Culture

Diventare Pinguine con le Mammadimerda

Uno Spettacolo Esecrabile, lo show di Sarah Malnerich e Francesca Fiore, ha la forma di un rito iniziatico collettivo, di quelli divertenti. Un femsplaining dissacrante in cui non mancano momenti di confronto
Credit: Instagram @mammadimerda
Ella Marciello
Ella Marciello direttrice comunicazione
Tempo di lettura 5 min lettura
17 marzo 2023 Aggiornato alle 18:00

È partito il tour di Uno spettacolo Esecrabile, lo show scritto e interpretato da Sarah Malnerich e Francesca Fiore, più conosciute come Mammadimerda, dal titolo del blog omonimo approdato online nel 2016 e poi sui social.

Quasi 300.000 follower complessivi, “un piccolo stato che volendo potrebbe chiedere la secessione” dicono dal palco e per chi le segue da un po’ sa che questa secessione c’è stata: 300.000, in prevalenza donne, che si sono o si stanno allontanando dalla narrazione della maternità mainstream, quella che ci vuole perfette e sacrificali.

Uno Spettacolo Esecrabile ha la forma di un rito iniziatico collettivo, di quelli divertenti. Prende in prestito una drammaturgia collaudata da secoli – il mansplaining – e lo sovverte con acuta ironia.

Un femsplaining ironico e dissacrante dal carico mentale al box doccia, in cui non mancano momenti di interazione e confronto, in un percorso di consapevolezza in cui sarà difficile non ritrovarsi.

La forza del duo Malnerich-Fiore è l’aver saputo raccontare con leggerezza e intelligenza uno dei momenti più complessi, difficili e sfibranti di tutte quelle donne che decidono di riprodursi: la maternità. Perché diciamocelo, da qualunque parte la giri, la figura della madre è sempre sotto la lente del giudizio del mondo intero.

Se partorisci col cesareo volevi le cose facili e se decidi di sfamare il pargolo con l’omogeneizzato invece che col brodo di verdure dell’Himalaya raccolte al chiaro di luna sei una menefreghista. Perché se non torni subito in forma dopo il parto ti stai lasciando andare e se invece sì non tieni abbastanza al tuo bambino. E se per una volta su diciottomila ti scordi di mettere i pastelli temperati nell’astuccio del tuo scolaro del cuore sei una che non lo sta seguendo appropriatamente nel suo percorso educativo.

La verità è che siamo stanche: stanche di dover raggiungere livelli di performance impossibili, stanche di dover camminare in equilibrio tra vita privata, lavorativa (quando c’è), sessuale (come sopra) gestione della casa, delle amicizie, di quella legata alle nostre passioni, di quella delle persone piccole che abbiamo generato - la loro vita, i loro desideri, bisogni, paure, cazzate miste.

E in questo mondo col dito puntato sempre addosso in cui come fai fai sbagli e in cui ti viene raccontato un unico modello di maternità plausibile che si compie solo grazie al dolore e al sacrifico supremo serviva davvero una narrazione alternativa.

Noi diversamente performanti esistiamo e dobbiamo solo riconoscerci. Il rito iniziatico di Uno Spettacolo Esecrabile è la porta di accesso per quell’opera di riconoscimento, che passa attraverso lo smantellamento del concetto di multitasking, acutissimo stratagemma per farci lavorare di più e con risultati migliori mentre il potere e i soldi rimangono sempre nelle stesse mani. Ma anche attraverso il sarcasmo su diritti negati e briciole concesse, a cui guardiamo come grandi risultati: il congedo parentale per i padri è arrivato a ben dieci giorni e wow, hanno tolto l’iva sugli assorbenti. Una moltitudine di voci che si interroga collettivamente sul perché le donne – le femministe – siano sempre così arrabbiate e si dà l’unica risposta credibile: vorrei vedere voi.

Questo è uno spettacolo di donne che non parla alle donne soltanto, non di certo solo alle madri. Perché mentre le madri si affannano a tenere insieme tutto e al contempo a giudicarsi-in-quanto-madri là fuori orde di padri ancora non fanno il minimo sindacale: hanno capito che i figli si fanno in due eh, ma non che si crescono, e si gestiscono, e con loro tutto ciò che ne deriva.

Malnerich e Fiore, con una scrittura capace e tagliente fanno qualcosa di incredibile: permettono alle persone di capire e di capirsi. Di perdonarsi e di farlo con clemenza. Di guardare in profondità rimanendo leggere e facendoci riflettere con acume, come solo certe scritture brillanti sanno fare.

Un’ora e mezza che vola via veloce e lascia dentro tanto. Io, per esempio, ho capito di essere una pinguina. Madre Pinguina si accoppia, depone un grosso uovo e poi lo smolla al padre. Padre Pinguino lo cova per tutto l’inverno artico, senza mangiare per quattro mesi, proteggendolo con ogni fibra del suo essere. Quando l’uovo si schiude – anche dopo tre giorni, in cui Padre Pinguino fa tutto ciò che serve – eccola ritornare all’orizzonte. Madre Pinguina è bella come il sole, sana e riposata e si appresta a riunirsi alla sua famiglia e proseguire la cura del cucciolo.

Ci ho messo un bel po’ a decostruirmi e a sbattere la testa contro lo stesso mondo che punta il dito e devo dire che da Pinguine si sta benissimo. Perché si fa una delle cose che ci hanno insegnato a non fare mai da madri: delegare e fidarsi dell’altra metà dei geni che sono confluiti nel cucciolo. Possiamo farlo, ci dicono le Mammadimerda nel loro show. E possiamo farlo con un upgrade importantissimo: senza sensi di colpa.

Portate voi stesse ma soprattutto l’altra metà del corredo genetico.

Prossime date:

Martedi 28 Marzo- Bologna

SOLD OUT

Locomotiv, Bologna

Mercoledi 29 Marzo- Padova

Hall, Padova

SOLD OUT

Sabato 25 Marzo- Roma

Monk (ore 19:00)

SOLD OUT

Domenica 26 Marzo- Roma

Monk (ore 15:00)

SOLD OUT

È possibile mettersi il lista d’attesa qui.

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