Diritti

È finita la festa per Boris Johnson?

Il premier britannico è accusato di aver partecipato ad alcuni party a Downing Street, in pieno lockdown. L’indagine è aperta ma per ora Bojo non lascia l’incarico
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1 febbraio 2022 Aggiornato alle 18:26

Boris Johnson vola a Kiev, ma i guai lo seguono anche lì. Lo scandalo che lo rincorre ormai da settimane è diventato uno dei temi politici più discussi, al momento, nel Regno Unito: la Brexit è un lontano ricordo. E pare che le scuse del primo ministro non basteranno.

Ieri è stato pubblicato l’esito dell’indagine interna guidata dalla funzionaria di governo Sue Gray, che sembra avere in mano le sorti di Johnson: nel documento si parla di “failures of leadership and judgment by different parts of No 10 and the Cabinet Office at different times”, cioè di fallimenti di leadership e di giudizio da diverse parti del numero 10 di Downing Street (la residenza del Primo ministro UK a Londra) e dell’Ufficio di gabinetto in varie occasioni. Non si tratta della versione originale e integrale del testo, che è stato prima consegnato a Johnson e poi alla stampa: quella vedrà la luce al termine delle indagini, dato che ora sta investigando anche la polizia di Londra, che ha chiesto a Gray di non includere le accuse più gravi.

L’alto funzionario ha esaminato le feste che si sono svolte durante il primo lockdown, annunciato da Johnson il 23 marzo del 2020 per limitare i contagi che nel Regno Unito si stavano diffondendo molto rapidamente, 2 settimane dopo le prime chiusure italiane.

Il Metropolitan Police Service britannico, il dipartimento di polizia con sede a Westminster, ha dichiarato che non diffonderà nessuno dei nomi di chi ha partecipato ai lockdown parties: il caso verrà trattato nello stesso modo in cui si trattano le “semplici” multe, senza svelare l’identità di chi è coinvolto. L’entità della pena per i presunti reati, infatti, sarebbe una sanzione fissa, senza alcun coinvolgimento dei tribunali.

Il portavoce del Primo ministro ha detto che «Spetterà al Met stabilire ciò che ritiene opportuno dopo la conclusione delle indagini». La polizia sta ora esaminando 300 fotografie sui presunti eventi che si sono tenuti a Downing Street, inclusa una festa nell’appartamento privato di Boris Johnson, il 13 novembre 2020. Data in cui Dominic Cummings, suo ex consulente politico, fu costretto a dimettersi.

Tra le immagini, come scrive il Guardian, ci sono anche quelle riprese dai sistemi di sicurezza che mostrano persone che entrano ed escono dagli edifici tra il 15 maggio 2020 e il 16 aprile 2021. Molte mostrano “un consumo eccessivo di alcol”, come riporta il testo pubblicato da Downing Street, una pratica “inappropriata sul luogo di lavoro”. Per capire meglio la natura dei 12 incontri (su 16 totali) sotto indagine, Gray e i suoi collaboratori hanno esaminato email, messaggi WhatsApp, sms, fotografie e registri di entrata e uscita dall’ufficio, interpellando circa 70 persone.

Ieri il premier aveva commentato l’esito dell’indagine di fronte al Parlamento, a Westminster, accettando tutto ciò che era emerso dall’investigazione: «Prima di tutto voglio scusarmi per tutto quello che abbiamo sbagliato, anche se so che non è abbastanza» aveva detto tra le lamentele dei deputati. Aveva poi aggiunto che il governo creerà un nuovo ufficio per gestire in modo più efficace le attività del governo, elencando i successi del suo mandato e concludendo che «potete fidarvi di noi». Non è mancato il commento in aula degli altri parlamentari, tra cui l’ex prima ministra Theresa May: «O il mio onorevole amico non aveva letto le regole, o non le aveva capite, o quelli che erano con lui non pensavano che riguardassero anche loro: quale di queste?».

L’intera popolazione britannica attende. Qualcuno aspetta le dimissioni di Johnson: secondo i sondaggi condotti da YouGov, si tratterebbe del 63% degli intervistati.

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