Città

Sì, siamo noi che abbiamo colorato la città

In un momento un po’ grigio per il Paese, La Svolta ha ravvivato Milano vestendo i tram con tinte shock. Però non basta. Adesso bisogna salirci, e provare a svoltare davvero
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
2 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

Stavamo cercando un’idea per “uscire” da Internet e rendere concreta l’idea di un giornale, quando Camilla Colucci, imprenditrice nonché figlia del nostro editore Pietro Colucci, ci ha mostrato un trailer su Youtube. In questo film, al posto delle immagini patinate delle modelle, una neodirettrice di giornale mostra delle foto di persone normali, in contesti normali, ma con espressioni speciali.

Le mostra con scatti veri, e non avevano nulla a che fare con l’iconografia un po’ distante di certi magazine bellissimi, e tuttavia troppo perfetti. Erano degli scatti di “amici”. Da quel giorno di novembre, in pieno Covid, e con tutte le difficoltà del caso, insieme a Emanuele Berardi, fotografo del progetto che oggi potete “leggere” sui tram della città, e insieme a Ines Ivkovic, art director del nostro giornale, abbiamo cercato di restituire un’immagine di giornale che fosse un po’ di tutti. Un po’ alla pari. Un po’ gioioso, in questo secondo inverno grigio.

E così, detto fatto. Abbiamo fotografato persone - purtroppo, causa pandemia, non troppo insieme - colorato pareti, e provato a concretizzare l’idea di svolta all’interno delle vite delle persone, senza finzione. Forse è la prima campagna pubblicitaria di un giornale che nasce dal giornale, e non da un’agenzia di pubblicità. Forse, quindi, non sarà perfetta. Però potete starne certi: è autentica. Volevamo, davvero, trovare un modo per abbracciare la città. E per capire cosa cercassero le persone, fuori dai nostri - se volete - stretti circoli autoreferenziali.

Visto che tutti, ma proprio tutti, parlano della “fatidica” svolta, che cos’è questa svolta, cosa ci sarà, quali sono le aspettative che si nascondono dietro alla svolta ambientale? E quali sono le altre mille svolte che dovranno accadere nel nostro Paese, nel nostro quartiere e nelle nostre vite, e che stiamo aspettando?

Volevamo un racconto partecipato, un racconto pubblico.

La Svolta è un tema politico, la Svolta è un tema personale. Un quotidiano che parla de La Svolta non può che partire da una posizione di “ascolto” nei confronti dei lettori perché la Svolta è in ciascuno di noi, nella misura in cui siamo noi a realizzare il cambiamento. E ciascuno di noi, prima o poi, ha dovuto prendere una decisione e intraprendere una strada rispetto a un’altra.

Svoltare significa “prendere posizione”, in un modo o nell’altro, e assumersi una responsabilità. Davanti a un bivio, scegliere. È il cammino che abbiamo intrapreso, a livello di sistema Paese e d’impresa, ed è una strada senza ritorno che i cittadini consapevoli stanno attraversando da tempo. Leggendo, informandosi, partecipando al dibattito pubblico del Paese.

Svoltare non è da tutti, ma la nostra nascente comunità (e community) è fatta proprio da queste persone: da chi sente la necessità di cambiare le carte del gioco, o addirittura cambiare il gioco. Perché non c’è mai un cambiamento senza un’accelerazione, coraggio, sfida. E chi vuole svoltare ha già capito cosa si vuole lasciare alle spalle.

Per questo La Svolta - con un mese di tram in città - cerca e raccoglie le storie e le idee di tutte le persone che desiderano realizzare insieme un diverso presente, e grazie alla partecipazione di tutti il quotidiano prenderà una forma più reale, concreta, umana. Aspettiamo le vostre. Siamo qui per dedicare uno spazio anche a voi.

Scriveteci a redazione@lasvolta.it, e il nostro public editor vi risponderà.