Diritti

Cina e Russia alla conquista dell’Africa

Le 2 potenze stanno intensificando gli accordi economici e militari con i Paesi del continente africano, per estendere la propria influenza nella regione. E allontanare sempre di più gli Stati occidentali
Credit: EPA/XINHUA / Xie Huanchi CHINA OUT
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28 marzo 2023 Aggiornato alle 08:00

L’incontro tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin ha sancito una cooperazione sempre più forte fra le 2 Potenze, in ambito economico, diplomatico e militare. Questa alleanza non riguarda solo i rapporti bilaterali fra le 2 Nazioni e il conflitto geopolitico in corso con l’Occidente, ma anche le operazioni condotte in parallelo o congiuntamente nel continente africano.

Negli ultimi anni l’attività diplomatica di Mosca si è intensificata in diversi Paesi della fascia subsahariana e nel Sud del continente, attraverso uno spregiudicato uso della forza con il Gruppo Wagner e una politica estera coltivata tramite vecchi canali diplomatici risalenti all’epoca sovietica.

Nei giorni precedenti l’incontro con il leader cinese a Mosca, Putin ha presenziato alla seconda Conferenza parlamentare internazionale Russia-Africa ribadendo il suo supporto ai rappresentanti dei Paesi africani presenti e promettendo gli aiuti necessari in campo alimentare, soprattutto per quanto riguarda l’accordo che coinvolge il grano ucraino: «Se tuttavia decidiamo di non rinnovare questo accordo dopo 60 giorni, allora siamo pronti a consegnare gratuitamente tutto il volume che era stato deciso di inviare ai Paesi in Africa, in particolare ai bisognosi, dalla Russia a questi Paesi durante il periodo precedente» ha dichiarato il leader russo.

Parallelamente alla Federazione Russa si è mosso il Governo di Pechino, che negli ultimi 2 decenni ha sviluppato un’estesa azione economica in numerose Nazioni africane, con investimenti in campo infrastrutturale per potenziare il progetto The Belt and Road Initiative, che dovrebbe collegare a livello industriale e commerciale il continente africano con quello asiatico. «Dei grandi progetti infrastrutturali in Africa, 1 su 3 è realizzato da società statali cinesi, 1 su 5 è finanziato da una banca istituzionale cinese», ha ammonito Paul Nantulya, ricercatore associato dell’Africa Center for Strategic Studies.

La penetrazione economica cinese si sta saldando sempre di più con le azioni militari russe, in uno sforzo che punta a estromettere l’influenza delle Potenze occidentali. A febbraio le forze militari del Sudafrica hanno tenuto un’esercitazione navale congiunta con la marina russa e cinese: una dimostrazione di forza geopolitica da parte dei Governi di Mosca e Pechino.

«Questa esercitazione aiuta Pechino a illustrare all’Occidente [e al mondo in generale] che ha un punto d’appoggio nell’Oceano Indiano meridionale attraverso le sue forti relazioni con il Sudafrica. Credo che questo possa essere una cosa importante per la Cina, date le contestazioni geopolitiche che si stanno svolgendo nella regione dell’Oceano Indiano», ha dichiarato Priyal Singh, ricercatore dell’Institute for Security Studies (Iss) in Pretoria.

L’espansione russo-cinese ha fatto scattare l’allarme nell’amministrazione americana, che ha inviato il Segretario di Stato Antony Blinken a rafforzare i legami con l’Etiopia e il Niger, in modo da contenere le iniziative degli avversari geopolitici: «Quello che stiamo cercando di fare è rimodellare il nostro impegno con l’Etiopia. Vorremmo poter avere un partenariato commisurato alle loro dimensioni, alla loro influenza e al nostro interesse e impegno per l’Africa. Ma per portare avanti questa relazione continueremo ad aver bisogno di una serie di passi da parte dell’Etiopia per aiutare a spezzare il ciclo di violenza etnica/politica che ha riportato indietro il Paese per così tanti decenni» ha affermato Molly Phee, assistente del Segretario di Stato per gli affari africani.

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