle intercettazioni telefoniche, il successo delle indagini è stato decretato della collaborazione fra le Fiamme Gialle e l’Agenzia delle Entrate, sancita da un apposito software che attraverso l’incrocio dei dati fiscali di aziende e società con cassetti fiscali pieni di crediti d’imposta o soggetti che ne avevano ceduto uno di recente- anche attingendo alle banche dati di Enea e Inail su efficientamenti energetici e operai impiegati nei cantieri - evidenziava eventuali incongruenze numeriche per scovare la truffa.

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