Economia

Cosa sono i Btp?

Titoli di stato utilizzati per finanziare interventi pubblici e sostenere lo sviluppo nazionale, promettono remunerazioni con cui i risparmiatori possono difendersi dal carovita
Credit: Ann H.
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15 marzo 2023 Aggiornato alle 07:00

Si è chiusa di recente l’emissione della diciannovesima versione del Btp Italia, partita lunedì 6 marzo e arrivata in pochi giorni a ben 327.000 contratti, per un totale di 8,6 miliardi di euro raccolti.

Un successo che mostra l’esigenza dei risparmiatori italiani di conservare il valore reale del proprio denaro, difendendolo dall’avanzata dell’inflazione attraverso strumenti finanziari garantititi dallo Stato. E in un periodo in cui la Banca Centrale Europea mette in moto un programma di riduzione degli acquisti di titoli di stato del nostro Paese, il Tesoro si serve dei Btp per indebitarsi con i piccoli risparmiatori e attutire i rischi sui conti.

Il Buono del tesoro poliennale (Btp) fa parte del mondo dei titoli di stato, cioè delle obbligazioni che conferiscono a chi li compra di ricevere, alla sua scadenza, il rimborso della somma versata e una remunerazione aggiuntiva dovuta al tasso di interesse. Vengono emesse dal Governo – in particolare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare il Paese e le sue attività istituzionali, e rappresentano a tutti gli effetti un prestito allo Stato da parte dei risparmiatori sottoscrittori.

Come si acquistano?

Il Btp ha una scadenza a medio/lungo termine (alcuni arrivano anche a 50 anni) e può essere acquistato da un cittadino, da un’impresa o da un investitore istituzionale (come banche, imprese di assicurazione o fondi pensione).

È possibile acquistare Btp alla loro emissione direttamente online, attraverso qualsiasi sistema di home banking abilitato alle funzioni di trading, cioè la pratica di acquistare e vendere titoli finanziari via computer.

Si tratta di una funzionalità fornita da tutte le banche che consiste in un portale virtuale a cui il cliente può accedere inserendo le credenziali del proprio conto corrente. In alternativa è possibile acquistarli allo sportello fisico della propria banca o in un Ufficio Postale abilitato, e la tassazione prevista (come per tutti gli altri titoli di Stato) è al 12,5%.

Come si guadagna con i Btp?

Quando si acquista un Btp, sottoscrivendo un apposito contratto di compravendita, si avrà diritto al rimborso di quanto investito una volta scaduto il titolo, oltre a una remunerazione periodica - detta cedola - a titolo di interesse su quella stessa somma investita.

Proprio questi interessi, corrisposti durante tutta la durata del Btp, sono il vero guadagno dei risparmiatori. Le cedole vengono infatti pagate semestralmente e garantiscono un rendimento minimo costante in termini reali.

I risparmiatori possono sin da subito rendersi conto di quanto un determinato titolo frutterà poiché i tassi minimi garantiti sono comunicati diversi giorni prima dell’avvio dell’emissione dei Btp.

Quali sono i rischi?

Il denaro del pubblico viene inserito nel mercato attraverso l’acquisto di strumenti finanziari meno volatili e più sicuri delle azioni proprio perché garantiti dallo Stato che li emette, che dunque ha meno probabilità di fallire rispetto a una società privata che raccoglie denaro dai risparmiatori. In generale, l’unico rischio concreto legato ai Btp è il rischio di credito, ossia la possibilità che il Mef – e quindi lo Stato – risulti inadempiente al pagamento delle cedole o nel rimborso del capitale. Una ipotesi tanto remota quanto più è economicamente forte lo Stato che si indebita emettendoli.

In questo modo, è possibile salvaguardare i propri risparmi dall’inflazione, proprio perché i soldi dei cittadini non rimarrebbero fermi sul conto in banca a subire il deperimento del loro valore reale. Tuttavia parliamo di una forma di investimento con un orizzonte temporale medio-lungo, pensato per chi non ha l’esigenza di affrontare spese impellenti nel breve periodo, e che soprattutto garantisce guadagni comunque inferiori rispetto a strumenti come le azioni, ben più redditizie ma anche maggiormente rischiose.

Quanti Btp esistono?

Osservando le varie categorie di questo titolo di Stato, il più diffuso è il Btp in forma di semplice obbligazione a tasso fisso, ossia che paga una cedola costante ogni anno (oltre al rimborso di quanto versato per comprarlo).

Oltre a questa tipologia tradizionale, il Tesoro ha in passato emesso i così detti Inflation linked, cioè titoli indicizzati all’inflazione. L’indicizzazione è il meccanismo grazie al quale questi titoli vengono rivalutati in base ai livelli inflattivi misurati – nel caso italiano – dall’Istituto nazionale di statistica attraverso l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (Foi).

In questa tipologia di titoli ci sono i BTP€i, che pagano cedole variabili e collegate all’andamento dell’inflazione europea. Seguono la stessa logica i Btp Italia, i primi titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana, in cui la remunerazione prevista è sempre allineata all’evoluzione del costo della vita nel nostro Paese.

Per finanziare la spesa pubblica in materia ambientale a marzo dell’anno scorso è stato emesso invece il Btp Green, il primo titolo di stato di finanza sostenibile a supporto della transizione ecologica e interventi che abbiano un impatto ambientale positivo, con scadenza fissata al 30 aprile 2045. Infine abbiamo il Btp Futura – di durata che varia da 8 a 16 anni – emessi per la prima volta nel luglio 2020 per finanziare le spese previste dal Governo per affrontare l’emergenza pandemica e sostenere la ripresa economica.

Sono caratterizzati da un premio di fedeltà conferito a chi lo detiene fino alla scadenza e il cui rendimento aumenta al crescere del Prodotto interno lordo italiano.

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