Ambiente

Toscana, contro la siccità arriva la città SpongeBob

Secondo Legambiente, questa soluzione urbana permetterebbe, grazie a speciali pavimentazioni permeabili e a cisterne di raccolta, di favorire l’infiltrazione e il recupero di acqua
Credit: ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO
Tempo di lettura 4 min lettura
23 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

In Toscana, Legambiente punta sulle “città spugnaper affrontare la siccità.

Si tratta di un nuovo modello di centro urbano capace di trattenere l’acqua e riutilizzarla.

Per esempio, propone l’organizzazione ambientalista, si possono inserire pavimentazioni permeabili per permettere le infiltrazioni delle acque piovane in parcheggi, parchi o aree di servizio. Queste però sono solo alcune delle iniziative ideate per «non sprecare neanche una goccia di oro blu», spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana.

Anche se mancano ancora alcuni mesi all’estate, la Toscana, come molte regioni del Centro e del Nord Italia, sta sperimentando una grave carenza idrica.

Nell’ultimo anno le piogge sono diminuite dell’11%, con un tonfo significativo nel mese di febbraio, quando le precipitazioni hanno segnato un -57% rispetto alla media del periodo. Il record negativo è stato registrato nel Grossetano e, in generale, nelle province meridionali, dove sono state registrate diminuzioni di acqua piovana del 70-80%.

«Dobbiamo rivedere le nostre città secondo nuovi paradigmi di resilienza, traguardare un modello territoriale che sappia farsi spugna rispetto alle precipitazioni, sempre più concentrate nel tempo e nello spazio», ha spiegato Fausto Ferruzza. Per questo, Legambiente propone di installare delle cisterne di raccolta in ogni isolato urbano, ma anche di rendere il suolo permeabile negli spazi pubblici.

Togliere «asfalto e cemento ovunque questa operazione sia possibile» è un modo per consentire al suolo di trattenere più acqua. «Si potrebbero utilizzare parcheggi, parchi pubblici o aree di servizio per inserire pavimentazioni che siano permeabili all’acqua per permettere l’infiltrazione delle acque piovane».

Queste sono tutte soluzioni basate sulla natura. Sono poi ideali da affiancare ai tradizionali invasi, previsti dal “piano laghetti”, proposto per salvare l’agricoltura, a livello locale e nazionale, da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) e Coldiretti. Anche per la Toscana, questo spazia dalle “città spugna” alla perimetrazione di aree forestali d’infiltrazione, con lo scopo di ricaricare le falde acquifere.

La regione ha già dei modelli virtuosi dai quali partire: in località Forni a Suvereto (Livorno), accanto al fiume Cornia, è stato inaugurato un nuovo invaso di infiltrazione. Che, con una superficie di 2.500 metri quadrati, permetterà di aumentare il volume d’acqua che viene infiltrato in falda, attualmente pari a 5.000 metri cubi al giorno. L’obiettivo è raggiungere un massimo quantitativo annuo di circa 2 milioni di metri cubi all’anno, e sfruttare, senza alterare la morfologia locale, la portata del Cornia, quando supera il minimo deflusso ecologico.

«La Toscana ha una elevata capacità di resilienza, dovuta principalmente agli invasi di Bilancino e Montedoglio. Ne servirà almeno un altro e stiamo sviluppando i necessari studi di fattibilità – ha spiegato l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni – Nel frattempo, però, dobbiamo mettere in atto anche soluzioni rapide, innovative, accessibili in termini economici».

L’invaso di Forni è stato costruito grazie ai fondi del progetto europeo Life Rewat. I finanziamenti per quest’anno raddoppieranno, grazie agli stanziamenti del Dipartimento nazionale di Protezione civile (100.000 euro) nell’ambito dell’emergenza idrica 2022.

L’opera «permetterà infatti di immettere 2 milioni di metri cubi all’anno di acqua all’interno delle falde. Non è invasivo, né costoso e può rappresentare un’opportunità di valorizzazione del territorio in termini ecologici e di fruizione», ha detto Monni.

La speranza è che questo sia solo l’inizio per una serie di progetti virtuosi per adattarsi e mitigare la siccità e gli altri effetti della crisi climatica.

Leggi anche
Elroy Mcdaniel/unspl
Nuovi centri
di Caterina Tarquini 2 min lettura