Ambiente

Ocean&Climate Village, la mostra che racconta la relazione tra oceani e clima

Aperta al pubblico a Castel dell’Ovo fino al 12 marzo, è realizzata da Ioc Unesco e patrocinata dal comune di Napoli. Vuole essere un’occasione per raccontare le ferite dei nostri mari. E capire come possiamo curarle
Credit: Clara Fois
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10 marzo 2023 Aggiornato alle 19:00

Comunicare i dati e la conoscenza che i nostri scienziati hanno dell’oceano per permettere a tutti di comprendere l’importanza dell’oceano e la sua relazione con il clima. È questa la missione della mostra Ocean&Climate Village, che dal 6 al 12 marzo è a Napoli, con il patrocinio del Comune, nella Sala Italia di Castel dell’Ovo.

Realizzata dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (Ioc Unesco), in occasione della Pre Cop26 di Milano, la conferenza preparatoria ai negoziati sul clima dell’Onu, ha fatto già tappa proprio nel capoluogo meneghino e a Venezia.

È arrivata in Campania a poche ore dall’approvazione del Trattato dell’Onu sulla tutela dell’Alto Mare.

Per la tutela della Terra e delle risorse dei suoi ecosistemi, oltre che per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il ruolo dell’oceano è fondamentale. Infatti «è intrinsecamente legato a grandi questioni globali come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare, la salute umana e l’economia globale», afferma Francesca Santoro, senior programme officer della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco.

Assorbe circa un quarto della CO2 prodotta dall’uomo e gran parte del calore generato dalle sue attività, come spiega Chris Bowler della Stazione Zoologica Anton Dohrn Napoli. Dunque è fondamentale «creare una Generazione Oceano che conosca veramente l’oceano e sia emotivamente connessa a esso. In questo senso, è fondamentale promuovere, anche grazie a iniziative come l’Ocean&Climate Village, l’Educazione all’Oceano (Ocean Literacy), che si riferisce proprio alla comprensione dell’influenza che l’oceano ha su di noi e viceversa», continua Santoro.

La mostra è costruita come un villaggio, dove si incontrano saperi e competenze diverse, «che spiegano quali sono le ferite dell’Oceano e come si possono curare», in modo da creare una connessione tra le persone e questo ecosistema sorprendente. L’esperienza è costruita in maniera multisensoriale: i visitatori, dalle 10 alle 18, possono immergersi nelle 8 zone tematiche, che approfondiscono il rapporto tra acque e clima.

Il percorso è arricchito da pannelli interattivi, installazioni e laboratori illustrati dai giovani artisti e artiste del collettivo Design for the Ocean, nonché dagli scatti di Enzo Barracco e Giovanni Pellegrini e da campioni e strumenti di ricerca del Cnr-Ismar.

Inoltre, per questa tappa napoletana l’Ocean&Climate Village accoglie anche l’opera “Feel the Change”, realizzata in collaborazione con il designer Federico Girotto.

L’esperienza è pensata per permettere di vedere e toccare gli effetti della crisi climatica sugli organismi marini: i visitatori, anche non vedenti e ipovedenti, possono toccare le riproduzioni in 3D delle specie e ascoltare la spiegazione sul peggioramento del loro stato di salute, causato dal surriscaldamento globale.

Invece l’installazione digitale e interattiva UpSea Down, realizzata da Federico Girotto, in collaborazione con l’art developer Davide Santini e l’oceanografa Valentina Lovat, spiega il fenomeno dell’espansione del volume dell’oceano dovuto all’aumento delle temperature.

I visitatori possono sperimentarlo, dal 1940 al 2100, con un’esperienza visiva, tattile e sonora.

L’esposizione, inoltre, è esplorabile anche online e sarà affiancata da eventi e conferenze sempre sul tema dell’oceano e dell’economia blu. Rientra infatti tra le attività del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021 – 2030). Tra i suoi obiettivi c’è quello di mobilitare la comunità scientifica, ma anche di aiutarla a dialogare con i governi, il settore privato la società civile.

Per questo, per portare l’iniziativa a Napoli, è stata scelta come partner E.ON Italia nell’ambito di Energy4Blue, il progetto con cui l’azienda energetica si impegna per la salvaguardia dei mari. Partecipano inoltre, come partner scientifici, Cnr Ismar, la Stazione Zoologica Anton Dohrn e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

«La partnership con IOC-Unesco è per noi motivo di grande orgoglio perché rende concreto ed evidente il valore delle collaborazioni tra aziende e istituzioni a favore delle comunità e dei territori – spiega Frank Meyer, Ceo di E.ON Italia - Il nostro impegno per la salute del Pianeta e degli ecosistemi marini contribuisce a realizzare la nostra missione per rendere l’Italia più verde. – continua - Abbiamo l’ambizione di creare un movimento attivo e partecipativo per diffondere buone pratiche e consapevolezza in tutto il Paese e dare vita a uno sviluppo veramente sostenibile, a livello economico, sociale e ambientale a vantaggio delle generazioni future».

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