Ambiente

Così Torino rinuncia al servizio di bike sharing comunale

L’azienda Bicincittà Italia s.r.l. chiude i battenti a Torino e con lei Tobike. “Colpa dei vandali”, spiega l’azienda in una lettera aperta
Credit: Korie Cull
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15 marzo 2023 Aggiornato alle 21:00

Quella di Tobike, servizio di bike sharing comunale attivo in città dal 2010, e dal 2019 in capo alla società Bicincittà Italia s.r.l, è una storia dai tanti volti: innovazione e grandi ambizioni, tra tutte quella di affrancare la città della Mole dall’uso smodato delle auto, favorendo l’uso dei mezzi a due ruote e promuovendo la mobilità sostenibile e il rispetto degli spazi pubblici. Ma anche la buona riuscita dell’opera, con gli anni d’oro delle bici gialle scorrazzanti per il centro e le periferie della città.

E infine, il rapido declino del servizio e la chiusura dei battenti, non senza rimpalli di responsabilità e parole dure tra i gestori dell’azienda, i rappresentanti delle istituzioni e quanti sono ritenuti, a torto o a ragione, i veri responsabili del fallimento del primo servizio di bike sharing torinese: i vandali. A loro, anzitutto, sono indirizzati gli anatemi dell’azienda, nella lettera d’addio con cui è avvenuto il congedo dalla città di Torino.

Tobike ha perso, ma non solo lui. Hanno perso quelli che credono nel bene pubblico e nella condivisione. Hanno perso quelli che sono convinti, come noi, che una città nella quale l’auto si utilizza solo quando è davvero necessario è una città migliore. Hanno perso quelli che pagano le tasse, quelli che comprano il biglietto del bus, quelli che non saltano la fila, quelli che fanno bene la differenziata, insomma: quelli che rispettano le regole e il prossimo”.

Hanno perso perché – ha spiegato l’azienda – malgrado gli sforzi per rilanciare il servizio diventato, nel tempo, icona della città, ci si è scontrati “con un esercito di imbecilli”.

I vandali, appunto, autori – secondo i dati rilasciati dal gestore del servizio – di 900 atti di vandalismo e furti ai danni delle bici nel solo 2022, cui si aggiungono ripetuti e immotivati danni alle stazioni.

“Abbiamo denunciato, ovviamente. Ma ormai i nostri dipendenti erano impiegati in due attività principali: sporgere denunce e raccogliere rottami in giro per la città”.

Tobike è stato in vita a Torino per 13 anni. Negli ultimi quattro, sotto la guida del gestore Bicincittà, che ha rilevato il servizio di mobilità urbana, in accordo con il Comune, in vista di una sua rigenerazione, per la quale sono stati messi in campo finanziamenti ammontanti a un milione di euro.

Spese finalizzate al rilancio del servizio, specie negli ultimi due anni: dal totale restyling delle stazioni, al rinnovamento delle componenti elettroniche, dei nuovi materiali antisfondamento per le colonnine, e di flotte di nuove bici più resistenti.

Sforzi vani, vista la chiusura dell’attività. L’azienda di bike sharing, la prima sul territorio comunale, ha chiuso i battenti lo scorso 13 febbraio, con tanto di funerale in pubblica piazza, celebrato durante il corteo per lo sciopero Globale del clima lo scorso 3 marzo dagli attivisti di Greenpeace Torino.

Di questa vicenda, quello che resta è l’abbandono di un servizio di mobilità alternativa, a prezzi democratici e accessibili (l’abbonamento annuale costava 25 euro), in una delle città più inquinate d’Italia.

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