Ambiente

Albania, il fiume Vjosa diventa Parco Nazionale

Uno degli ultimi fiumi selvaggi d’Europa riceve lo statuto che tutela l’ecosistema da inquinamento e deforestazione. La ministra dell’Ambiente Kumbaro Furxhi: «un simbolo della storia umana e del nostro Paese»
AP Photo/Felipe Dana
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Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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16 marzo 2023 Aggiornato alle 16:00

Il fiume Vjosa, considerato uno degli ultimi fiumi selvaggi d’Europa – ovvero libero da argini e dighe e conservato in uno stato relativamente naturale e incontaminato –, è stato dichiarato Parco Nazionale dal governo albanese, diventando il primo Parco Nazionale fluviale selvaggio in Europa.

L’annuncio è arrivato il 15 marzo, e porta a compimento il memorandum sottoscritto il 13 giugno dello scorso anno dal primo ministro dell’Albania Edi Rama insieme alla ministra del Turismo e dell’Ambiente Mirela Kumbaro Furxhi e a Ryan Gellert, Ceo del brand di abbigliamento sportivo Patagonia, da sempre impegnato nella causa ambientale.

«Forse l’Albania non ha il potere di cambiare il mondo, ma può creare modelli di successo per proteggere la biodiversità e le risorse naturali», ha dichiarato Kumbaro, che ha definito la Vjosa «un simbolo della storia umana e anche una parte molto importante della storia del nostro Paese».

La Vjosa si estende per circa 270 chilometri a partire dalla catena montuosa del Pindo nel nord-ovest della Grecia – dov’è conosciuto col nome di Aoös – per poi attraversare l’Albania sud-occidentale e gettarsi nel mare Adriatico 25 chilometri a nord del comune di Valona.

Il fiume e le aree circostanti formano un’ecosistemi che ospita oltre 1.100 specie di animali, tra le quali 13 specie animali e 2 specie vegetali valutate come minacciate a livello globale dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), e almeno 50 specie animali e 24 specie vegetali incluse nelle liste rosse nazionali dell’Albania.

Per la tutela del fiume si era battuto perfino Leonardo Di Caprio, che nel 2019 si oppose pubblicamente all’ipotesi di costruire 8 centrali idroelettriche lungo il decorso principale. Il risultato raggiuto ieri si deve anche all’impegno della Iucn e delle Ong raccolte nella coalizione Save the Blue Heart of Europe.

“Il Vjosa Wild River National Park facilita le soluzioni alle sfide affrontate dal fiume come l’inquinamento dell’acqua e del suolo, la gestione dei rifiuti e la deforestazione, spiega la Iucn in una nota. Inoltre, il Parco Nazionale «creerà opportunità economiche per le comunità locali, attraverso un turismo responsabile, e contribuirà ad affrontare il problema dello spopolamento dell’area”.

L’area del Parco Nazionale – oltre 400 km di lunghezza totale – dovrebbe essere pienamente operativa entro l’inizio del 2024, mentre nei prossimi anni si aggiungeranno altri affluenti a flusso libero e aree che sono parte integrante dell’ecosistema del fiume.

«Ora inizia una nuova fase – ha affermato Kumbaro Furxhi –, quella dell’elaborazione del piano di gestione per dare alle persone l’opportunità di costruire la propria vita in modo sostenibile. Questa è la nostra visione: uno sviluppo sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale, che protegga la biodiversità e dia alle persone l’opportunità di prosperare nelle loro terre d’origine».

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