Ambiente

Germania: Ultima Generazione si fa partito?

Dopo blocchi del traffico e vernici su momenti e opere d’arte, gli attivisti ci stanno pensando. L’esempio tedesco potrebbe rappresentare un primo caso di impegno politico nell’azione per il clima
Credit: Max Ludwig/Alto Press via ZUMA Press
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23 marzo 2023 Aggiornato alle 17:00

Partito o non partito? Questo è il dilemma che attanaglia molti movimenti ambientalisti in Europa, oggi alla ricerca di una maggior peso, di protezione legale, di fondi e anche di riconoscimenti in vista delle urne.

Per dire: quando i gruppi europei di Fridays For Future si riunirono la scorsa estate a Torino, una delle questioni che teneva banco sul futuro delle azioni climatiche era proprio questa: renderle più radicali o più politiche, in modo da dialogare con le istituzioni?

Se in Italia siamo ancora lontani dall’idea di vedere movimenti ambientalisti in grado di strutturarsi e scendere in campo per puntare al Parlamento - in un Belpaese dove oltretutto i classici “Verdi” sono decisamente indietro per peso e voti rispetto per esempio ad altre realtà europee - in Germania il corrispettivo locale di Ultima Generazione starebbe pensando a diventare un partito.

Come ha riferito in un reportage la Welt, il Letzte Generation, gruppo tedesco impegnato in blocchi del traffico e di aeroporti, nel lancio di vernici su quadri e statue, oppure in opposizioni alle grandi multinazionali dell’Oil & Gas, così come avviene per Ultima Generazione in Italia, di recente ha tenuto una riunione online in cui alcuni esponenti partendo dalla richiesta dell’attivista Caris Connell hanno iniziato a ragionare se tentare il cammino della politica per puntare al Parlamento.

L’idea è di sfruttare un sistema tedesco, più semplice del nostro, che attraverso leggi permette finanziamenti importanti ai partiti, così come maggiori garanzie per esempio dal punto di vista legale, o ancora per strutturarsi nel raccogliere fondi (che già oggi arrivano grazie a crowdfunding ma anche sostentamenti da migliaia di dollari dall’estero).

Mentre in Italia a far notizia sono soprattutto la rabbia nei confronti dei gesti di Ultima Generazione - nonostante nascano dalla necessità di lanciare un allarme sulla crisi climatica - oppure le reazioni come quella di Dario Nardella, sindaco di Firenze che di recente ha bloccato gli attivisti - in Germania cresce l’appoggio agli ecologisti, anche quelli impegnati in azioni più radicali.

Nel frattempo alcune procure federali di recente si sono espresse per indicare che no, quelli di Letzte Generation non sono “terroristi”, come avrebbero voluto alcuni dei più accaniti conservatori, e fra i tedeschi sembra esserci una sostanziale divisione tra chi appoggia gli attivisti e chi li contesta.

Intanto, nell’incontro online fra i giovani reduci dalle azioni nel Museo di scienze naturali di Berlino, la Pinacoteca di Dresda e molti altri luoghi, alcune attiviste hanno specificato che “più monta la repressione da parte dello Stato, più aumenta la disponibilità a donare soldi”.

Nonostante ciò, per ora fanno sapere da Letzte Generation che “al momento non ci sono piani concreti per fondare un partito” ma “se qualcuno decidesse di farlo, se qualcuno nel nostro ambiente dovesse creare un partito con il quale poter collaborare in alcuni casi, non sarebbe la prima volta”. La porta è dunque aperta.

Interessante, per esempio, sarà capire cosa farà la deputata di sinistra Sahra Wagenknecht, nel Bundestag dal 2009, che ha annunciato all’inizio di marzo che non vuole più candidarsi a sinistra alle prossime elezioni federali del 2025 e punta a fondare un nuovo partito, vicino agli ambientalisti. Di sicuro, la questione tedesca sarà osservata da vicino anche dai movimenti italiani per il clima, decisi a trovare un modo per far sentire sempre di più la loro voce anche nelle stanze dei bottoni.

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