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Everything, everywhere all at once, come non amarti?

Il film, che si è aggiudicato 7 premi Oscar, parla di noi. Dei nostri rimpianti. Aiutandoci a non prenderci troppo sul serio
Credit: mubi.com
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22 marzo 2023 Aggiornato alle 06:30

Cosa succede nella nostra testa quando commettiamo un errore, quando siamo sovraccarichi di emozioni, di impegni, di dolori? Cosa succede quando la vita ci sembra insopportabile, quando ci sentiamo frustrati? In quei momenti, nel segreto delle nostre stanze mentali, proviamo a immaginare come e chi avremmo potuto essere se avessimo fatto altre scelte, se fossimo stati assennati come siamo ora, se avessimo seguito i consigli giusti.

Avviene anche se siamo soddisfatti, appagati. C’è sempre qualche piccolo o grande rimpianto che rosicchia un pezzo della nostra serenità. Tra i miei tanti, per esempio, c’è quel momento nel 2001 quando ero indeciso se mettere 1.000 euro sulla ricapitalizzazione Olivetti o su Apple. Se avessi scelto la seconda oggi i miei 1.000 euro sarebbero diventati 47.000.

A volte questi rimpianti sono gestibili, altre volte ci mandano letteralmente in pezzi, ci frantumano, diventano terreno di scontro con chi ci sta vicino, di astio verso noi stessi. Conciliare il nostro noi ipotetico con quello reale è difficilissimo, richiede calma, concentrazione, capacità di analisi. Bisogna guadagnare freddezza, ma la marea montante della vita spesso non te lo permette. Quanto dipende dalle scelte e quanto dalla casualità?

Non è necessario essere immersi nel dolore perché questo avvenga. Cosa sarebbe successo se avessi comprato quella casetta a Roma sulla quale avevo messo gli occhi? Mi sarei mosso per andare a lavorare a Milano? Avrei conosciuto Anna? Avremmo avuto tre figli?

E se avessi conosciuto un’altra donna, me ne fossi innamorato e ci fossimo sposati, i nostri figli come sarebbero stati?

Il turbinio delle possibilità che ci si parano davanti è letteralmente infinito, anche se si restringe via via che passano gli anni. Se avessi studiato di più, se avessi imparato a suonare uno strumento musicale, se non avessi fatto quella cosa della quale adesso mi vergogno, se fossi stato più furbo quando era il momento di esserlo. I singoli momenti, ipotetiche svolte mai avvenute: avrei potuto rispondere meglio; avrei potuto reagire con più decisione, essere meno remissivo; avrei dovuto essere più conciliante; non mi sarei dovuto arrabbiare; più coraggio mi avrebbe aiutato.

Everything everywhere all at once, il film che ha raccolto sette Oscar, sta dividendo forse proprio perché parla di questo, perché parla di tutti noi. Qualcuno, per esempio, trova irritante il registro grottesco di molti passaggi. Ma non è anche il registro delle nostre vite? E non è forse anche un aiuto a non prendere troppo sul serio quell’onda di rimpianti che rischia di travolgerci?

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