Cosa prevede il nuovo decreto flussi?
Il via libera all’unanimità è arrivato intorno alle 18 di ieri pomeriggio dalla cittadina di Cutro, in provincia di Crotone, teatro del naufragio in cui sono morti almeno 72 migranti: il nuovo decreto legge sui flussi migratori approvato dal governo nel Consiglio dei ministri contiene alcune importanti novità, tra cui la stretta sugli scafisti e nuove norme per semplificare il processo di rilascio del permesso di soggiorno.
Il primo punto riguarda l’inasprimento delle pene per i reati connessi all’immigrazione clandestina: introdotto il nuovo reato di “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”, che prevede gravi pene da un minimo di 10 a un massimo di 30 anni, a seconda delle “lesioni gravi o gravissime a una o più persone” o della morte di una o più persone.
Inoltre, viene eliminata la necessità di convalida del giudice di pace per l’esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di condanna, e sono previste nuove modalità di programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri, le cui quote verranno definite non più solo per un anno ma per un triennio (2023-2025), con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. E saranno assegnate i lavoratori provenienti da Stati che promuovono campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari.
Un altro punto riguarda le modifiche alle norme sui titoli di ingresso e di soggiorno per lavoro subordinato dei cittadini stranieri: il decreto prevede la semplificazione dell’avvio del rapporto di lavoro con aziende italiane, accelerando la procedura di rilascio del nulla osta al lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale. Per quanto riguarda il permesso di soggiorno, i rinnovi per quelli rilasciati per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare avranno durata massima di tre anni, anziché due come oggi.
Poi c’è il capitolo agromafie: il personale dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari avrà la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, mentre il restante personale, inquadrato nell’area assistenti e nell’area operatori, sarà agente di polizia giudiziaria.
Per quanto riguarda i centri per migranti, il decreto introduce norme per il commissariamento della gestione dei centri governativi per l’accoglienza o il trattenimento degli stranieri, e comunque per farne proseguire il funzionamento. Prevista anche la facoltà, in sede di individuazione, acquisizione o ampliamento dei Cpr, i centri di permanenza per i rimpatri, di derogare al codice dei contratti pubblici, consentendo una maggiore speditezza nello svolgimento delle procedure. Infine, viene definita meglio la protezione speciale “per evitare interpretazioni che portano a un suo allargamento improprio”.