Diritti

I libri che l’America ha vietato nelle scuole

Tra i titoli sotto attacco nelle high school degli Stati Uniti, quelli che affrontano la “perversione sessuale”. Ma anche il celebre fumetto Maus, sulla Shoah. E il classico Il Buio oltre la siepe, accusato di razzismo
Jouwen Wang
Jouwen Wang
Tempo di lettura 4 min lettura
5 febbraio 2022 Aggiornato alle 13:00

In principio era il Decameron di Giovanni Boccaccio, uno dei titoli proibiti dalla Chiesa Cattolica e inserito nel famoso Index Librorum Prohibitorum, un elenco di pubblicazioni vietate dal mondo ecclesiastico creato nel 1559 da Papa Paolo IV.

Secoli dopo, in Texas, Matt Krause, membro della Camera dei Rappresentanti dello Stato, ha inserito più di 800 libri in una lista nera a causa dei temi “scomodi” trattati. E non è tutto: un senatore dell’Oklahoma ha presentato un disegno di legge per vietare i libri che affrontano quella che ha definito una “perversione sessuale”, soprattutto dalle biblioteche scolastiche.

Il consiglio di una scuola della contea di McMinn, nel Tennessee, la scorsa settimana ha bandito Maus, la graphic novel in cui Art Spiegelman racconta la storia dei suoi genitori durante la Shoah in un confronto tra gatti (i nazisti) e topi (gli ebrei). I membri dello school board hanno affermato di non essere contrari all’insegnamento del genocidio, ma che le parolacce, la nudità, la violenza e la rappresentazione del suicidio presenti nel libro, lo rendevano “troppo orientato agli adulti per essere utilizzato nelle nostre scuole”.

Il libro è stato rimosso dai piani di studio delle classi di terza media citando la presenza di “linguaggio scurrile” e immagini di donne nude “inadatte a studenti di 13-14 anni”. I genitori di Spiegelman furono deportati a Auschwitz, entrambi uscirono vivi dal lager ma la madre si tolse la vita nel 1968. Dopo la notizia del bando del libro, uscito nel 1991, è stato boom di vendite online su Amazon per la categoria storia.

Maus non è il primo né l’ultimo titolo non più disponibile nelle scuole americane per “proteggere” i bambini: da secoli decine di libri sono stati rimossi contrapponendosi a uno degli obiettivi fondamentali della letteratura, informare e raccontare storie, belle o brutte che siano.

La rivista americana The Atlantic ha pubblicato una lista nera di libri consigliando ai propri lettori di acquistarli proprio durante il periodo di studio.

Tra questi, Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Pubblicato nel 1960, un anno dopo vinse il premio Pulitzer per la narrativa. La trama è in parte basata sul caso degli Scottsboro Boys, un gruppo di adolescenti afroamericani accusati ingiustamente di stupro. Il romanzo, a lungo utilizzato nelle classi come parabola sul razzismo americano, ha affrontato diverse controversie nel corso dei decenni. La scorsa settimana è stato rimosso dall’elenco delle letture obbligatorie di un distretto scolastico dello Stato di Washington per i suoi insulti razziali e per la percezione di Atticus Finch, personaggio del romanzo, come un “salvatore bianco”.

Scorrendo la lista, spicca anche The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood. Scritto nel 1985, il romanzo distopico dell’autrice canadese, tradotto in italiano come “Il racconto dell’ancella”, è ambientato in un regime totalitario e teocratico che priva le donne di qualsiasi potere. Molti sostengono sia stata una lettura di vitale importanza nell’era di Trump, forse anche più preveggente e forte di 1984. La protagonista Offred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Gilead: garantire una discendenza alla èlite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette Ancelle, le uniche donne che, in un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, sono ancora in grado di procreare.

Impossibile non citare Gender Queer di Maia Kobabe, uno dei libri più proibiti di sempre negli Stati Uniti. La graphic novel dell’autrice trans americana ripercorre il viaggio alla scoperta della sessualità e del genere non binario che fanno del testo molto più di una autobiografia. Gender Queer tocca le emozioni e le sensazioni tipiche della definizione dell’identità sessuale, tra indecisioni, dubbi e discriminazioni (le illustrazioni che raffigurano il sesso orale sono state oggetto di pesanti critiche nel Paese). «Alcune persone nascono in montagna, mentre altre in riva al mare», scrive Maia Kobabe. «Alcune sono felici di vivere nel luogo in cui sono nate, mentre altre devono fare un viaggio per raggiungere l’ambiente in cui possono realizzarsi e crescere. Tra l’oceano e le montagne c’è una foresta selvaggia».

Leggi anche