Ambiente

Emilia-Romagna: boom di comunità energetiche rinnovabili

Al bando regionale per la realizzazione delle Cer hanno risposto 141 realtà. La sfida ora è trovare risorse aggiuntive ai 2 milioni previsti dall’amministrazione per accogliere più domande possibile
Credit: Wang Peng/Xinhua via ZUMA Wire
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15 marzo 2023 Aggiornato alle 12:00

In attesa dell’ok da Bruxelles per il decreto firmato dal governo sulle Comunità rinnovabili, in Emilia-Romagna presto potrebbero esserci 141 nuove strutture. Per la Regione questo si tradurrebbe, secondo le stime, in più di 30 megawatt di energia autoprodotta e rinnovabile. Questa quota rischia di rimanere un sogno, almeno per il momento, a causa della scarsità di fondi, ma è comunque un ottimo segnale per questo tipo di progetti.

Le richieste sono arrivate in risposta all’apertura del bando della Regione per sostenere le Comunità energetiche rinnovabili sostenibili. Conosciute anche come Cers, sono sistemi che permettono ad aziende, condomini, vicinati o enti locali di raggrupparsi e condividere l’elettricità generata dai loro pannelli solari, dalle caldaie alimentate da fonti pulite o da altri impianti.

Sono considerate una delle punte di diamante del Piano energetico regionale, perché favoriscono la produzione sul territorio, diminuendo la dipendenza dai combustibili fossili, come gas e petrolio, per gli usi industriali e quotidiani, e contribuiscono alla decarbonizzazione.

Le 141 richieste saranno esaminate dai tecnici della Regione. Si verificherà la presenza dei requisiti per poi stilare la graduatoria, in base alla quale saranno distribuiti i 2 milioni di incentivi previsti dall’amministrazione per la creazione delle Cers.

Non tutte le domande saranno accolte, a causa della limitatezza dei fondi. Se questo primo esperimento dovesse avere esito positivo, anche nell’attuazione, probabilmente sarà seguito da altri bandi. Già adesso in viale Aldo Moro si sta valutando di aumentare le risorse da destinare all’iniziativa, per le spese di progettazione e costruzione.

Le vogliamo finanziare tutte, non abbiamo ancora le risorse ma le troveremo”, spiegano i funzionari regionali.

L’approvazione in Europa del decreto proposto dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pochetto Fratin, potrebbe aiutare un questo senso: permetterebbe una pianificazione più ampia degli incentivi per chi produce energia rinnovabile, con nuove gare alle quali potrebbe partecipare anche le proposte escluse in questo primo giro.

L’Emilia-Romagna, indipendentemente da cosa deciderà l’Ue, sta cercando di prepararsi: ha firmato un accordo triennale sulle Cers con Hera e Iren, le due principali società energetiche della Regione, e con Confartigianato e Cna. L’obiettivo è facilitare la loro nascita e collegare le piccole e medie imprese del territorio con le grandi multiutility, per abbattere le loro emissioni.

Solo Iren Smart Solutions, come spiega l’amministratore Roberto Conte, vuole realizzare 8 mila nuovi impianti entro il 2030, per arrivare a quota 400 Megawatt di nuova potenza rinnovabile.

“Abbiamo vissuto l’ultimo anno e mezzo in una crisi energetica, ma oggi abbiamo davanti una nuova sfida, quella del cambiamento climatico”, aggiunge Orazio Iacono, amministratore delegato di Hera.

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