Economia

First Republic Bank: cosa sta succedendo?

Dopo un crollo del 70% in Borsa, la 14° banca statunitense per attività è stata aiutata da altri 11 istituti, che hanno deciso di depositare nelle sue casse 30 miliardi di dollari. Così le azioni sono risalite del 10%
Credit: Ap photo
Tempo di lettura 3 min lettura
17 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

Dopo quanto accaduto alla Silicon Valley Bank e alla Signature Bank, negli Stati Uniti non si ferma il clima di panico e terrore, complice anche il caso di Credit Suisse. Questa volta, nel mirino c’è la First Republic Bank, fondata nel 1985, con sede a San Francisco e uffici tra New York, California, Massachusetts e Florida: è la 14° banca statunitense per attività; una banca commerciale che, alla fine del 2022, deteneva depositi per oltre 176 miliardi di dollari.

Inoltre, secondo S&P Global Ratings, il 68% dei depositi di First Republic è costituito da conti che superano i 250.000 dollari, dunque non tutelati dal Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) e, per questo, più suscettibili al ritiro e al trasferimento presso altre banche.

Molti hanno iniziato a temere il suo imminente fallimento, dal momento in cui il titolo è sceso del 20% alla Borsa di New York, proprio ieri. Un crollo significativo era stato registrato anche nei giorni precedenti: in sole 5 sedute, il titolo è sceso del 70%.

Il crollo della Silicon Valley Bank e quello della Signature Bank hanno generato un clima di preoccupazione negli investitori, che non sono stati tranquillizzati neanche dall’annuncio della First Republic Bank di aver ottenuto circa 70 miliardi di dollari di liquidità da parte del Federal Reserve System e da JP Morgan. Per evitare il totale fallimento, che rischierebbe di far crollare l’intero sistema, è stato, quindi, raggiunto un accordo.

A lanciare l’appello è stata la Casa Bianca: i più grandi istituti finanziari del Paese, sotto il controllo delle autorità federali, hanno deciso di depositare nelle casse della banca 30 miliardi di dollari per blindare la First Republic Bank, convinti di essere in grado di poter recuperare il loro denaro una volta stabilizzata la situazione.

“Questa azione da parte delle maggiori banche americane riflette la loro fiducia nella First Republic e nelle banche di tutte le dimensioni e dimostra il loro impegno generale ad aiutare le banche a servire i loro clienti e le loro comunità”, si legge in un comunicato firmato dall’ U.S Department of the Treasury, Federal Reserve, Federal Deposit Insurance Corporation e Office of the Comptroller of the Currency (Occ).

Andiamo nel dettaglio: tra le 11 banche che hanno fornito assistenza, 4 di queste hanno contribuito con 5 miliardi di dollari ciascuna, e sono JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo; Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno contribuito con 2,5 miliardi di dollari e, infine, BNY Mellon, PNC Bank, State Street, Truist e US Bank hanno finanziato la First Republic Bank con 1 miliardo ciascuna. Questi depositi dovranno rimanere obbligatoriamente nelle casse della banca per almeno 120 giorni: grazie a loro, le azioni hanno raggiunto un rialzo del 10%, dopo il crollo dei giorni precedenti, ritrovando un po’ di serenità.

Leggi anche
Jes Staley
Traffico sessuale
di Chiara Manetti 4 min lettura