Ambiente

A Pantelleria l’elettricità si ricava dalle onde

Eni inaugura al largo dell’isola il primo sistema Inertial Sea Wave Energy Converter (Iswec) per sfruttare il moto ondoso e ottenere energia. Ecco come funziona
Credit: K B
Tempo di lettura 3 min lettura
9 marzo 2023 Aggiornato alle 14:00

Non soltanto vento e sole per ottenere energia pulita, ma anche le onde, sfruttando la potenza del moto. L’idea di convertire l’energia delle onde marine in energia elettrica, per poterla immettere nella rete e dare corrente a comunità costiere, è un tassello su cui punta Eni che da tempo sta portando avanti il sistema Iswec - Inertial Sea Wave Energy Converter – sviluppato con Wave for Energy, spin-off del Politecnico di Torino.

Il sistema si basa su uno scafo galleggiante che al suo interno ha una coppia di sistemi giroscopici collegati a generatori ed è in grado di fornire per esempio energia a impianti off-shore, anche alle piattaforme dell’oil and gas. Dopo un primo progetto pilota installato a Ravenna nel 2019, integrato con un impianto fotovoltaico, ora il primo impianto da moto ondoso per fornire energia a un’intera isola è stato lanciato a Pantelleria.

Come spiega Eni, la potenza sviluppabile dalle onde del mare corrisponde a circa 2 terawatt a livello globale, più o meno 18 mila terawattora all’anno, praticamente la domanda annuale di elettricità del pianeta: di conseguenza riuscire a sfruttare le onde dei mari, che ricoprono quasi il 70% della Terra, sarà una sfida decisiva per ottenere energie pulite.

Il nuovo impianto si trova a circa 800 metri dalla costa dell’isola di Pantelleria e si tratta di fatto del primo Inertial Sea Wave Energy Converter (Iswec) al mondo collegato alla rete elettrica dell’isola che, spiegano dalla multinazionale, “potrà raggiungere i 260 kW di picco di produzione di energia elettrica da moto ondoso. La campagna sperimentale, condotta in reali condizioni di esercizio, porterà a risultati utili per lo sviluppo dei dispositivi di seconda generazione già in fase di studio”.

La tecnologia Iswec è parte del piano di decarbonizzazione di Eni ed è incentivata anche dalla Unione Europea. Come spiegano dal Politecnico di Torino “si tratta di un dispositivo altamente tecnologico in grado di fornire energia a infrastrutture offshore, isole minori off-grid e comunità costiere. Il design di Iswec è in grado di adattarsi alle condizioni meteo marine tipiche del sito di installazione, mediante un algoritmo genetico che sfrutta l’elevata potenza di calcolo disponibile presso l’Eni Green Data Center (Gdc) di Ferrera Erbognone.

La macchina consiste in uno scafo in acciaio, di dimensioni 8x15m che ospita Il sistema di conversione dell’energia, costituito da due unità giroscopiche di più di 2 metri di diametro ciascuna. Il dispositivo è mantenuto in posizione, in un fondale di 35 metri, da uno speciale ormeggio di tipo autoallineante in base alle condizioni meteo-marine, composto da tre linee di ormeggio e uno swivel (giunto rotante) mentre l’energia elettrica prodotta è portata a terra mediante un cavo elettrico sottomarino”.

Secondo i promotori, uno dei vantaggi della nuova tecnologia è un impatto paesaggistico ridotto, dato che il dispositivo emerge solamente per circa 1 metro sopra il livello dell’acqua.

Leggi anche
Pannelli solari
di Pierfrancesco Albanese 4 min lettura
Transizione ecologica
di Alessandro Leonardi 2 min lettura