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Giornata Internazionale della Donna: perché l’8 marzo?

Nata dal movimento operaio e celebre con l’acronimo IWD, è diventata un evento annuale riconosciuto dalle Nazioni Unite (Onu). Qui ti spieghiamo il motivo
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8 marzo 2023 Aggiornato alle 07:00

Nata dal movimento operaio, la Giornata internazionale della donna, famosa anche come IWD, è diventata un evento annuale riconosciuto dalle Nazioni Unite (ONU). La sua storia risale al 1907 quando, nel corso del settimo Congresso della seconda Internazionale socialista, si discute per la prima volta la questione del suffragio universale femminile.

Corinne Brown, elemento di spicco del movimento socialista americano, denuncia lo sfruttamento delle operaie da parte dei datori di lavoro e le discriminazioni sessuali e di voto subìte dalle donne.

15.000 donne decidono di marciano per New York City chiedendo orari di lavoro accettabili, una migliore retribuzione e il diritto di voto. Un anno dopo, il Partito Socialista d’America dichiara la prima Giornata Nazionale della Donna. Proprio l’8 marzo.

L’idea di rendere internazionale la giornata è venuta a una donna di nome Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, che nel 1910 dà l’idea di una conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen.

Nel 1975, le Nazioni Unite iniziano a celebrare la giornata.

Falso storico

Per diverso tempo si è pensato che l’origine di questa giorno fosse da attribuire alla morte di centinaia di operaie in un rogo verificatosi all’interno dell’industria tessile Cotton o Cottons di New York, nel 1908.

In realtà, diversi storici sostengono che l’episodio dell’incendio della fabbrica di camicie non sia mai avvenuto e fosse invece una riproposizione di un vero incendio scoppiato nel 1911 all’interno della Triangle Shirtwaist Companysempre, sempre a New York, che provocò la morte di 146 persone, tra cui 123 donne, episodio che contribuì all’introduzione di nuove leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Esiste la Giornata Internazionale dell’Uomo?

Quasi nessuno ne parla ma per la parità di genere bisogna dire che esiste anche una Giornata Internazionale dell’Uomo ed è il 19 novembre. L’evento è stato pensato per la prima volta dal professor Thomas Oaster nel 1991. Il progetto viene poi rilanciato nel 1999 a Trinidad e Tobago da Jerome Teelucksinghe e viene scelta la data del 19 novembre perché era il compleanno di suo padre e per ricordare quel giorno del 1989 quando la nazionale trinidadiana non si era qualificata per la Coppa del Mondo del 1990, ma i tifosi avevano offerto una dimostrazione di lealtà sportiva poi premiata col Fifa Fair Play Award.

A queste prime celebrazioni ne seguono molte altre a livello internazionale in oltre 80 Paesi del mondo.

La giornata, non riconosciuta dall’Onu, celebra “il valore positivo che gli uomini portano al mondo, alle loro famiglie e comunità” e mira a evidenziare modelli di ruolo positivi di persone normali che conducono una vita onesta ogni giorno e migliorare le relazioni di genere. Promuovere per l’uomo diritti riproduttivi e l’uguaglianza di genere migliorando le relazioni tra sessi, la salute e il benessere degli uomini su tutti i piani.

L’8 marzo, oggi

Il tema 2023 delle Nazioni Unite per la Giornata Internazionale della Donna è “DigitALL: innovazione e tecnologia per l’uguaglianza di genere”. Che mira a riconoscere e celebrare il contributo che donne e ragazze stanno fornendo alla tecnologia e all’istruzione online.

Il sito web ufficiale della Giornata Internazionale della Donna ha scelto invece il tema #EmbraceEquity con eventi che cercano di “sfidare gli stereotipi di genere, denunciare la discriminazione, attirare l’attenzione sui pregiudizi e cercare l’inclusione”. Problema arrivato anche all’Onu che in questi anni sta invitando spesso a operare affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere entro il 2030. Ci sono realtà e Paesi dove però non solo non esiste parità di genere nel lavoro e nella vita sociale ed economica, ma non esistono i più basilari diritti umani per le donne.

Nell’ultimo anno, le donne in Paesi come Afghanistan, Iran, Ucraina e anche alcune zone degli Stati Uniti hanno lottato per i propri diritti tra guerre, violenze e cambiamenti politici. In Afghanistan, il ritorno al potere dei talebani ha ostacolato i piccoli passi che si stavano facendo nei diritti umani per le donne, ora bandite dall’istruzione superiore e dal lavoro, non possono uscire se non con un accompagnatore maschio e sono obbligate a coprirsi il volto in pubblico.

In Iran le ultime proteste sono state scatenate dalla morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni arrestata dalla polizia morale per la presunta violazione delle regole iraniane che impongono alle donne di coprirsi il capo.

Donne e uomini sono scesi in piazza in manifestazioni descritte come “rivolte”, in cui sono morte più di 500 persone.

Nell’ultimo anno le Nazioni Unite, dopo lo scoppio della guerra, hanno potuto constatare in Ucraina divari di genere nell’insicurezza alimentare, nella povertà e nell’aumento della violenza di genere.

Negli Stati Uniti il 24 giugno 2022 la Corte Suprema ha ribaltato Roe v Wade, uno storico atto legislativo che proteggeva il diritto all’aborto per le donne americane, provocando proteste e manifestazioni diffuse negli Stati Uniti.

Negli ultimi anni forse le coscienze si stanno mobilitando anche a livello istituzionale. A novembre scorso, dopo dieci anni di discussioni, il Parlamento europeo ha approvato una legge per garantire che più donne siano rappresentate nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa entro luglio 2026.

Le leggi sul congedo parentale sono state aggiornate in Armenia e Colombia e la Spagna ha recentemente approvato e sostenuto il congedo per motivi di salute mestruale e l’accesso esteso all’aborto. Piccoli passi anche nello sport, per Fifa Women’s World Cup 2023 la US Soccer Federation ha raggiunto uno storico accordo per pagare equamente le sue squadre maschili e femminili, la prima a farlo nello sport. Qulacosa, forse, si sta muovendo.

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Benedetta Barzini, modella, giornalista, docente
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di Benedetta Barzini 4 min lettura