Futuro

Buon compleanno, Urania!

La celebre collana di fantascienza venduta in edicola compie 70 anni. Ha fatto sognare il futuro a generazioni di italiani, portando nelle case un genere di lettura di cui oggi ci sarebbe molto bisogno
Illustrazione di Franco Brambilla (per concessione dell'autore)
Illustrazione di Franco Brambilla (per concessione dell'autore)
Silvio Sosio
Silvio Sosio lead developer
Tempo di lettura 3 min lettura
6 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:00

Quando viene intervistata in tv, l’astrofisica italiana Amalia Ercoli Finzi, dalla quale prende il nome il robot europeo che prossimamente arriverà su Marte, lascia intravedere alle sue spalle una libreria piena di Urania, i volumetti tradizionalmente bianchi e rossi che hanno portato la fantascienza in edicola e hanno fatto sognare a tanti il futuro, e a qualcuno, come Ercoli Finzi, anche incoraggiato a costruirlo.

Era l’ottobre del 1952 quando nelle edicole usciva il primo numero di I romanzi di Urania, voluta e curata da Giorgio Monicelli, fratello del regista Mario e cognato di Arnoldo Mondadori. Urania seguiva il modello già sperimentato con successo fin dal 1929 dal Giallo, proponendo ogni mese un romanzo, per lo più tradotto attingendo al ricco e fiorente panorama della fantascienza inglese e americana.

Dopo qualche anno Monicelli lasciò il posto a Fruttero e Lucentini, che portarono la rivista ai suoi anni di maggior successo. Oggi, dopo la scomparsa di Giuseppe Lippi che l’ha curata per un quarto di secolo, dirige la rivista lo scrittore Franco Forte, che registra un momento di rilancio, di Urania e della fantascienza: «Non mi era mai capitato, da quando sono alla direzione di Urania (da luglio 2011, ndr) di essere ospite di importanti programmi televisivi RAI, intervistato da giornali di rilievo, vedere Urania che occupa pagine intere su Repubblica, come è accaduto solo nell’ultimo anno».

In questi 70 anni la fantascienza ha cambiato pelle molte volte. Dall’entusiasmo per le conquiste della tecnologia alla paura dell’olocausto nucleare; dalla critica sociale e la ricerca stilistica alla città piovosa del Cyberpunk. Dai robot di Asimov con le loro leggi ai dubbi esistenziali di Philip Dick alle utopie anarchiche di Ursula Le Guin, fino all’Afrofuturismo della nigeriana Nnedi Okorafor.

Tutto è passato su Urania, a volte in anticipo sui tempi e a volte in ritardo. Urania ha frenato lo sviluppo della fantascienza italiana quando Fruttero e Lucentini dicevano che non aveva senso, che “un disco volante non può atterrare a Lucca”, poi l’ha incoraggiata e rilanciata col Premio Urania e le antologie estive degli ultimi anni, creando anche fenomeni editoriali come quello di Valerio Evangelisti e del suo Eymerich, famoso in tutto il mondo, e poi Nicoletta Vallorani, Dario Tonani col suo Mondo9.

Oggi Urania è in edicola con la collana principale e 3 collane sorelle, Urania Jumbo, Urania Collezione e Urania Millemondi, alle quali si aggiunge temporaneamente Urania 70 anni di futuro che propone una selezione di titoli, in collaborazione col Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport.

La fantascienza non è tutta Urania, ovviamente. Ci sono tante collane in libreria, della stessa Mondadori e di tanti altri editori, anche medi e piccoli, che offrono tanta scelta. Ma Urania resta sempre un buon punto di partenza, economico e facile da trovare in edicola.

Nel 2022, con davanti la sfida di un futuro che si presenta incerto, avere una prospettiva che vada oltre il quotidiano, che consenta di pensare decenni avanti, non è solo utile, è vitale. Leggere fantascienza è un buon modo per allargare il nostro campo visivo, in tutte le direzioni, e soprattutto avanti nel tempo.