Ambiente

Ponte sullo Stretto, il Governo rilancia il progetto

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini presenterà un nuovo decreto per avviare i lavori entro il 2024. Secondo il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, l’opera è uno spreco “ideologico”
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, durante la trasmissione televisiva Porta a Porta, Roma 31 gennaio 2023
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, durante la trasmissione televisiva Porta a Porta, Roma 31 gennaio 2023 Credit: ANSA FABIO/FRUSTACI
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16 marzo 2023 Aggiornato alle 19:00

Il Governo è intenzionato a riavviare e accelerare le procedure per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Oggi il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha presentato la bozza del decreto per la realizzazione del collegamento stabile tra la regione siciliana e la penisola, che dovrebbe entrare in fase operativa nella seconda metà del 2024: «Grandissimo lavoro di squadra, in pochi mesi sono stati recuperati 10 anni di vuoto. Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori. Enorme quantità di inquinamento in meno, in aria e acqua, in via di quantificazione. Enorme risparmio di tempo e di soldi per chi userà il Ponte più green e innovativo del mondo», ha dichiarato il ministro Salvini.

Il nuovo decreto, in 7 articoli, prevede una riorganizzazione dell’assetto societario e della governance, con il preciso obiettivo di riprendere il progetto del 2011 e riavviare i contratti di appalto cancellati dal Governo Monti.

La società Stretto di Messina S.p.a. verrebbe riesumata con una partecipazione delle società Rfi, Anas e degli enti della Regione Sicilia e della Regione Calabria, e infine con la partecipazione prioritaria del Ministero dell’Economia avente una quota non inferiore al 51%.

La realizzazione dell’opera dovrebbe essere affidata nuovamente al consorzio Eurolink, con le società WeBuild e Parsons Transportation, per un costo iniziale di 8,5 miliardi di euro e un indotto potenziale di 118.000 lavoratori.

Ma proprio su queste cifre e sull’organizzazione societaria stanno sorgendo forti polemiche, soprattutto per le norme proposte. Le quali prevedono una deroga al tetto dei 240.000 euro all’anno imposto ai manager di Stato, delle revisioni con ampi automatismi dei prezzi in corso d’opera e la possibilità di avvalersi di numerosi subappalti con il rischio di infiltrazioni mafiose. Queste disposizioni potrebbero fare lievitare i costi del progetto oltre le stime preventivate, tutti a carico del bilancio statale.

Vi sono inoltre enormi preoccupazioni per l’area sulla quale dovrebbe sorgere il Ponte, da sempre a forte rischio sismico. Il terremoto del 1908 colpì duramente le città di Messina e Reggio Calabria ed ebbe una magnitudo quasi pari al recente terremoto turco-siriano del febbraio scorso. Il potenziale rischio di un nuovo sisma pone problemi infrastrutturali enormi, non del tutto risolti e scongiurati data la complessità dell’opera.

Ulteriori problematiche riguardano l’impatto ambientale su una delle zone mediterranee con la più alta biodiversità al mondo, ora a rischio con l’accelerazione del progetto: «Nello Stretto, una delle rotte migratorie per l’avifauna più importanti tra il continente africano e l’Europa, sono state censite 328 specie diversi di uccelli e si assiste al transito di almeno 38 specie diverse di rapaci. La parte marina dello Stretto è un unicum nel Mediterraneo, con caratteristiche peculiari dal punto di vista oceanografico e delle biocenosi dei fondali», ha documentato Legambiente in suo dossier nel giugno del 2021.

Secondo il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli l’opera è uno spreco “ideologico”: «Il progetto sarebbe un vero e proprio salasso dei conti pubblici ai danni degli italiani, mentre a Sud abbiamo ancora vecchi treni e vecchie littorine a gasolio con un evidente stato di abbandono delle ferrovie, perdiamo oltre il 40% di acqua potabile perché abbiamo acquedotti colabrodo».

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