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Quali sono le migliori città dove fare uno stage?

Secondo lo studio di Business Name Generator, il Sud Italia resta la meta più economica per gli stagisti, ma è a Nord che si concentrano più possibilità lavorative
Credit: Via fohlio.com
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15 marzo 2023 Aggiornato alle 14:00

In Italia l’accesso al mondo del lavoro resta legato all’avvio di tirocini extracurriculari. Concluso il percorso di studi, quella degli stage una strada quasi obbligata verso il mercato lavorativo. Ma in un momento storico in cui cresce il numero di dimissioni volontarie, la scelta di accettare un tirocinio coinvolge più considerazioni.

In primis c’è la valutazione del compenso (o meglio del rimborso spese), che in base alla normativa italiana varia a seconda dei limiti minimi fissati da ogni Regione. E poi il costo della vita e la città dove trasferirsi. I lavoratori, oggi, non cercano solo maggiori opportunità economiche e prospettive di carriera, ma anche un maggiore benessere psico-fisico.

Si comprende, dunque, come questi aspetti siano particolarmente legati alla città in cui si lavora soprattutto se i soggetti interessati sono ragazzi e ragazze che hanno appena conseguito la laurea.

Le migliori città italiane in cui fare uno stage

Secondo questi parametri, Milano e Roma sono le migliori città in cui fare uno stage in Italia. È quanto emerge dall’analisi realizzata da Business Name Generator che ha stilato una classifica in base al numero di opportunità di stage, allo stipendio medio, alle attrazioni della città e al costo medio della vita.

Con 1.167 posizioni di stage aperte e un compenso medio di 669 euro, Milano è senza dubbio la città italiana con maggiori opportunità per un giovane lavoratore. Non meno rilevante, il fatto che nell’8% dei casi i tirocini possono svolgersi da remoto o in forma ibrida: un notevole punto a favore del capoluogo lombardo se si considera che il principale motivo delle dimissioni volontarie è proprio la ricerca di una maggiore flessibilità lavorativa.

A scoraggiare, tuttavia, è il costo medio degli affitti che sfiora i 1.300 euro contro i circa mille euro necessari per vivere a Roma che, stando alla classifica, è la seconda città italiana per opportunità di carriera. I numeri di posizioni aperte per aspiranti tirocinanti sono di gran lunga inferiori a quelli di Milano (con appena 186 offerte di stage di cui 20 in forma ibrida o da remoto), ma la Capitale vanta dalla sua parte i compensi più alti del Paese (circa 792 euro) e conta 911 attrazioni gratuite: un ottimo modo per conciliare vita lavorativa e svago.

Gli stage nelle altre città

A ottenere la medaglia di bronzo è Reggio Calabria, una città in cui il compenso medio di circa 602 euro per uno stage e – soprattutto – il basso costo della vita (in media gli affitti si attestano a 404 euro) sono certamente condizioni favorevoli per un tirocinio. Peccato che qui, come nelle altre città del Sud prese in considerazione (Salerno, Messina, Catania e Latina) le offerte di stage non superino le trenta posizioni aperte.

Un trend che restituisce una chiara fotografia dell’Italia dei giovani lavoratori: se il Sud Italia offre maggiori vantaggi economici, il numero più alto di occasioni lavorative si concentra a Nord.

Considerando solo le posizioni aperte, a esempio, Torino segue Milano e Roma con 178 stage attivabili (pochissimi in meno della Capitale). È interessante, poi, il caso dell’Emilia Romagna. Qui la retribuzione media degli stage è particolarmente alta con Bologna (792 euro), Ravenna (700 euro) e Modena (690 euro) che sono precedute solo da Roma in termini retributivi. Gioca però a sfavore di Bologna il costo della vita con un caro affitti mai visto in precedenza, tanto che la città è fuori dalla classifica delle prime dieci città in cui svolgere uno stage secondo lo studio di Business Name Generator.

Lo stage non è un contratto

Resta la consapevolezza che uno stage è un patto formativo che non sempre si trasforma in un contratto. Tutt’altro: secondo l’ultimo rapporto Anpal, infatti, se è vero che dopo 6 mesi dalla fine di un tirocinio è seguito un rapporto di lavoro nel 48,9% dei casi, è anche vero che nel 42,7% non è accaduto nulla e che nell’8,4% è stato attivato un nuovo stage.

Inoltre, l’avvio di un rapporto di lavoro non si realizza sempre con l’azienda in cui si è svolto il tirocinio. In meno di tre casi su dieci, infatti, è la stessa organizzazione ospitante che offre un contratto mentre in tutti gli altri casi il contratto è proposto da un’azienda diversa. È una sorta di meccanismo a porte girevoli che finisce per confondere il tirocinio come mano d’opera a basso costo con il risultato che finito uno stage si passa al prossimo.

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